10 - Vivere

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Era così, quindi, la vita? Quel vortice di profumo, quel vortice di sensazioni. Non ricordava più come si potesse camminare, come si potesse correre, ma lo fece.
Aurora balzò in avanti e respirò a fondo l'aria: «Sono viva, sono libera!». Urtò qualcuno, ma non se ne curò. Continuò ad avanzare a grandi passi e roteò su se stessa.

Il sole che le accarezzava la pelle era una sensazione che aveva dimenticato da tempo, ma ancora più bello fu inspirare e gridare.
Fu come Icaro quando imparò a volare, quando riuscì a spalancare le sue ali di piume e cera, e quando non riuscì a capacitarsi di poter sfiorare il cielo. Non si accontentò d'avere il potere delle aquile, non si accontentò di quello che aveva conquistato, volò fino a toccare quel globo di fuoco, volò fino a perdere tutto ciò che aveva, assieme al controllo.
Aurora era così: aveva riacquistato il suo corpo ed aveva bisogno di sentirlo in ogni sua sfumatura.
Aveva corso, aveva camminato, aveva strappato una margherita e l'aveva depredata dei suoi petali. Aveva solo qualche lontano ricordo di quel mondo, lo aveva vissuto poco e male, era rimasta segregata nel suo stesso corpo fin da bambina e non aveva imparato a sopravvivere lì.

Aveva fame, ma come si sarebbe potuta nutrire? Aveva sete, ma chissà perché il suo istinto le disse che, gettarsi in una fontana per abbeverarsi, non era propriamente nei parametri di quella società alla quale non era mai stata iniziata.

Ci mise poco a trovare dove spendere il suo tempo e la sua sete: sentì della musica e la seguì come richiamata da un pifferaio magico. Si ritrovò a camminare in delle strade sempre più piccole, con sempre meno persone e sempre meno donne.
Si sentiva osservata e questo non le dispiacque: la guardavano, perché esisteva. Guardavano lei e non l'altra Aurora.

Trovò l'origine di quel suono, proveniva da un posto che il suo vocabolario non le permise di definire.
La musica era forte, le luci calde ed irregolari. Sentiva delle mani sfiorarla, sentiva l'alcool andar giù nel suo stomaco come fosse acqua limpida.
La sua gola bruciava fino a farle male, ma andava bene così, quella sensazione era necessaria, le piaceva: le dava la certezza d'avere davvero un corpo. Era come pizzicarsi un braccio per capire di star sognando o meno.

Abbracciò quel caos.


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Nota autrice: Non ci state capendo nulla? È normale, non demordete!

Andando avanti di qualche capitolo dovreste avere tutti le idee più chiare, in caso non fosse così, sappiate che al capitolo 20 arriva lo spiegone!

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora