Epilogo

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Federico non dormiva

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Federico non dormiva.
Nel buio di una stanza, senza fiato, con le lenzuola smosse attorno alle gambe, lui non dormiva.

Era seduto sul materasso, teneva il viso stretto tra le mani, le dita incastrate tra capelli secchi, provati da tutte quelle tinte ridicole che si era costretto a fare.
Al tempo avevano avuto un loro senso, una loro urgenza, quando si era osservato allo specchio sempre più terrorizzato da ogni nuovo capello bianco.

Non lo spaventava l'idea di sembrare vecchio, ma di esserlo.

Aveva appena scavalcato i cinquant'anni e già sentiva su di sé il peso del cielo.
Il tempo, il tempo non sarebbe bastato mai.
La sua smania di fare, la sua voglia di costruire, era insaziabile.

Ciò che lo intimoriva particolarmente era l'idea d'andarsene da quel mondo senza aver lasciato prima un'orma su quell'accumulo di terra e acqua.
Voleva continuare a sopravvivere nel ricordo della storia, voleva essere qualcuno, quel qualcuno su cui nessuno aveva mai scommesso nulla, a partire da una famiglia disillusa, che lo aveva sempre rilegato in un ruolo da figlio minore, concepito per errore e venuto alla luce nel momento sbagliato, fino a tradursi nella competizione impari tra lui e colleghi sempre più anziani.

Era sempre stato una marcia in più avanti agli altri, ma nessuno aveva mai guardato nella sua direzione mentre scalava il podio. No, nessuno lo aveva mai visto gridare vittorioso verso il cielo: erano sempre stati tutti voltati dall'altra parte.
Non gli avevano mai dato una possibilità, mai avevano investito su di lui neppure il beneficio del dubbio.
La sua sconfitta era sempre stata scontata.

Per questo, in tutta la sua vita, Federico non aveva fatto altro che urlare, nel tentativo d'attirare un'attenzione che sapeva meritata.
Aveva costruito il suo futuro col sudore, passando notti intere su tomi di medicina, scavalcando gli ostacoli senza aggirarli, gettando il suo sangue in quel che credeva.

E c'era riuscito, per del tempo, a tappe altalenanti si era trasformato nella nuova rivelazione per un futuro psichiatrico migliore.

Ma non ancora, non aveva fatto ancora abbastanza per rimanere marchiato a fuoco in un libro universitario.
Non lo aveva fatto abbastanza bene, questo era il problema.

Era stata una vita piena d'ambizione la sua, così ingombrante che persino Aurora era riuscita a delinearne goffamente i margini. Un'ambizione così prepotente che lo aveva dilaniato e consumato.

Non era stato in grado di rendersene conto, non si era mai guardato troppo allo specchio, da quando i primi capelli bianchi gli avevano ricordato come il tempo iniziasse a stringere.
Ogni sua azione era stata motivata dal desiderio, dalla frenesia, dalla fretta.
Aveva pensato d'agire in bene.

In quel momento, Federico non dormiva.

Piangeva in silenzio, singhiozzando e spezzando il silenzio di un appartamento enorme, ma sempre troppo vuoto. Un vuoto che prima d'allora non s'era mai fatto sentire.
Stava invecchiando e troppe cose aveva lasciato indietro.

Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora