Vi chiedo di leggere le note autrice a fine capitolo, mi serve per la continuazione della storia.
Buona lettura❤️Nessuno si era più fatto vedere nell'arco delle ultime ore, mi avevano lasciata in prenda ai miei stessi pensieri terrificanti.
Le domande che mi rimbombavano in testa erano tante, troppe.
Non sapevo se fosse ancora notte o se ormai la luna avesse lasciato spazio al sole brillante; la gola mi bruciava, necessitante di acqua fresca, i polsi supposi fossero circondati da aloni violacei a causa della corda e del continuo mio tentativo di fuga, uno mi doleva particolarmente, mi chiesi se me lo fossi slogato.
I miei occhi erano gonfi e mi sembrava che qualcuno continuasse a versarci dentro piccoli granelli di sabbia, le labbra secche e spaccate donavano alla bocca un sapore ferreo mentre i miei respiri pensanti ne accarezzavano la superficie.
Tossii e una fitta al torace mi obbligò a contorcermi leggermente.
Necessitavo di un bagno, puzzavo e la mia vescica stava per scoppiare.«C'è qualcuno?» Gracchiai con la voce roca, sperando che Peter potesse sentirmi.
Mi resi conto di come la mia vita fosse andata a rotoli proprio nel momento in cui avevo lasciato l'orfanotrofio, luogo che mesi fa definivo una prigione.
Urlai fino a quando non mi bruciò la gola per la disperazione, singhiozzi scivolarono fuori dalle labbra mentre copiose lacrime scorrevano dagli angoli dei miei occhi fino ad espandersi sulle lenzuola bianche della brandina.«Per favore qualcuno mi aiuti,» inspirai affannosamente per poi deglutire. «lasciatemi andare.» Mi lamentai per quello che pensavo fosse un tempo interminabile, nessuno si degnò di portarmi da bere o di controllare se fossi ancora viva.
I lamenti, i lamenti indicavano che la fossi, per loro erano sufficienti.Le successive ore le passai contorcendomi per i dolori dovuti alla mia vescica strapiena, gli occhi cominciavano a dare i primi segni di stanchezza.
Non addormentarti o morirai.
Era diventato il mio pensiero primario.
Tremavo di paura non appena sentivo qualche minimo rumore che non riuscivo a decifrare o riconoscere; quando sentii un liquido caldo scivolarmi tra le gambe cominciai a piangere dalla vergogna sentendomi come un cane.
Provai a bloccarmi ma il bruciore divenne insostenibile così mi abbandonai ai miei bisogni tra le lacrime e l'umiliazione.
Le lenzuola si inzupparono mentre un odore acre si diffuse nell'aria, mi mossi sperando che il liquido si asciugasse il più velocemente possibile.
Decisi di abbandonarmi totalmente lasciando che il sonno prendesse il sopravvento e mi trascinasse in un mondo migliore, quello dei sogni.Qualcuno irruppe nella stanza risvegliandomi dal mio sonno, sembrava che qualcuno mi avesse lanciato addosso un blocco di cemento.
Ero spaesata e ci misi qualche minuto per mettere a fuoco il soggetto appena entrato.«Wow,» tossì portandosi due dita alle narici. «non era esattamente il buon profumo che intendevo l'altra sera.» Mi sentii umiliata, non riuscivo a guardarlo negli occhi.
«Perché mi stai facendo questo?» Sussurrai, si dovette avvicinare per sentire ciò che gli stavo domandando.
«Principessa, non dipende affatto da me.» Nonostante questa risposta non sembrava per niente dispiaciuto, anzi, la sua faccia trasudava divertimento.
Estrasse un fazzoletto bagnato avvicinandosi minacciosamente al letto, provai a rannicchiarmi tirandomi dalle corde, stringendo i denti per il male ai polsi.«Cosa mi vuoi fare? Non toccarmi bastardo!» Urlai tra le lacrime, gli tirai dei calci non permettendogli di avvicinarsi.
Afferrò una mia caviglia facendosi strada tra le mie cosce, per poi tapparmi il naso e la bocca con quel pezzo di stoffa inumidito.
L'odore forte di alcool invase le mi vie respiratorie facendomi rigirare gli occhi all'indietro e perdere i sensi.
Oblio.***
Mi svegliai in un comodo letto, coperto da lenzuola scure e profumate, la stanza era completamente l'opposto della precedente, era arredata con buon gusto, la finestra era ancora sigillata ma mi sembrava di trovarmi in una suite di lusso.
I miei polsi non erano più stretti da una corda ruvida, bensì appoggiati delicatamente sul cuscino di seta grigio, due grossi aloni rossastri si trovavano intorno ad essi, mentre una benda era avvolta al polso destro.«Datti una ripulita, c'è il bagno di lì,» mi girai di scatto quando udii la voce del giovane, non avevo notato la sua presenza.
Si alzò venendomi incontro, mi afferrò per l'avambraccio alzandomi dal materasso. «puzzi di urina e non voglio che mi sporchi le lenzuola pulite.»
Non appena i miei piedi si adagiarono sul parquet scuro crollai a terra non riuscendo a reggere il peso del mio stesso corpo a causa di tutti i sedativi che mi avevano iniettato.«Muoviti, non sono la tua baby-sitter.» Attingendo a tutta la forza che avevo in corpo mi trascinai a fatica in bagno dove mi gettai sotto la doccia, insaponai ogni parte del corpo, comprese le gambe dove si era seccato il liquido corporeo.
Fu come ricevere una grossa boccata d'aria dopo minuti di apnea.
Mi asciugai con la prima salvietta che mi capitò sotto tiro, fui sul punto di rivestirmi quando la sua voce mi fece sussultare.«Le mutande pulite sono nel cassetto,» aveva un tono sarcastico e mi immaginai il solito sorrisetto sul volto. «mentre i vestiti sono qua.» Arrossii istintivamente quando aprii il cassetto notando a quale tipo di mutande si riferisse.
«Io non ho intenzione di indossarle.» Dissi scuotendo la testa quasi parlando più a me stessa che a lui.
«Per me non c'è problema, esci pure senza.» Non ero intenzionata ad uscire da questo bagno senza essere vestita, come non ero intenzionata a farmi vedere nuda da lui.
Presi in mano il paio di slip e li rigirai tra le mie mani, erano troppo piccoli e la parte davanti era uguale alla parte di dietro.
Imbarazzante.
Erano trasparenti in pizzo rosso, sembravano delle mutande da lingerie baby-doll.
Notai come fosse inserito anche un reggiseno, del medesimo colore e del medesimo pizzo.«C'è anche un regalo da parte mia, trovato?» Solo un sociopatico come lui poteva andare a comprare il reggiseno abbinato.
Mi infilai le mutande non volendo riutilizzare quelle sporche di urina e indossai anche il suo regalo, non avendo il mio.«Sei morta?» Respirai profondamente sapendo che sarei scoppiata a piangere nuovamente se avesse parlato ancora.
Ero tremendamente timida e il pensiero di dover uscire, vestita così, davanti a lui, mi intimoriva.«Va bene, se non vuoi uscire tu,» sentii un rumore di passi e cominciai ad entrare nel panico. «entro io.»
Spalancò la porta facendomi sussultare, indietreggiai appiattendomi contro il muro afferrandomi il labbro tra i denti per non piangere, mentre il suo sguardo passava in rassegna tutto il mio corpo.«Ho sempre pensato che il rosso fosse il tuo colore.» Si avvicinò fino ad arrivare ad una spanna dal mio viso, il suo respiro si infrangeva sulla mia fronte, tremavo impaurita dalla sua figura torreggiante.
«Non sono più così convinto di volerti dare i vestiti che sono nella mia stanza.» Sorrise sornione afferrando una ciocca dei miei capelli, sfiorò il mio braccio facendo scorrere il polpastrello lungo quest'ultimo.
Quando si avvicinò maggiormente, riuscii a percepire la sua eccitazione, provocandomi la nausea.«Riesci a sentire quanto ti voglio?» Afferrò il mio braccio con violenza girandomi in maniera fulminea facendo aderire la mia guancia contro il muro del bagno.
Provai a dimenarmi ma premette maggiormente il suo corpo su di me bloccandomi i polsi sopra alla testa.
Provavo ribrezzo ogniqualvolta lo sentivo contro i miei glutei.
I polsi mi dolevano e seppure lui lo sapesse, non sembrava importagliene.«Ti prego Peter.» Singhiozzai, mi girò nuovamente verso di lui per poi scortarmi nella sua stanza.
Mi spinse sul letto, provai a scappare ma afferrò la mia caviglia trascinandomi vicino al suo corpo eccitato.«Secondo te, per quale motivo ti ho fatto tirare fuori da quel tugurio di stanza? Sii un minimo riconoscente, principessa.» Un ghigno malizioso contorse le sue labbra rosee.
A|N
Buongiorno! Ecco a voi il nuovo capitolo, siccome ho visto che siete rimasti attivi ho voluto pubblicarlo prima del previsto.Vi devo chiedere una cosa importante, ho già scritto il prossimo capitolo, ed è a rating rosso, non sono sicura di volerlo caricare, voi cosa dite?
Vi prego di rispondere a questa domanda perché sono veramente bloccata, non so se devo pubblicarlo così "spinto" oppure riscriverlo con scene meno pesanti.
Grazie mille se risponderete a questa domanda.Vi auguro una buona giornata, bacioni.
Carolina.
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Emerald Eyes
Fanfiction"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno. #1 in mistero/thriller on 23.12.2016 #4 in fanfiction on 18...