Non sentivo più alcun suono, la voce di Nathan era scomparsa, quella della pallida ragazza anche. Nelle mie orecchie rimase solamente il ticchettio del mio orologio.
Tic toc
Tic toc
Tic toc
Tic toc
Tic
Tic
Tic
Tic
T-Si fermò.
Aprii gli occhi.Rimasi nel buio a fissare il vuoto. Ero confusa e stordita, restai immobile per qualche minuto. Riuscivo a sentire il mio corpo, non percepivo più alcun dolore, ma mi mancava qualcosa. Mi tastai sul petto e non trovai l'orologio, ma non era quello, c'era qualche altra cosa che non andava: il mio cuore non batteva. Incredibile come non avessi mai fatto caso più di tanto a quel sottofondo perenne della mia vita, a quel lento scalpitare alla sinistra del mio petto. Ora che era svanito mi sentivo totalmente persa.
Non mi feci prendere dal panico. Non mi mossi e cercai di schiarire i miei pensieri confusi, che rotolavano in giro senza controllo.Dove sono? Dovevo iniziare rispondendomi a questa domanda. Riuscii ad alzarmi, non mi sentivo debole, stavo bene. Gli occhi iniziarono ad abituarsi al buio e distinsi la sagoma ingombrante di un letto. Una poltrona, una lampada su un comodino. Andai verso quella e l'accesi. Mi coprii il viso con una mano e distolsi lo sguardo.
Mi voltai e guardai più attentamente la piccola stanza nella quale mi trovavo: la moquette e le pareti erano di un intenso rosso cremisi. Non c'erano finestre, solo due porte. Mi sedetti sul letto, il materasso era duro. Sono in una stanza rossa. D'accordo.
Mi guardai le ginocchia nude, indossavo una camicia da notte nera. Ero scalza. Cosa devo fare ora?
Mi alzai e mi avvicinai ad una delle due porte, appoggiai la mano sulla maniglia e feci per abbassarla, ma sentii bussare dall'altra. Indietreggiai.
<<All'appello!>>.
Una voce maschile mi spaventò. Tornai accanto al letto ed afferrai la lampada. Avevo ucciso un ragazzo a coltellate, potevo abbattere chiunque con una lampada.
<<Apri la porta!>>. Lo sentii bofonchiare: <<Come si chiama questa?>>. Uno stropiccio di fogli e sussurrò sommessamente: <<Aurora? Sì, mi sa di sì>>.
Bussò ancora: <<Aurora Carava, devi uscire, muoviti o faremo tardi>>. Provai a staccare la lampada dalla presa elettrica, ma mi resi conto che non l'aveva. Si era accesa senza alcuna alimentazione.
Avanzai verso la porta e lentamente, trattenendo il fiato, l'aprii.
Sollevai l'arma per colpire l'uomo che mi si parò di fronte: era intento a guardare un bloc notes e non prestava attenzione a me. Rimasi immobile.
Lui sollevò lo sguardo verso di me: <<Oh, eccoti>>. Notò la pericolosissima arma che impugnavo ed aggrottò la fronte: <<Che stai facendo con la lampada in mano?>>. Non seppi cosa rispondere e l'abbassai lentamente.Decise di ignorare l'evento: <<Veloce, posala. Dobbiamo andare>>. Ubbidii titubante.
Scossi le spalle e notai che alle sue spalle c'era un gruppetto di ragazzi. Sembravano tutti molto giovani, sicuramente più dell'uomo che mi aveva richiamata. Questo sembrava essere più sulla trentina, aveva dei lunghi capelli neri e masticava una gomma. Iniziò ad allontanarsi seguito dalla piccola mandria.
Scavalcai l'uscio con cautela. Guardai prima a destra e poi a sinistra: mi trovavo in uno stretto e lungo corridoio pieno di porte. Su queste c'era sempre una targhetta, sulla mia era scritto: 1669592.
Gli altri ragazzi mi lanciavano occhiate confuse mentre proseguivano a camminare, sembravano sperduti quanto me. Con lunghe falcate raggiunsi l'uomo e gli chiesi: <<Scusami, potrei farti una domanda?>>. Lui continuava a sfogliare il bloc notes: <<Non potresti chiedermi nulla che non mi abbiano già chiesto loro nell'ultima mezz'ora>>, indicò i silenziosi ragazzi.
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Aurora - Silenzio e Voce [Completa]
FantasyAurora ha perso la sua voce. Qualcuno, un volto che fa fatica sia a ricordare che dimenticare, le ha strappato per sempre la capacità di parlare. Mutismo selettivo: un blocco psicologico che le impedisce di esprimersi. La sua vita si accartoccia su...