La voglia insoddisfatta era come un incendio che bruciava lento e l'unica cosa che consumava era lei.
L'aria fredda che le aveva puntellato le braccia era come evaporata. Per quanto ne sapeva Charlie, l'isola poteva trovarsi anche sopra un vulcano sottomarino in procinto di eruttare.
Le parole dei suoi commensali, la casa, il giardino, l'intera isola stavano andando a fuoco e lei era l'unica ad esserne consapevole.
Dopo averla ripulita con le sue stesse mutandine, Michael l'aveva lasciata su quel tavolo, mezza nuda, le gambe aperte e la testa completamente fuori uso
Fottuta
Ci aveva impiegato una mezza eternità a riprendersi. Non si era riscossa nemmeno quando aveva sentito la portiera una macchina sbattere. Probabilmente Michael aveva nascosto lì la sua biancheria ormai inutilizzabile. Ma se anche si fosse trattato di un estraneo che da un momento all'altro sarebbe potuto entrare in garage e vederla in quello stato, non avrebbe avuto la forza di rialzarsi.
Li aveva raggiunti mentre si stavano sedendo a tavola. Era certa che i capelli arruffati, gli occhi grandi e tremanti e le labbra gonfie raccontassero una storia abbastanza chiara, eppure, ringraziando il cielo, nessuno aveva fatto commenti. Era stato anche l'ultimo momento della cena in cui Michael l'aveva guardata. Per tutto il resto del tempo si era limitato a ignorarla bellamente, la posa rilassata e un sorriso placido sulle labbra. A tratti le era venuta voglia di piantargli una forchetta negli occhi. Certo che era soddisfatto, lui. Aveva trovato soddisfazione dentro e sopra il suo corpo. Era lei ad essere rimasta con una tensione al basso ventre che la portava a stringere le dita attorno alle posate, come se stesse brandendo delle armi.
Arrivò il dolce, Charlie servì Gabriella ed Elijah, Gabriella posò due piattini davanti a lei e a Michael. Non guardò nella sua direzione nemmeno una volta.
«Oh Michael, l'altro giorno ripulendo il garage ho trovato queste.» Gabriella ritornò al tavolo con un vecchio scatolo da scarpe. La marca, se mai ce n'era stata una, era scrostata e scolorita dagli anni. Michael se l'appoggiò sulle gambe poi ne sparse il contenuto sulla tovaglia.
Charlie resistette cinque secondi prima di allungare il collo e guardare. Fotografie.
Gli occhi colsero un'immagine che provocò una leggera scossa nella sua memoria, ma i suoi ricordi non riuscirono a collocare la ragazza bionda della polaroid.
Michael invece ne stringeva tra le mani una in particolare. Un cappio si strinse attorno alla sua gola quando le luci al neon fecero brillare onde di lacrime dentro il suo sguardo. Gabriella gli posò una carezza sul braccio. «Tua nonna era bellissima. Ed era la persona più determinata che conoscessi. Tu le somigli tanto.»
Michael non rispose con nessuna parola, forse in quel momento non si fidava delle proprie corde vocali. Fece un cenno con la testa, il suo primo d'Adamo andò su e giù.
«Noi tre eravamo molte unite, in quel periodo.» Gabriella chiuse gli occhi e riportò se stessa indietro nel tempo, sulla marea montante dei ricordi. Charlie intuì che doveva parlare di sé stessa, della nonna di Michael e della ragazza con i capelli biondi. «Praticamente una cosa sola.» Un sospiro strappò Gabriella ai suoi ricordi. «È che la vita a volte si diverte a lacerare e ferire in modi che non ci aspetteremmo mai.»
Il cioccolato aveva un buon sapore in bocca. Si scioglieva solleticando le papille gustative, invadendo i sensi di una dolce freschezza. «La vita è una scusa. Le persone sono perfettamente in grado di lacerarsi e farsi del male con le loro mani.»
Il freddo piombò su tutti loro come una mannaia. Fu un sollievo per Charlie, in realtà, liberarsi del caldo che l'aveva asfissiata in quel momento. Era stata lei a parlare? Era stata la sua la voce monocorde che aveva pronunciato quella frase? Doveva essere così perché la stavano guardando tutti.
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Angel of Death
RomanceCharlie: Dieci anni fa sono scappata da Mistfold a causa sua. Il mio cuore e la mia dignità non hanno mai più ritrovato tutti i loro pezzi dopo quella Notte degli Angeli. Odio ricordare ogni dettaglio come se lo stessi rivivendo si continuo. Lui che...