Chapter 42

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«Ehi Gwen.» Sbarrai gli occhi e sperai che questa voce fosse solo frutto della mia immaginazione.
Deglutii e mi girai fingendo un ampio sorriso rivolto al ragazzo posto dietro alle mie spalle.

«Jackson, come andiamo?»
Come andiamo? Ma davvero?
La voglia di prendermi a sberle salí a livelli estremi, così tanto che considerai l'idea di sbattere ripetutamente la testa contro il pezzo di latta al mio fianco.

«Stasera c'è una festa a casa di Jennifer e siccome i nostri escono, volevo dirti se ti andrebbe di venire, insieme a Beth ovviamente.» Storsi il naso al pensiero di dovermi recare con questo freddo fuori di casa per andare ad una festa probabilmente piena di gente ubriaca e musica perforante i timpani.
Come no.

«Sinceramente non ho tanta voglia, poi è un giorno della settimana e preferisco stare in casa, farò venire da me Beth così da non stare da sola, guarderemo un film.»
Non sembrò esserne tanto convinto, tanto meno felice, ma finse comunque di annuire allegramente per poi salutarmi e dirigersi verso la palestra dove si sarebbero tenuti gli allenamenti di Lacrosse.

Sospirai rumorosamente per poi scuotere la testa dirigendomi a mia volta nell'aula di Arte, dove raggiunsi Beth ricordandomi di chiederle di stasera.

«Vengo solo ad una condizione,» mi guardò aspettando che la incitassi a continuare. «mi fai cucinare il mio cavallo di battaglia e guardiamo un film horror.» Dopo svariati battibecchi su cosa dovessimo mangiare, cedetti accettando la sua proposta, ovvero salmone in crosta con patate arrosto e piselli.
Sperai davvero che sapesse cucinarli altrimenti Lucinda mi avrebbe fatto pagare i danni per tutta la vita.

«Sono da te alle 20, mi raccomando!» La salutai calorosamente per poi incamminarmi verso casa a piedi essendo Jackson ancora ad allenarsi.

«Gwen.» Mi girai trovando il viso di Aiden osservarmi con circospezione e un piccolo sorrisetto sul volto.

«Biondo.» Risposi di rimando continuando a calciare il sassolino che si trovava a qualche centimetro dai miei piedi.

«Cosa mi racconti?» Chiese avvolgendomi la spalla con un suo braccio, cosa che mi imbarazzo notevolmente.
Da quando io e il giovane avevamo una conversazione civile?

«Nulla di che, tu invece?» Alzai le spalle sperando che capisse quanto la sua vicinanza mi indispettisse leggermente e che mi togliesse il braccio da dosso.

«Per caso oggi ho sentito la conversazione con la tua amica, Britney?»
Alzai gli occhi al cielo, perché nessuno riusciva mai a ricordare il suo nome?
Bethany, bofonchiai facendolo ridere.

«Riguardo il riccio e,» ridacchio cercando di divagare e di sembrare divertito dalla situazione. «sinceramente pensavo puntassi più in alto, insomma, guarda che gran pezzo di gnocco hai a disposizione, e tu vai a cercare quel cazzone, mi deludi bambolina.» Il suo viso aveva assunto un'espressione sarcastica.

«Non sono affari tuoi su chi mi interessa e poi,» mi scostai bruscamente dal suo corpo facendo ricadere il suo braccio lungo il suo fianco. «non mi interessa Harry.» Arrossii notevolmente quando pronuncia il suo nome.

«Ma quanta confidenza che avete, persino chiamarlo con il suo nome, mi sono perso qualcosa?» Inarcò le sopracciglia scoppiando poi a ridere con una risata profonda e di gola.

«Non sono affari tuoi.» Con questa conversazione non mi ero accorta di essere arrivata finalmente a casa mia così lo lascia sul vialetto senza neanche salutarlo e mi diressi verso la serratura.

«Lascialo perdere, non è il ragazzo che fa per te, dico sul serio.» Mi girai e sul suo viso mi accorsi che il sorriso sarcastico e l'espressione divertita erano stati sostituiti da serietà e autorevolezza.
Mi preoccupai leggermente.

«Buona serata Gwendalyn.» Incurvò le sue labbra in un sorriso abbozzato e proseguí per la sua strada senza lasciarmi il tempo di ribattere.
Mi scrollai le spalle sperando che la sensazione che mi aveva assalita quando aveva pronunciato quelle parole se ne sarebbe andata.
Così non fu.

***

«Lasciami fare, so come si prepara il salmone in crosta per la miseria!»
Le lanciai il sale per poi dirigermi in sala e accomodarmi come aveva ordinato la cuoca.

«Ti avviso, prova a bruciarmi la cucina che vedi cosa succederà ai tuoi capelli e ti consiglio di non volerlo scoprire.» Le diedi le spalle sentendo il suo verso di disapprovazione e accendi la tv iniziando a selezionare i film più belli da vedere dopo la cena.
Passarono 10 minuti buoni prima che un odore di bruciato e un suono simile ad un allarme invasero la stanza.

«Cos'è questo rumore?» Mi chiese affacciandosi dalla porta della cucina.
Mi alzai di corsa e spensi i fornelli cercando poi di disattivare l'allarme.

«Te l'avevo detto io che avresti fatto bruciare qualcosa.» Scoppiai a ridere e presi il telefono per farci portare a casa una pizza con doppio formaggio e salamino piccante.

«Per farmi perdonare ti lascio scegliere il film.» Scoppiai a ridere e le indicai la lista di quello che avevo scelto.
Dopo venti minuti, appena prima che arrivassero le pizze scegliemmo Non Aprite Quella Porta.
Pagammo il ragazzo delle consegne e poi ci accomodammo con le nostre pizze sul divano.
La fine della serata arrivò più in fretta di quanto pensassi e così ci salutammo.

«La prossima settimana dobbiamo vedere il seguito e,» gonfiò il petto prima di riprendere a parlare. «prometto di allenarmi per il salmone.»
La spinsi fuori di casa tra una risata e un'altra, le ricordai di avvisarmi una volta arrivata a casa e le diedi la buonanotte.
Salii al piano di sopra dirigendomi nella mia stanza dove mi infilai il piangiamo subito dopo essermi lavata, mi stavo per mettere sotto le coperte quando il telefono portatile, del piano inferiore, suonò.
Scesi velocemente le scale pensando che fosse Lucinda che mi augurasse la buonanotte, ma quando rispondi nessuno dall'altro capo del telefono proferì parola, sentii solo un respiro pesante rimbombarmi nelle orecchie, proprio come la sera della festa.

«Pronto?»Deglutii guardandomi intorno, una risata profonda mi gelò il sangue nelle vene, buttai giù la linea.
Corsi su per le scale ritornando in camera mia, il cuore batteva forte nel petto mentre cercavo di calmarmi.
Sono chiusa in casa, non può farmi del male.
Il telefono ricomincio a squillare facendomi sobbalzare per lo spavento.
Non appena quest'ultimo smise di suonare, la vibrazione del mio cellulare attirò la mia attenzione.

Numero Sconosciuto:
Se non mi rispondi mi toccherà raggiungerti.

Andai completamente nel panico quando lessi quelle parole, ero sul punto di avviare la chiamata con Harry quando sentii un rumore sordo proveniente dal piano inferiore, subito dopo uno più debole, come la chiusura della porta, e poi una risata di gola, la stessa della telefonata.

A|N
Buonasera a tutti, scusate per il ritardo ma sono stata davvero molto impegnata, per cui ecco a voi il capitolo, come regalo di Natale🎄 🎁
Domanda capitolo: Come passerete le vacanze? Io with my family sono già andata in montagna a sciare!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Cosa pensate che possa succedere?
E Aiden perché le ha detto di non frequentare il riccio?
Siamo nella #146 postazione in FanFiction e non potrei esserne più felice, tutto merito vostro!
Lasciate un commento e una stellina e buona festa a tutti!

all the love, Carolina.
❤️

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