«Ecco com'è finita quella sera: lei è uscita di casa e non è più tornata. Alla fine è quello che è successo. Quello che conta è che non potrà tornare più.»
Fuoco liquido e gelido, ecco cosa lambiva la pelle di Michael. Lasciava marchi invisibili, entrava in ogni spiraglio e gli si riversava nel corpo, il cuore lo pompava nelle vene. Scorreva nelle vene e si lasciava dietro ceneri che fumavano di ghiaccio secco.
Credeva che non l'avrebbe mai più rivisto, che non l'avrebbe mai più sentito, ma quel bambino era di nuovo davanti a lui, gli occhi persi su un nulla che gli stava davanti, calmi e prosciugati di qualunque emozione, il volto impassibile, dal taglio affilato.
Ma era mai andato via o era stato il suo ennesimo errore?
Samael aveva raccontato tutto, ogni dettaglio di quella notte. Le parole erano fluire dalla sua bocca e mai una volta la sua voce si era spezzata o persa, mai una volta aveva notato incertezza. Le sue parole, così regolari e precise, avevano riportato alla luce immagini che non avevano mai smesso di tormentarlo.
Erano tornate le grida, i rumori, persino l'odore del sangue e della candeggina con cui lo aveva lavato via. Scena dopo scena, a ripetizione, come in un loop. Non era mai uscito da quella frazione di tempo, era rimasto intrappolato al suo interno.
E suo fratello era riuscito a raccontare tutto quello con una calma spaventosa. Ma non poteva ingannarlo, non del tutto. Michael riusciva a sentire la tensione celata sul fondo della sua voce. Samael aveva parlato, Michael non si era mosso. E Charlie... Charlie aveva a malapena respirato e Micheal non aveva avuto il coraggio di guardarla. Forse questo faceva di lui un vigliacco, ma aveva avuto il terrore di guardarla nel momento in cui era entrata in contatto con la verità. Perché era rimasta? Doveva essere terrorizzata nel migliore dei casi e disgustata nello scenario peggiore. Nauseata al solo pensiero di essersi lasciata toccare dalle stesse mani che avevano posto fine a una vita.
A un certo punto lo shock doveva averla vinta, si era accasciata sul bracciolo del divano. Michael non riusciva a guardare oltre le mani strette sulle ginocchia.
Samael invece era ancora stravaccato sul divano, le braccia mollemente appoggiate sopra le gambe aperte, fermò nella medesima posizione di quando aveva cominciato il suo racconto. Nel suo sguardo però c'era il nulla e Michael immaginava di essere il riflesso esatto del fratello. La testa di Samael però, a differenza della propria, era dritta. Lo stava fissando, probabilmente era rimasto a fissarlo per tutto il tempo e doveva aver visto un uomo annientato, qualcuno incapace di mantenersi in piedi da solo, figurarsi riuscire a sostenere qualcun altro.
La vergogna era calda e pungente, di una dolcezza quasi rancida. Quella era solo una delle colpe che andavano ad aggiungersi alla sua lunga lista di fallimenti.
Era colpa sua. Tutto ciò che Samael aveva dovuto subire era colpa sua. Era colpa sua perché non era riuscito ad arrivare in tempo per salvarlo, per risparmiargli l'orrore, ed era colpa sua perché non era riuscito ad aiutarlo a superare il trauma. Aveva permesso che sguazzasse nel passato, nell'orrore di quella notte e di chissà quante altre notti che l'avevano preceduta. Non aveva fatto niente e gli aveva permesso di perdersi in quel dolore, di prendere forma in base a esso.
Michael fissò le proprie mani. Le trovò pulite e le odiò. Non sapeva come chiedergli scusa. Dubitava persino che ci fossero le parole per invocare un simile perdono. Non ne aveva il diritto. Un sospiro tremante, tanto sommesso da potersi perdere nel frastuono della tempesta che imperversava fuori, riuscì a farlo trasalire.
«Vi siete tenuti dentro tutto questo per dieci anni?» La voce di lei, poco più che un sussurro, tirò la testa di Michael verso di sé, come se la tenesse legata a una corda invisibile.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...