Capitolo 7 (Michael - Presente)

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Un'ondata di fuoco liquido gli avviluppò i polmoni, dibattendosi come una bestia selvaggia e indomita intrappolata dentro la gabbia toracica.

Qualcosa non andava in quella visione e non era la sensazione di essere stati catapultati improvvisamente in un girone infernale. A distorcere il quadro generale, era la ragazza che gli stava di fronte.

La donna che gli stava di fronte.

La fonte di ogni suo più grande desiderio. L'origine di ogni suo più intimo terrore.

Charlie era diventata una donna, bella, proprio come lui aveva sempre saputo che sarebbe diventata. Il suo volto, ora più affilato e sottile, aveva perso la rotondità dell'adolescenza. Gli occhi messi in risalto dal trucco si erano lasciati dietro quell'ingenua innocenza dei quindici anni. Le gambe più slanciate, che nascondevano parte della loro forma flessuosa sotto il tessuto bianco e lucido del vestito, che accarezzava appena la curva più marcata dei suoi fianchi, e accompagnava lo sguardo, invitandolo a salire fino al seno, che baciava dolcemente il bordo del vestito.

Per un momento Michael si concesse di rimanere immobile e di bearsi di quella visione. Un istinto primordiale, a metà strada tra il possesso e il bisogno, gli fece fremere le gambe. La sabbia sembrò inghiottire la suola di una scarpa, poi dell'altra. La spella entrò in colluttazione con qualcosa. Non aveva idea di cosa fosse, ma al passo successivo non era più sul suo cammino. Perché lui stava camminando. Mentre sopra la sua testa rimbombavano gli avvertimenti di un cielo in fiamme, Michael stava camminando verso di lei. Ogni ragione aveva lasciato le camere del suo pensiero. Il mondo era diventato silenzioso e sfocato, l'unica cosa chiara, nitida, era il profilo di lei teso verso il cielo, la tremolante linea di un sorriso incerto che appariva e scompariva insieme alle roboanti luci. La curva del collo che pulsava di vita.

Quello stesso flusso parve pompare nelle sue vene, e sconvolto, Michael ebbe la tentazione di portarsi le mani alla gola, per assicurarsi che ci fosse davvero qualcosa che aveva ripreso a battere.

Un bagliore esplose con un fragore tanto assordante da fargli tremare le spalle. Il mondo si accese di rosso, accecandolo per qualche istante, rientrando nei suoi sensi come un dardo carico di pura elettricità, che partì dagli occhi della donna che aveva di fronte, che distolto lo sguardo dal cielo lo aveva abbassato direttamente su di lui. Dieci anni gli si abbatterono addosso come una valanga quando i loro occhi si incontrarono e Michael odiò ferocemente il modo in cui le sue labbra si spalancarono sussultando, il modo in cui le spalle si strinsero e il corpo si mosse all'indietro.

Ebbe l'impressione che ci fosse più distanza in quelle poche manciate di sabbia che nell'oceano che li aveva divisi per anni. Vederla al di fuori dei propri incubi lo annichilì completamente. Le immagini dei sogni erano tanto vivide dentro di lui che la nuca gli si imperlò di una patina gelida di sudore e in bocca gli esplose un sapore acido.

Perché era tornata? Perché non era rimasta a Roma? Perché se ne stava lì, immobile a fissarlo e a mandare a puttane tutto quello che lui aveva fatto per tenerla al sicuro?

Le linee dritte delle unghie si impressero nel palmo della sua mano. Una rabbia incoerente sostituì la cieca confusione che lo aveva annebbiato. Mentre la sabbia si sollevava attorno alle sue gambe come geyser, Michael avanzò con un'unica convinzione: desiderava che lei provasse una paura fottuta, quel tipo di gelido terrore che non le avrebbe più nemmeno permesso di prendere in considerazione l'idea di voltarsi indietro.

Per un fugace istante ne vide l'accenno dentro il verde adombrato dei suoi occhi, un sussulto della schiena, l'accenno di una ritirata, ma poi il collo di lei si raddrizzò, il mento schizzò verso l'alto, inviandogli un cenno di sfida appena percettibile, ma che non sfuggì ai suoi occhi attenti.

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