Ero ancora accanto a lui, gli tenevo il viso tra le mani e ringraziavo d'avere un minimo di sensibilità tattile per percepire la sua pelle tiepida.
Nathan, a quel punto, ricambiò il gesto ed intrecciò le sue dita tra i miei capelli.
Mi sentii indebolita da quel mio sfogo. Mi chinai leggermente in avanti e poggiai la mia fronte sulla sua. Socchiusi gli occhi: <<Io sono pazza. O, quanto meno, lo sto diventando. Questa è la mia unica via di fuga, l'unico modo in cui potrei giustificarmi per tutto quello che ho fatto. Infermità mentale, il modo migliore per discolpare un assassino>>.
La presa delle sue dita si fece più forte.
<<Sto parlando sul serio, non voglio prenderla come una frase gettata al caso, io sono seriamente instabile. Io sono un mostro. Io sono una paz->>.
<<Vaffanculo Aurora>>.
Mi fermai e riaprii gli occhi: <<Cosa?>>.
I suoi erano tornati a scintillare di rosso: <<Anche io sono serio. Fottiti. Tu non sei pazza, tu non DEVI esserlo>>.
Lo guardai per dei secondi interi, non riuscendo a capire cosa stesse cercando di dirmi. Pensava che limitandosi a mandarmi a quel paese avrebbe sistemato tutto?
Mi innervosii. Provai staccarmi da lui, risentita e perplessa: <<Lasciami>>. Le sue mani mi bloccavano: <<No>>.
<<Nathan, lasciami andare>>.
<<Ti ho detto di no, ora è arrivato il mio turno di parlare, quindi chiudi quel forno che ti ritrovi e smettila di sparare cazzate>>.
Ero offesa, stizzita ed amareggiata. Non mi stava prendendo sul serio, lo sapevo. Il mio intero discorso e sfogo non era bastato a fargli capire quello che stavo provando. Eppure era in grado di percepire i miei pensieri, di cos'altro aveva bisogno? Quanto poteva essere imbecille quel tizio?
<<Basta, davvero. Ora inizierai uno dei tuoi soliti discorsi chilometrici dove in realtà non mi dirai nulla. Uno di quei tuoi sproloqui confusionari, utili solo a farmi distrarre. Non lo capisci che ho bisogno di aiuto? Non lo capisci che sto impazzendo sul serio? Ho ucciso delle persone, Nathan! L'ho fatto nel modo più brutale e spietato che potessi trovare. Mi faccio schifo! Dio santo, perché non mi ascolti?>>.Ringhiò e spostò le mani per afferrarti il mento: <<Senti, stai zitta un attimo>>.
Provai ancora ad allontanarmi, ma non ci riuscii. Decisi di arrendermi momentaneamente e rimasi a fissarlo da dietro due specchi di lacrime.
Mi scrutò per accertarsi che non riprendessi a divincolarmi e la sua presa si ammorbidì, ma io non ne approfittai.
<<Intanto... sappi che non ti do uno sberlone solamente perché sono un galantuomo>>.
Grugnii.
<<Complimenti, verso molto elegante il tuo>>.
<<Grazie>>.
Strinse gli occhi a fessura: <<Dicevo... ti sei salvata dallo schiaffo solamente per questo>>. Rigirò il mio viso e lo squadrò: <<Per cominciare, non devi dire mai più "Santo Dio", ma "Santo Nathan". Ti salvo dal "Santo Satana", perché non credo ti possa far piacere passare per una satanista>>.
Non emisi un fiato. Se voleva farmi ridere questa volta non c'era riuscito, ma quanto meno i miei lacrimoni iniziarono ad asciugarsi.
<<Dopo di che, la devi finire seduta stante di ripetere certe cose. Tu non sei pazza, non devi diventarlo e non lo sarai mai. Stai cercando di giustificarti, di autoconvincerti di qualcosa di assolutamente falso. Non ti lascerò scivolare in questo tunnel, non te lo permetterò. Quindi, resta qui, tieniti aggrappata a me e strattonami se necessario, la mia presa è più salda della tua. Parlami, ti ascolterò, ci proverò, ma smettila di dichiararti folle. Tu non sei nulla di tutto questo, tu sei Aurora, una ragazza incasinata, continuamente sbatacchiata dagli eventi. Tu non DEVI essere pazza>>.
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Aurora - Silenzio e Voce [Completa]
FantasyAurora ha perso la sua voce. Qualcuno, un volto che fa fatica sia a ricordare che dimenticare, le ha strappato per sempre la capacità di parlare. Mutismo selettivo: un blocco psicologico che le impedisce di esprimersi. La sua vita si accartoccia su...