Singhiozzante avevo aperto a fatica la porta, ero stata accolta dagli eloquenti occhi di un silenzioso Giotto.
Non so cosa mi stia accadendo, provai a dirgli con il pensiero. Lo presi in braccio e lo strinsi forte. Le sue fusa coprirono il suono dei miei sussulti.
Ci misi del tempo a calmarmi, un'ora piena che utilizzai per rischiararmi i pensieri.
Fu inutile, perché non avevo ricordi precisi del tempo che mi ero persa. Sapevo che non ero tornata a casa, sapevo che avevo ancora dell'alcool sullo stomaco, che avevo fame, che mi ero svegliata estremamente svestita.
Sfogliai il mio diario, l'ultima cosa scritta risaliva a due sere fa. Presi una penna, la stappai con la bocca ed iniziai a scrivere: "Ho perso dei ricordi". Titubai un istante, poi aggiunsi: "Zeno mi ha rivolto la parola, sembrava preoccupato per me. Da quello che ha detto credo di essere andava via dalla tavola calda prima del tempo". Proseguii: "Mi guardava. I suoi occhi erano puntati solamente su di me".
Mi salì un conato in gola, corsi verso il lavandino della cucina e rigettai tutto quello schifo che mi ero ritrovata in corpo.
Giotto non capì cosa mi stesse accadendo, strano, visto che aveva vomitato palle di pelo in giro più di una volta. Una scocciatura da poco ripulire.Miagolò e mi sembrò che stesse chiedendo del cibo. Feci due conti e mi resi conto che probabilmente non aveva ancora mangiato, poverino. Aprii il frigo e sbuffai. Possibile che fosse sempre e perennemente vuoto?
Ricordavo che da bambina, quando aprivo quello che avevo a casa, era sempre pieno zeppo di tante cose da mangiare. Quante volte faceva la spesa mia madre per tenerlo sempre così fornito? Quelli erano dettagli che ad una bambina non sarebbero mai interessati.---
Infilai qualche scatoletta di tonno nel carrello, un cespo di insalata, un pacco di pop corn ed una bottiglia di succo di frutta.
Non avevo voglia di stare in giro, mi sentivo ancora sporca e stanca, la schiena cominciava a farmi male. Volevo stendermi sul mio materasso sconquassato e dormire, godermi questa giornata di pausa dal lavoro, rilassarmi, cercare di ricordare o dimenticare di aver perso dei ricordi. Avrei provato ad andare avanti, come sempre, scavalcando le cose a grandi falcate. La vita non si fermava di fronte a nulla, solo alla morte, tanto valeva non rimanere indietro.
«Aurora». Mi immobilizzai: non era possibile, non di nuovo. Afferrai il carrello e mi allontanai facendo finta di non aver sentito, ma per mia disgrazia ero muta e non sorda. «Aurora, ehi, aspetta!».
Non potevo fuggire. Mi voltai verso Zeno e con un grande coraggio, per il quale mi stupii di me stessa, sorrisi. «Ti disturbo?». Mi accostai allo scaffale come per cercare una via di fuga, ritrovandomi però in trappola. Scossi lievemente la testa.Curioso come me ne sentissi inevitabilmente attratta, come quello pseudo amore che provassi si dimostrasse, qui ed ora, come un folle terrore. Una paura gelida anche solo a guardarlo negli occhi. Mi sentivo come una delinquente colta in flagrante.
Quello era il potere di una timidezza che da sempre, o quasi, mi aveva accompagnata. La consapevolezza che la mia ossessione non fosse del tutto normale, che non fosse stato del tutto corretto privare Zeno della gran parte della sua privacy, seguendolo, osservandolo, andando addirittura ad abitare di fronte a lui. Ero strana, ma non nel tutto indifferente alla mia instabilità.
Avrei voluto sfiorarlo, sentire ancor di più la sua voce roca e calda, ma ritrovarmi lì, dopo anni di distanza inevitabile, di fronte a lui, mi provocava un misto di paura ed angoscia.Oppure era il troppo piacere a darmi quel timore. Come il troppo freddo del ghiaccio dava l'intenso e doloroso calore.
Ora ero lì, così vicina a lui da sentire il suo profumo di pino silvestre, con i suoi occhi puntati solamente su di me, a prendere fuoco, in mezzo ad un lago congelato.
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Nota autrice: Ma cosa succede? Ma come mai Zeno sembra essersi "svegliato" tutto d'un colpo?
Due domande sorgono lecite, o no?
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Aurora - Silenzio e Voce [Completa]
FantasyAurora ha perso la sua voce. Qualcuno, un volto che fa fatica sia a ricordare che dimenticare, le ha strappato per sempre la capacità di parlare. Mutismo selettivo: un blocco psicologico che le impedisce di esprimersi. La sua vita si accartoccia su...