Chapter 23

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«Allora, ricapitolando, cosa devi fare in caso succedesse qualcosa?» Jackson, sulla soglia della porta, si gira puntandomi gli occhi addosso e aspettando la mia risposta.

«Jackson, è la milionesima volta che ti elenco ciò che mi hai detto,» appoggio entrambe le mani sulle sue spalle per poterlo tranquillizzare, «se dovesse succedere qualcosa, prima di tutto ti chiamo e poi vado in una stanza dove potermi chiudere a chiave fino al tuo arrivo.» Esordisco spingendolo lentamente fuori dalla porta per tornarmene al piano superiore dove mi stava aspettando Beth.

«Non provare nessun tipo di pasticca, neanche quelle con sopra gli smile, sono le peggiori.» Dopo aver pronunciato queste parole si bloccò di colpo strizzando gli occhi, probabilmente mentre si stava maledicendo per ciò che aveva detto.

«Non ho intenzione di provare nessun tipo di droga e, se ti può rallegrare, ho sempre detestato gli smile; ora,» Lo guardai con uno sguardo divertito, alzò le sopracciglia aspettando che continuassi il mio discorso, «vai a divertirti, così che io possa andarmi a preparare.» Lo abbracciai per poi spintonarlo nuovamente giù dallo scalino.

«Ah, un'ultima cosa-» Lo interruppi precedendolo.

«Sì, certo, ciao Jackson.» E gli chiusi la porta in faccia ridacchiando, mi girai di soprassalto quando la mia amica pronunciò la sua sentenza.

«Non so se definirlo oppressivo o possessivo,» appoggiò l'indice sopra alla bocca fingendo un'espressione di riflessione, «direi decisamente entrambi, non trovi?» La guardai per qualche secondo sbattendo ripetutamente le palpebre per poi scoppiare in una fragorosa risata che contagiò anche lei.

«Ora, via con i preparativi.» mi spinse su per le scale, dove per poco non sbattei la faccia per terra, e mi fiondai in bagno per farmi una doccia rinfrescante e rigenerante.

«Sto provando il tuo profumo!» Urlò dalla mia stanza facendomi scuotere la testa, mi asciugai frettolosamente il corpo con la salvietta panna piegata ordinatamente sulla mensola in legno destinata agli asciugamani, mi truccai lievemente applicando un po' di mascara e una leggera pennellata di terra solo per rinvigorire le mie gote pallide.

«Gwen che dici, rossetto rosa o rossetto rosso?» Mi girai a guardarla, era sulla porta con indosso già il suo vestito nero, le lasciava le spalle scoperte avendo una scollatura a forma di cuore per poi scendere dolcemente fino ad appena sopra il ginocchio.

«Decisamente rosso, lo metto anche io.» Le sorrisi affettuosamente mentre mi infilavo il mio; in risposta mi schioccò l'occhio per poi posizionarsi davanti allo specchio e mettersi il pigmento rosso fuoco sulle sue labbra.

Frugai nella mia borsa dei trucchi, decisamente limitati, ed estrassi anche io il mio, era leggermente più scuro del suo, ma egualmente pigmentato.

«Signorina, hai intenzione di venire con questi occhialoni?» La guardai stupita dopo di che mi imbronciai lievemente per la sua affermazione.

«Cos'hanno che non va i miei occhiali?» Me li sistemai guardandola storto.

«Niente, ma ti saranno d'impiccio e poi, coprono il tuo viso, perché vuoi nasconderlo così?» Me li tolse delicatamente per poi appoggiarli sul ripiano del bagno.

«Ora sì che va meglio.» Batté le mani soddisfatta e aspettando una mia conclusione; in realtà ci vedevo bene anche così, non mi mancava più di tanto, però ho sempre trovato comodo il doverli indossare.

«Perché non mi piace che la genti si soffermi troppo nel guardarmi, e» Alzai le spalle per sdrammatizzare, poi continuai, «anche se volessi toglierli per stasera non potrei, non ho ancora comprato le lenti a contatto.» Ridacchiai sapendo di aver vinto questa piccola battaglia.

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