6 - Cadere

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Stop. Fermo immagine.

Eccoci, siamo qui. Penso di aver raggiunto la linea di partenza di questa storia.

Non pensavo di riuscire nell'impresa, non ne sono ancora del tutto convinta, ma sto scrivendo.
Probabile che tutto questo risulti come un goffo ammasso di ricordi insapori, ma sono certa che non mi abbiano costretta a farlo per dilettarsi in una piacevole lettura.

No, loro vogliono sapere
Non ho questo grande desiderio di aiutarli, non me ne potrebbe fregar di meno, ma la loro domanda è insistente: "Quando terminerai?".

Non so se riuscirò a terminare questo memoir, non so se riuscirò ad evocare altri ricordi, ma per ora siamo qui.

Abbiamo raggiunto la linea di partenza, non pensavo neppure di avvicinarmici: ho iniziato a raccontare la mia storia, ero certa avrei incontrato uno stacco, un evento particolare che avrebbe invertito il corso degli eventi. Non si racconta della monotonia, si parla dei cambiamenti, dei colpi di scena. E sono questi che interessano alla gente, sono questi che loro vogliono sapere.

Non potevo evitare di iniziare lentamente, adagio, parlando di quella pseudo normalità che mi aveva accompagnata in tutti quegli anni. Non so scrivere, non potevo partire dal reale inizio di tutto, non riuscivo a partire dalle cose importanti.

Dovevo introdurmi nella narrazione, innanzitutto per me stessa. Dovevo tramutarmi in personaggio per riuscire a ricordare senza morirne: ero una ragazza muta, con solo un orologio tra le mani, con il cuore colmo di illusioni ed una fronte carica di solitudine. Ventidue anni compiuti e troppo tempo sprecato, troppo tempo mai usato.

Pensavo di star superando la mia vita, d'essere tanto forte da riuscire a guardarla in un inquietante stato oggettivo, come se fossi solamente una spettatrice: come se raccontassi in terza persona. Non me ne rendevo conto, ma già avevo provato a spersonalizzarmi.

Non avrei mai immaginato di ritrovarmi ora, a distanza di anni, a calarmi nelle vesti di protagonista, in una tragedia della quale non ricordavo il copione. 

Ero convinta di tante cose, al tempo, ma prima o poi l'orologio si inceppa, il vento cambia, il fiore appassisce. La fine arriva sempre, ma prima la normalità va spezzata.
Non ci sarebbe stato alcun lieto fine per la bella Biancaneve, se non avesse mangiato la mela avvelenata. La felicità nasce inevitabilmente dal dolore, come una fenice che risorge dalle ceneri. Peccato che non arrivò mai nessuno a svegliarmi dall'incantesimo della strega.

D'accordo. Sono pronta.

Posso proseguire, provare a ricordare il reale inizio della mia vita. L'evento che mi fece cadere sempre più a fondo, alla ricerca di un finale che continuo a credere di non poter trovare mai. 
Questa storia non troverà un equilibrio, non troverà mai il suo respiro. Questa storia sarà per sempre incatenata a me, che di pace non ne avevo trovata neppure nella morte.

Sono pronta.

Sono pronta.

Sono pronta.

Autoconvincersi mi è sempre riuscito bene, seppur questa capacità mi sia sempre stata avversa.
Forse questa volta andrà meglio.

Forse questa volta andrà meglio

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Aurora - Silenzio e Voce [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora