Chapter 56

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L'atmosfera in questa casa era notevolmente cambiata, mi sentivo nettamente minacciata e non capivo per quale motivo questi due fossero nella stessa stanza.
La temperatura era calata e numerosi brividi, interpretai di paura, mi percorsero la spina dorsale, mentre Peter premeva la punta luccicante contro il mio collo, lasciando che un piccolo rivolo di sangue fuoriuscisse dalla mia pelle fino ad arrestare la sua corsa sulla mia clavicola.
Il dolore era minimo, un lieve pizzicorio, probabilmente mascherato dall'adrenalina.

«Ma andiamo!» Una grassa risata di gola fuoriuscì dalle labbra dello psicopatico facendogli vibrare il petto a cui ero appoggiata. «cos'è successo al duro e freddo Styles?» Mi strattonò facendomi deglutire, Harry cercò di avvicinarsi ma Peter premette maggiormente il coltello contro la mia gola facendomi mugolare di dolore e paura, così si arrestò bloccandosi.

«Ma Styles,» si interruppe lasciando spazio all'immaginazione. «cosa ne pensi di raccontare la verità su di te alla dolce Gwendalyn?»

La verità?
Cosa avrebbe dovuto dirmi?
Ricordo ancora l'espressione che il riccio assunse non appena udì le parole di Peter, sembrò sbiancare di colpo mentre un lieve panico prese possesso del suo corpo, ma solo per qualche secondo, per poi ritornare il solito muro invalicabile.

«Che verità?» Sussurrai per quanto mi fu possibile a causa della pressione del coltello, ma ciò non impedì ai giovani di sentirmi. Desiderai che tutto ciò fosse uno dei miei numerosi incubi che ogni notte mi tormentavano lasciandomi senza fiato ogniqualvolta mi svegliassi di soprassalto con la fronte umettata di sudore.

«Se non hai intenzione di dirglielo, le racconterò tutto io.» Il cuore mi batteva freneticamente nella gabbia toracica, temetti volesse fuoriuscire.

«Chiudi quella fogna se non vuoi che te la chiuda io, tocco di merda!» Ringhiò Harry stringendo i pugni, stava perdendo la pazienza e ciò non avrebbe portato a nulla di buono.

«Non sei nella posizione di dettar regole, coglione del cazzo,» rise della grossa per poi schioccare la lingua rumorosamente contro il palato, cercai di divincolarmi dalla sua presa ferrea, ma lui mi strinse maggiormente, per poi sussurrarmi maliziosamente all'orecchio non pensare di riuscire a sfuggirmi una seconda volta, principessa. «dove eravamo rimasti? Ah sì, dolce Gwen ti sto per raccontare la storia più bella che potessi mai sentire.»

«Dovevo ammazzarti quando ne ho avuto l'occasione!» Harry si gettò su Peter lasciando che il coltello mi sfregiasse leggermente, finirono a terra cominciando ad azzuffarsi come se fossero animali, nessuno dei due prevaleva sull'altro, sembrava uno scontro ad armi pari, fino a quando Peter non estrasse una pistola da una cavigliera, puntandola dritta verso di me.

«Allontanati o le sparo.» Harry grugnì rumorosamente quasi fosse un cavernicolo e si distaccò dal corpo disteso dell'altro giovane, che sorrise sornione con un'espressione vittoriosa disegnata sul viso pallido ed etereo.

In quel momento mi ricordai quanto fossi indispensabile per il ragazzo armato, rimembrando ciò che il suo capo spietato mi avesse detto, ovvero che gli servissi viva; per cui non temetti per la mia incolumità, seppure non fossi sicura totalmente.

«Voglio sapere.» Alzai il viso guardando Peter negli occhi, sapendo che qualunque cosa dovesse dirmi il riccio, non l'avrei mai udita pronunciare dalle sue labbra. In quel momento persino il giovane aguzzino si stupì della mia richiesta, lasciando trapelare il suo stupore per la domanda implicita e per il mio coraggio sfacciato; poi il solito sorriso cinico si fece spazio sul suo viso indicandomi quanto questa storia lo divertisse e questo poteva solo significare una cosa, che mi avrebbe distrutta.

Deglutii, i miei occhi impavidi non lasciavano quelli sbeffeggiatori del ragazzo, in quell'istante tutto intorno a noi si dissolse lentamente, il mio sguardo incastonato nel suo; ricordo quanto ebbi paura di perdermici dentro, sprofondando negli abissi della sua oscurità.

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