Capitolo 57 (Michael - Presente)

221 8 1
                                    

Vuoto.

La mente di Michael era caduta nel vuoto, si era totalmente spenta e l'interruttore aveva assunto la consistenza di una goccia di passione che gli era colata sulla faccia.

La scarica di eccitazione che lo aveva colpito era stata talmente travolgente, gli aveva attanagliato i muscoli in una presa così dolcemente dolorosa, che si era dovuto fermare. Per la meraviglia e lo stupore, certo, ma anche perché sapeva che se si fosse mosso, se avesse anche solo respirato, sarebbe venuto come un quindicenne arrapato e inesperto. Quando si era sentito abbastanza sicuro da potersi muovere di nuovo, la sua bocca era piombata su di lei senza pietà, senza darle tregua.

Quando Charlie era caduta, esausta, si era sfilato da sotto di lei e si era allungato a prendere il quaderno, sfogliandolo fino a raggiungere la pagina che lo aveva totalmente eccitato e scioccato.

«Non abbiamo ancora finito.» le promise in un sussurro, prima di scoccarle un bacio vicino all'orecchio.

Quando si allontanò dal letto lo fece con un obbiettivo preciso, ma eccitato com'era, persino muoversi gli procurava una dolce agonia. Charlie era rimasta stesa sulla pancia, il respiro profondo le sollevava la schiena, i residui dell'orgasmo le scuotevano il corpo. Anche da lontano Michael riusciva a percepire la sua eccitazione, in quell'estasi stremata un cui si trovava. Quando si riavvicinò al letto con la spada tra le mani, poté giurare di sentire e addirittura l'odore.

I muscoli di Charlie erano completamente rilassati e per farle prendere di nuovo il quaderno, Michael dovette sollevarle le braccia lui stesso.

«Non ce la faccio più, Michael.» La voce di Charlie, attutita dal cuscino, era impastata di sfinimento e passione.

Michael le accarezzò la testa, facendo scorrere le dita tra le ciocche sudate. «Ma adesso arriva la parte migliore, tesoro.»

Quando estrasse la lama dal fodero, l'acciaio lanciò un grido acuto. Charlie si contrasse e strinse un po' più le gambe.

Michael la lasciò così, stesa sulla pancia, le appoggiò una mano alla base della schiena e avvicinò la punta affilata alla sua entrata. «Adesso ho bisogno che ti fidi di me, Charlie e che resti completamente immobile.» Con il respiro spezzato dai singhiozzi, Charlie annuì più volte. «O-okay.» disse con voce incerta.

Solo allora Michael sfregò l'estremità appuntita davanti alla sua entrata. Vide lo spasmo dei muscoli, il guizzo con cui il sesso di lei tentava di ottenere di più da quel contatto, e anche lo sforzo che fece per trattenerlo, con le gambe che si irrigidivano, e le ginocchia che spingevano con più forza sul materasso per mantenere quella promessa di immobilità.

Nuovi rivoli di eccitazione sgocciolarono dalla punta della sua lama e fu Michael a dover stringere i muscoli per trattenersi a quella vista.

«Leggi!» le intimò con i denti stretti.

E con la voce così flebile, a malapena udibile, Charlie lesse ogni gesto che Michael riprodusse sul suo corpo.

La carezza contro le natiche, il piatto lucido della spada contro le cosce e lungo il sesso.

Una marea di brividi si abbatté su di lei.

Quando Michael ritirò la spada, gli umori di Charlie brillavano abbaglianti insieme all'acciaio. Non riuscì a trattenersi e li raccolse con la lingua, gli occhi allacciati a quelli di Charlie che lo fissava da sopra una spalla. Ansimò con le labbra spalancate, quasi fosse vicina a una nuova violenta liberazione.

A quel punto, una frenesia incontrollabile prese possesso di lui. Allungandosi sul letto, strappò il quaderno dalle mani di Charlie e lo lancio sul pavimento. Allacciò le braccia sotto il suo seno la tirò su, portandosela in braccio. Michael appoggiò la schiena contro la testiera del letto e se la tenne lì, con le gambe ben spalancate intrecciate alle sue.

Charlie aveva il petto all'infuori, i capezzoli turgidi, sembrava che ogni respiro dovesse farle uscire il cuore dal petto.

«Che fai?» riuscì a domandargli, il fiatone che le smorzava la voce.

«Ho realizzato i tuoi desideri. Adesso tu devi realizzare i miei.»

Afferrò di nuovo la spada e la impugnò con decisione alla base dell'elsa, la sfregò contro la sua vagina, bagnata e calda. L'elsa della spada slittò sopra i suoi umori.

Dalla bocca schiusa di Charlie venne fuori un verso strozzato.

«Ti piace la mia spada, tesoro?»

La sua risposta arrivò con una serie di movimenti frenetici della testa. Michael le voltò la testa con una mano e le catturò la bocca in un bacio mozzafiato. Le leccò i denti e il centro delle labbra. «Tra un attimo la amerai.»

Le allargò una mano sulla pancia, spingendo contro i muscoli tremanti con lenti cerchi, mentre l'altra mano, con deliberata lentezza, spingeva dentro di lei l'elsa della spada.

Charlie gridò, una fiamma viva che guizzava tra le sue braccia. Le sue mani delicate si avvolsero attorno a quella di Michael, attorno alla spada, aumentando le spinte, facendola scivolare sempre più dentro.

Michael trasalì così forte, i denti cozzarono nella sua bocca facendolo rabbrividire.

Stordito dal desiderio, Michael strappò da lei l'elsa, che uscì dal suo corpo con un suono bagnato, si strappò i pantaloni della tuta con un movimento scomposto e in meno di un secondo le fu dentro. La martellò con forza, mentre rimanevano stretti.

«Ti piace Charlie?» le domandò ansimante, quasi ringhiando.

Charlie non riuscì a fare altro che annuire.

«E mi ami?» ruggì contro la sua guancia.

Annuì ancora, ma a Michael non bastava. «Con la voce tesoro. Fammi sentire la tua meravigliosa voce dire che mi ami mentre ti fotto.»

La testa di Charlie crollò sulla sua spalla. «Michael! Michael!»

Sembrava incapace di dire altro. Il suono del suo nome era una litania su quelle labbra gonfie di baci, in quella voce ingolfata dal desiderio.

Non riuscendo a resistere alla tentazione, Michael le afferrò il labbro inferiore con i denti. «E il tuo nome? Dimmi il tuo nome.»

Charlie staccò la schiena dal suo petto, inarcandosi contro il suo corpo solido. «Michael!» gridò ancora, il collo teso, gli occhi serrati con forza. Michael abbassò la testa e sorrise contro la pelle accaldata del suo collo, meravigliosamente vicino al limite. 

«Mia.» 

Angel of DeathDove le storie prendono vita. Scoprilo ora