75 - Ritrovare

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Caracollavamo per la REMS, Lorenzo ed io, troppo presi dai pensieri anche solo per guardarci in faccia.
Ci dividemmo ad una delle uscite per il cortile, lui svicolò lì senza neppure salutarmi, le labbra ancora schiuse.
Io proseguii in avanti, alla ricerca di qualcosa da fare per tenermi impegnata e per distrarmi.

Sebbene fossero passati mesi e mesi, anni ed anni di silenzio tra me e Serena, saperla lontana, in quell'istante, bruciava.
Non avrei più potuto scegliere se ignorarla o meno, d'allontanarmi o avvicinarmi. Non poter decidere, non avere alternative alla sua assenza, mi sconvolgeva.
Speravo sarebbe tornata davvero, cercavo di mettere a fuoco la settimana, forse era mercoledì, o giovedì. Sabato l'avremmo trovata nella sala degli incontri, sì, doveva essere assolutamente così.
Magari non sarebbe tornata per me, ma almeno per Lorenzo, certamente per lui si sarebbe mossa. Io ne avrei beneficiato di rimando, non mi interessava più.
Avevo deciso di mettere da parte l'orgoglio troppo tardi.

Mi attendeva una seduta di terapia di gruppo ormai ampiamente iniziata, ma mi prudevano le mani dal nervoso e, sospinta forse dall'abitudine, forse dalla confusione, finii di fronte allo studio di Gaeli.
La porta era aperta, probabilmente non aveva pazienti.

Affacciandomi, però, notai come sulla poltrona ci fosse seduto Daniele.
Cercai d'essere il più silenziosa possibile –cosa che mi riusciva particolarmente bene- e rimasi poco scostata dalla soglia per osservare la scena.

Gaeli parlava a bassa voce, con lentezza, articolando bene le parole con le labbra, in modo che Daniele potesse aiutarsi leggendo il labiale. Quest'ultimo stringeva i braccioli neri con nervosismo, ascoltando, annuendo e rispondendo. Si controllava, lo vedevo lottare contro i bisbigli che gli si accavallavano in testa, cercando di mantenere ben piantati i piedi a terra.

Aveva la fronte imperlata di sudore e teneva la schiena rigida, il fascio di muscoli del trapezio sporgeva dalla maglietta sempre troppo larga, mostrando come fosse nervoso.

Federico parlava di un calendario di visite che avrebbero mandato avanti una volta che lo schizofrenico sarebbe stato rilasciato.
<<Tre incontri a settimana nella clinica che ti ho segnalato. Mi raccomando, ricordati di portar loro il fascicolo che ti ho dato, io gliene manderò in ogni caso una copia. Ci sono tutte le indicazioni per continuare la terapia come si deve. Se qualcosa non dovesse quadrare, o dovesse sembrarti strana, non esitare a contattarmi. Ne parlerò anche con la tua compagna quando verrà a prenderti, devo essere certo che continuerai a migliorare. Non potrò seguirti, te l'ho già detto, sono impegnato a tempo pieno qui nella REMS, ma non voglio mandare a monte tutto quel che abbiamo fatto fin'ora>>.

Quindi Daniele non sarebbe tornato in ogni caso.
Dopotutto una struttura adibita alla riabilitazione dei criminali non era certamente il massimo. Probabilmente non ci sarebbe neppure dovuto finire, la REMS era stata un po' la sua ultima spiaggia. Si era girato gran parte delle cliniche italiane, alla ricerca di qualcuno che sapesse cosa combinare con la sua testa. Per esser certi d'aver provato qualsiasi cosa lo avevano spedito a far compagnia ai delinquenti.

Tirai su col naso e decisi d'aver ascoltato decisamente troppo.
Bussai sullo stipite della porta e aspettai che mi notassero.

Alzarono lo sguardo entrambi.
Gaeli mi sorrise e aggrottò la fronte: <<Aurora, la nostra seduta non era prevista per oggi pomeriggio?>>.

Non potei fare a meno di notare come Daniele si fosse improvvisamente rilassato, nel vedermi.
Sogghignai appena e mi avvicinai.
Silvia lo tranquillizzava tanto come lo facevo io?

Allungai una mano sulla scrivania dello psichiatra, afferrai qualche foglio e una penna. Non avevo idee chiare su cosa avrei voluto dire, non capivo perché avessi deciso d'andare proprio lì, se lo avessi fatto per cercare lo psichiatra o, piuttosto, lo schizofrenico.

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora