65 - Peggiorare

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<<Andiamo avanti con il sondaggio allora>>.
La psichiatra della quale continuavo a non ricordare il nome, mosse alcuni fogli con su scritte delle domande.

Era una settimana che durante le terapie di gruppo non facevamo altro che quello: non sapevo chi, come, quando e perché, ma a qualche dirigente era venuta la meravigliosa idea di imporci dei questionari. Ci venivano poste interrogative sulla struttura della REMS, su come migliorarla, sull'atmosfera del luogo, sull'evoluzione negli anni che dovremmo aver percepito.
Probabilmente era stato pensato come un documento anonimo da compilare in solitaria, ma il nostro genio di psichiatra aveva colto l'occasione per costringerci a parlare di qualcosa di diverso dal solito: i racconti di Alessio, il bugiardo patologico, iniziavano a diventare pesanti con l'andare avanti del tempo.

Eravamo rimasti il gruppo più problematico e duraturo della REMS, nessuno di noi sembrava star facendo grandi passi avanti.

Lorenzo continuava a rubare tutto ciò che riusciva a stuzzicare il suo interesse; Alessio non smetteva di mentire, rievocando sotto forma di sogno il suo tentato omicidio ai danni della moglie, e Roberto restava l'esaurito isterico di sempre.

L'ultima domanda posta dalla psichiatra, era stata rivolta proprio a lui, questa volta.

Se ne stava stravaccato sulla sedia, con lo sguardo distratto e con l'espressione di chi vorrebbe star facendo qualsiasi altra cosa.

Era un uomo stanco, provato dalla vita, assassino condannato ad una pena eccessiva per chiunque, anche per l'omicida del proprio datore di lavoro.

Non gli interessava guarire, perché sapeva che non sarebbe uscito da lì, se non da morto. Aveva ucciso un pezzo grosso della banca per la quale lavorava, si era messo contro le persone sbagliate.

Io, al contrario, avevo ricevuto diverse riduzioni di pena, tutte dovute al mio stato di schizofrenica avanzato, completamente ignorato alla casa famiglia nella quale avevo vissuto: gli istitutori si sarebbe dovuti far venire qualche dubbio, visto il mio continuo invocare un gatto inesistente e molto simile ad un cuscino.

Aveva sbagliato la struttura a lasciarmi libera di scorrazzare per il mondo, una mina vagante pronta ad esplodere, entrata poi a contatto con il peggiore detonatore immaginabile. Inoltre, la cattiva condotta di Zeno, e le accuse su di lui, sicuramente avevano giocato ulteriormente a mio favore.

Dovevo solo guarire, senza mentire, senza fare lo stesso gioco che aveva provato ad impartire Serena e forse, con una mano in più, sarei potuta uscire di lì.

Roberto era condannato, pressato molto più di quanto non lo fossi mai stata io, sottoposto all'ulteriore stress di avvocati stalker, di un caso giudiziario interminabile. Il tutto sembrava ancor peggiore delle condizioni che lo avevano portato al crollo isterico e al conseguente omicidio. Eppure era imperscrutabile, semplicemente aveva accettato la sua situazione, prendendo il tutto come una lunga vacanza, non tenendo per sé, però, il suo aspro rancore per l'intero mondo.

<<Roberto, dicci tu, come vedi la REMS tra cinque anni?>>.

Lui ruotò scocciato il viso verso la psichiatra, alzò gli occhi al cielo e districò le gambe: <<Come dovrei vederla, scusa?>>.

Alessio alzò la mano tremante, sudava freddo come sempre lo avevo visto fare: <<Posso rispondere io?>>.

Lorenzo sbuffò, incapace di sopportare la presenza di quell'uomo senza capelli, ridotto a ragazzino da una patologia mostruosa: <<Lo ha chiesto a Roberto>>.

Il soggetto della discussione si mosse sulla sedia facendola scricchiolare: <<Se ci tiene tanto può farlo lui>>.

Mosse una mano verso Alessio: <<Prego, fai pure. Mi basta tu non colga l'occasione per riprendere a parlare di quel cazzo di sogno con il quale ci perseguiti>>.

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora