51 - Volere

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Prima ancora di aprire gli occhi e riprendere conoscenza, prima ancora di guardarmi attorno e controllare l'ambiente, già sentii la mia voce sbraitare.

Avevo fatto una scelta, era stata una decisione molto egoistica, volta solamente alla mia sopravvivenza, ma come avrei potuto fare altrimenti? Perché lui non l'aveva rispettata?

Se mi fossi svegliata avrei perso tutto, la pace del Purgatorio e probabilmente anche Nathan, definitivamente.

<<Ma come diamine ti è passato per la testa?>>: annaspai, ancora cieca da tutto quel nero.

Mi sbracciai, finché non afferrai un lenzuolo. Ero su un letto, era tutto troppo buio. Probabile che mi trovassi nelle sue stanze, sentivo un familiare odore di incenso.

Mi dimenai fino a cadere a terra, non sentii alcun dolore.

<<Dove diamine sei? Io giuro che ti ammazzo, Nathan! E ne sono capace, non pensare che le mie siano promesse fatte a vuoto!>>.

Le palpebre erano appiccicate tra di loro, iniziai infuriata a stropicciarle nel tentativo di tornare a vederci qualcosa.

<<Aspetta che finisca di litigare con questi odiosi bulbi oculari e vedi che ti combino>>.

Lo sentii tossire, era troppo lontano da me. Il suo fu un verso strozzato, come se stesse soffocando in qualcosa.

Mi allarmai.

<<Nathan?>>. Non rispose.

Cercai di calmarmi e riuscii lentamente a riappropriarmi della vista. Le poche luci della stanza erano tutte tremendamente fioche, avevo iniziato ad abituarmi a quel bianco immacolato.

Mi alzai con cautela e mi guardai attorno: <<Nathan?>>.

Non c'era.

Sentii ancora tossire e mi voltai. Era seduto a terra in un angolo della stanza affianco, incappucciato di nero ed arrotolato nelle coperte, sembrava svanire come un camaleonte sulla parete scura.

Corsi verso di lui e ripetei ancora: <<Nathan!>>.

Gli caddi di fronte facendo affidamento sulle ginocchia e lo afferrai per le spalle: <<Che hai? Che succede?>>.

Io ero veloce, lui tremendamente lento. Alzò con cautela il viso nella mia direzione ed io rischiai di scoppiare in singhiozzi isterici.

Dagli occhi gli scendevano grosse e dense lacrime dorate.

<<Cosa... cosa sono?>>: balbettai.

Si toccò una guancia impregnando la mano di quel liquido scintillante: <<Ah, stanno continuando>>.

Ero in attesa di una risposta, cercai di non sbraitargli contro sconvolta, rispettai i suoi tempi.

Era terribilmente debole, tremava e sembrava starsi accartocciando su se stesso.

Tossì e si coprì la bocca con una manica nera. Quando l'allontanò notai che vi aveva lasciato sopra una macchia color oro.

<<È il mio sangue>>.

Mi ricordai improvvisamente della notte durante la quale ci incontrammo la prima volta, era scampato ad un incontro con Ryan ed era coperto da quel colore luminoso. Era coperto di sangue.

I suoi occhi scuri erano opachi, una patina di polvere sembrava ricoprirli.

Stava andando in pezzi, temevo che lo avrei visto sbriciolarsi tra le mie mani. Il suo viso era rigato, il mio non tardò ad esserlo.

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora