Capitolo 3 (Prima parte)

6.6K 313 77
                                    

Sam's pov

Una voce famigliare giunge alle mie orecchie facendomi congelare il sangue nelle vene.

La porta si spalanca lentamente rivelando la figura di Zayn.

"Cosa ci fai qui?!" sbotto nervosa con voce dura, serrando i denti tra di loro come per mantenere la calma.

"Sono venuto a trovare la mia piccola lottatrice che dopo alcuni pugni è caduta a terra. Alla faccia della campionessa! Torna a cercare l'abito per il ballo e lascia i guantoni alla gente che è capace di usarli." sputa con tono infastidito per poi scoppiare in una fragorosa risata, io mi limito a guardarlo mentre tengo le braccia incrociate al petto.

"Se sei venuto qui per prendermi in giro quella è la porta" rispondo scontrosa indicando l'uscita con un dito, ma il moro scuote ripetutamente testa "Bambolina, stai tranquilla voglio solo chiederti scusa perché ti ho fatto male e poi me ne vado." continua.

"Qualunque cosa esca dalla tua bocca sarà automaticamente buttata all'aria, perché non ho intenzione di ascoltarti. Hai fatto la tua figura ieri sera e ti sei guadagnato la mia antipatia, quindi le cose sono apposto così. Detto questo, puoi andartene." lo informo senza tanti giri di parole, mantenendo il contatto visivo con i suoi occhi.

"Siamo dittatrici da queste parti, eh?" domanda in modo ironico, dipingendo sul suo viso un ghigno divertito "L'unica cosa che voglio è che tu ne vada, non penso di chiedere tanto. Non farmi perdere le staffe perché ti assicuro che ti stai scavando la fossa da solo continuando a punzecchiarmi in questo modo. Uomo avvisato, mezzo salvato." continuo prima di rilasciare qualche sospiro, causato dallo stesso che si sta appropriando del mio corpo.

"Sono stato obbligato a venire qui, quindi vedi di apprezzare il gesto" dice schietto, ottenendo una risata forzata parte mia "E questo non ti sembra un motivo ovvio per farti da parte e uscire?" gli rivelo cercando di fargli capire ciò che voglio, ovvero stare da sola.

"Okay, stai tranquilla, ora me ne vado..." canzona con tono infastidito, mi limito ad annuire e sposto lo sguardo verso la finestra bagnata da varie gocce di pioggia.

"Non sarà l'ultima volta che sentirai pronunciare il mio nome, ricordati solo questo." slanciata l'ultima frase se ne va, dopo avermi fatto un occhiolino.

Un brivido percorre tutto il mio corpo, ma scuoto la testa abbandonando la questione con il moro e mi posiziono al meglio dentro alle lenzuola, facendomi cullare dal sonno profondo.

----

*Il giorno seguente*

"Cavoli, non ci sta più nulla!" esordisco spazientita mentre spintono più che posso tutte le cianfrusaglie che ho inserito nella mia borsa.
Sto raccogliendo tutto ciò che è mio perché tra poco tornerò a casa e la cosa mi rasserena parecchio.
"Ehi Sam! Ho sentito che te ne vai..." a bloccare tutti i miei tentativi ci pensa Caroline, l'infermiera che mi ha assistito per questi due giorni "Esattamente, non vedo l'ora! Non per il personale, chiariamoci, più che altro voglio tornare alla normalità" le spiego con un sorriso stampato sulle labbra.

"Sono contenta per te. Prima di andartene dovresti firmare delle carte, seguimi" , "Ma io sono minorenne, come faccio?" le chiedo preoccupata, col panico che comincia a divorarmi viva "Tranquilla il tuo allenatore ha firmato la parte relativa agl'adulti ora c'è quella riservata al paziente...ti spiego strada facendo..." annuisco e senza aggiungere altro la seguo.

Esco dall'ospedale mettendomi il cappuccio della felpa in testa, cercando di evitare che la pioggia bagni i miei capelli.

Nonostante questo tempo, un'innata voglia di fare una passeggiata mi passa per la mente.

Tenendo conto del fatto che sono appena le quattro del pomeriggio ho tutto il tempo a disposizione.

Starò a Londra per altri due giorni e mi sembra il mento giusto per visitare qualcosa, così per ripagarmi del lungo viaggio.

Cammino tranquilla per le vie di Londra, perdendomi tra le vetrine decisamente più carine e curate rispetto a quelle italiane.

Nelle vicinanze trovo la famosa Tower Bridge: anche se non si è elevato il ponte davanti ai miei occhi - dato che sono arrivata ad un orario che non combacia con quello della lista - l'ho trovata una costruzione meravigliosa...chissà come sarà di notte!

Sento le gambe chiedere pietà, perchè ancora non mi sono ripresa del tutto, e le ginocchia farmi più pesanti, quindi decido di prendere un taxi e tornare al mio hotel prima che il sole tramonti.

----

*Una settimana dopo*

Alle sei spaccate ci pensa la sveglia a disturbarmi: sento già la mancanza delle vacanze, perché proprio oggi inizia la scuola.

Mi alzo controvoglia, stendendo le braccia verso l'alto per sgranchirmi le ossa. Mi dirigo verso il bagno per risciacquare gl'occhi e il viso, così da svegliarmi del tutto.

Indosso un paio di skinny neri accompagnati da una camicia rossa e nera a quadri, copro il viso con del fondotinta e abbellisco le mie lunge ciglia nere con il mascara, senza esagerare.

Piastro i miei capelli scuri e completo il tutto con le mie adorate vans del medesimo colore dei jeans.
Scendo le scale della mia piccola casa di Bradford-comprata con i risparmi dei miei genitori qualche giorno fa-e mi dirigo verso scuola, che da quattro ho capito dista solo dieci minuti da qui.

Arrivata a destinazione, rimango sbalordita dall'edificio: le pareti sono di un color giallo ocra abbastanza lucente-segno che è stata riverniciata da poco-ha delle finestre grandi con apertura scorrevole, che percepisco dal rumore che un ragazzo nel piano superiore provoca aprendone una.
Un giardino abbellisce la zona con una mista serie di fiori.
Euforica, mi precipito dentro alla scuola ma appena mi trovo davanti alla porta esito ad entrare: chiudo gl'occhi e rilascio un sospiro, cercando di abbandonare l'ansia.
Faccio un passo-seguito da tanti altri-e cammino verso la segretaria, che risiede dietro ad una scrivania.

"Buongiorno! Il mio nome è Sam Rawer e questo è il mio primo gioro in questa scuola..." esordisco timida mentre stringo i libri al petto "Intanto, le do il benvenuto alla Bradford High School! Su questo foglio troverà gl'orari delle lezioni per tutta la settimana perché dalla prossima verrà cambiato e diventerà successivamente quello definitivo. Per quanto riguarda la classe, mi faccia controllare un secondo dagli elenchi..." dice prima di afferrare una lunga lista di nomi, cercando tra di loro il mio "Come ha detto di chiamarsi? Mi scusi, ma è lunedì per tutti... " continua, sfoggiandomi un sorriso.

"Sam Rawer" ripeto decisa "Sam... Rawer... ah, eccola qui! Fortunatamente la sua aula non si trova molto distante, ma per sicurezza le lascio la piantina della scuola così, per ogni evenienza, saprà dove andare" mi spiega porgendomi i due pezzi di carta "La ringrazio! Arrivederci e buona giornata" mi congedo velocemente, notando il leggero ritardo segnato dall'orologio.

Corro verso la mia classe dopo aver capito dove si trova, ma vado a sbattere contro qualcuno e finisco per far cadere tutti i libri sia a me sia all'altra persona.

"Oddio scusami, sono così emozionata che non mi sono accorta di te. Perdonami..." sussurro imbarazzata, mwntre comincio a raccogliere tutto ciò che sta a terra "Tranquilla, sono cose che capitano" mi rassicura la ragazza di fronte a me, con un sorriso che farebbe invidia a chiunque.

"Piacere Sam" sbotto per prima, cercando di sciogliere la tensione tra di noi "Io sono Mary e frequento la 3A, tu invece sei nuova?" domanda curiosa, stringendomi la mano che le ho tesò poco fa.

"Sì, questo è il mio primo giorno e... " dico lasciando la frase in sospeso per poi dare una veloce occhiata al foglio per capire quale sarà la mia sezione "... frequenterò la tua stessa classe, a quanto pare" continuo sorpresa e felice.

"Woah, siamo capitate insieme! Diventeremo presto amiche allora..." mi assicura con aria sognante, sorridendomi leggermente "Ne sono sicura" affermo con tono deciso misto ad un pizzico di speranza.

Amore per caso || Zayn Malik Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora