11 - Cambiare

4.1K 440 78
                                    

«Basta, è quasi l'alba». Qualcuno l'afferrò. Non era una presa che aveva già provato durante la nottata, l'avevano sfiorata, strattonata, accarezzata, questo era un contatto più rude e disinteressato. «Esci, forza».

Confusa e stordita si ritrovò all'esterno, sulla strada dalla quale era arrivata in quell'antro ed oasi. Le tremavano le gambe per quanto aveva ballato, le faceva male la gola per quanto aveva gridato, aveva urlato dalla gioia di sentirsi padrona di se stessa. Le sue corde vocali non erano abituata a parlare, erano atrofizzate, pigre, avevano dimenticato di poter vibrare.

Casa. Aurora pensò a questo. Aveva il nitido ricordo di una casa che aveva avuto, una madre, un padre, una sorella: quando ancora non era stata seppellita, quando quell'uomo non aveva ancora smesso d'essere il genitore di quella bambina che era stata. Quando si era avventato su di lei e la madre aveva cercato di proteggerla fino alla morte.

Ricordava il cuore che le era esploso nel petto.

«Corri, scappa, Aurora, scappa!»: le aveva urlato la sorella. Qual era il suo nome? Perché non lo ricordava?

Aveva cominciato a correre su per le scale, mentre dietro di lei sentiva rumori strozzati, i singhiozzi di qualcuno. Si era infilata sotto al letto ed era rimasta lì pensando che sarebbe morta, fino a quando i rumori nella casa non cessarono del tutto.

Era in quel momento che lei aveva cessato di esistere. Aurora l'aveva seppellita nel suo cuore, lei era stata la sua voce, la sua forza, la parte della sua anima in grado di vivere per davvero, la parte irrazionale, quella folle, quella capace di provare odio ed irrefrenabilmente irresponsabile. Ed era stata uccisa dalla parte che in quel momento aveva avuto la meglio: la timidezza, la paura, l'equilibrio, la voglia di restare muta per sempre e sparire.

La parte di anima che era sopravvissuta a quella giornata non aveva mai più parlato e lei era rimasta chiusa lì dentro. Le costole erano state le sue sbarre, aveva gridato e gridato, finché non si era resa conto che il resto di sé non l'avrebbe mai più sentita.

Questo era lei: era stata la voce di Aurora, seppellita quando il padre sterminò la sua famiglia e distrusse la sua vita. Quella bambina non avrebbe più avuto il coraggio di esprimersi, aveva perso tutto e con esso anche la capacità di parlare.

Ma quella forza, la sua voce, era stata abbastanza determinata da sopravvivere in tutti quegli anni, rinchiusa all'interno di quel corpo, incatenata, sepolta e dimenticata.

Fino a quando non accadde qualcosa: una lampadina fulminata si riaccese e finalmente lei ebbe la possibilità di tornare.

Non aveva solo ridato a quel corpo la sua capacità originaria di parlare, ma ne aveva preso totalmente il controllo, aveva seppellito a sua volta la parte silenziosa di Aurora e questa volta avrebbe combattuto per restare.

Silenzio e Voce. Aurora e il suo alter ego. 
Divise in una stessa persona avrebbero cominciato a lottare per riprendere il controllo.

 Divise in una stessa persona avrebbero cominciato a lottare per riprendere il controllo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora