Di chi era il cuore che le batteva nel petto? Suo o di Michael?
Ogni pulsazione era così intensa, così definitiva, che sembrava togliere la vita... o restituirla, Charlie non ne era sicura.
Se lo sentiva battere ovunque sotto la pelle, nelle vene che risalivano il collo, nelle tempie.
Il petto poi era un casino di rumori e vibrazioni che non avevano origine né punto di arrivo. Potevano venire da lei quanto da Michael, magari da entrambi, e arrivavano ovunque. Cosa le scatenasse poi, Charlie non voleva nemmeno fermarsi ad analizzarlo. Avrebbe dovuto prendere in considerazione gli aghi che le pungevano lo stomaco, la pelle che si alzava sulla nuca e quella pressione insopportabile dietro gli occhi. Perciò...
Rabbia
Decise di dargli quel nome e al diavolo tutto il resto.
La bocca di Michael ringhiò qualche centimetro sopra il suo orecchio. «Hai vinto. Era questo che volevi sentirti dire? adesso però lo spettacolo è finito.»
Be', ma se me la rendi così facile
Digrignò i denti avvertendo dolorosamente la pressione del proprio seno, quasi nudo, contro il suo torace massiccio.
«Rivestiti e scendi.»
Charlie strinse le labbra e sollevò le ciglia. La mascella di Michael era una linea rigida davanti ai suoi occhi. Guardandolo così, dal basso, il volto era in ombra.
Una scossa più profonda le cavalcò la colonna vertebrale. «No.»
Michael abbassò appena la testa e la bocca di Charlie divenne arida. Desiderò che i suoi occhi tornassero in ombra, perché adesso che li vedeva sapeva che forma e che colore dare all'ira.
Il corpo contro il suo, le braccia attorno a lei, erano immobili, ma tutto ciò che si agitava dentro Michael finiva dentro il suo sguardo e Charlie comprese che si stava trattenendo.
Sentì le sue mani muoversi contro la schiena e afferrare i lembi slacciati del reggiseno. Charlie si diede appena il tempo di avvertire il tocco caldo delle sue dita, prima di spingerle via con forza. I suoi occhi celesti la inchiodarono. «Charlie!» La sua voce era così tesa che sembrava sul punto di spezzarsi. Decise che magari era il caso di pizzicarla ancora un po'. «Spostati.»
«Rivestiti» rilanciò lui.
Il mento alto e le labbra strette. «No!» Ribatté con decisione.
Un fremito gli attraversò le labbra, Charlie riuscì a vedere la punta dei denti. Poi sentì il suo corpo allontanarsi abbastanza da fare cadere per terra il reggiseno di pizzo, ma non tanto da esporla al resto della sala. Sollevandosi appena al di sopra della spalla di Michael, il suo sguardo serpeggiò per la sala semibuia.
Aveva dovuto spegnere ogni pensiero e ogni imbarazzo prima di salire su quel palco. Era stata sul punto di darsela a gambe a ogni passo, ad ogni sguardo inclinato e dubbioso che le si era posato addosso durante la salita di quei pochi gradini. Era stato necessario chiudere fuori il pudore e la consapevolezza che attorno aveva un pubblico e tutto perché sapeva che nel momento in cui lui avesse sollevato lo sguardo e l'avesse vista, per una ragione totalmente assurda, insensata eppure reale, ne avrebbe provato profondo fastidio.
E per dimostrargli che non ha più il potere di farmi scappare con la coda tra le gambe
O magari quello aveva voluto dimostrarlo a se stessa.
Ora che quella bolla era scoppiata, l'emozione sui volti degli uomini che la circondavano la sferzò come una raffica di vento. Lussuria e smania di possesso. Quegli uomini che per età avrebbero potuto essere suo padre o suo nonno (e data la reputazione della madre non sarebbe stato improbabile) non la vedevano che come un oggetto da ammirare e da possedere. Era disgustoso, ma non avrebbe mai concesso a Michael la soddisfazione di saperla grata per aver impedito appena in tempo che facesse una sciocchezza, come mostrarsi nuda davanti a tutti loro. Di certo non gli avrebbe dato quella soddisfazione ora che lo vedeva armeggiare con la sua giacca, imprecando sottovoce prima di avvolgergliela attorno al corpo, intrappolandole all'interno le braccia, così da ridurre al minimo i movimenti, finendo per abbottonarla da cima a fondo. Charlie provò ad allargare le braccia spingendo i gomiti, ma trovò la resistenza del tessuto.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...