Un gioco di ombre arancioni e gialle svolazzavano dietro le mie palpebre pesanti, un tepore rilassante avvolgeva il mio corpo non più bagnato e infreddolito, mentre una sottile coperta di pile era appoggiata delicatamente su di me. Aprii lentamente gli occhi disorientata di dove potessi trovarmi, mi coprii maggiormente con il morbido tessuto nero dopo che una scarica di brividi mi fece venire la pelle d'oca lungo tutta la spina dorsale, lasciai che un sospiro scivolasse fuori dalle mie labbra screpolate a causa del freddo e mi guadai attorno stringendomi le ginocchia al petto. Il fuoco sfrigolava nel camino che si stagliava al centro della sala riscaldando l'ambiente, i ceppi di legno scoppiettavano rompendo il silenzio che contraddistingueva l'abitazione.
«Ben svegliata bella addormentata.» Mi girai di scatto all'udire la voce profonda del ragazzo alle mie spalle, un ciuffo ribelle fuoriuscito dalla coda ormai disfatta e scompigliata mi cadette sugli occhi solleticandomi lievemente lo zigomo. Il sorriso impertinente ed arrogante giocava sulle labbra piene, quasi a stuzzicarmi, indossava solo un pantalone nero e una camicia di un tessuto sottile rosso, ricamato con dei disegni indistinti sui toni scuri, decisamente non consono alla stagione corrente. Vedendo che non proferivo parola, essendo paralizzata sul posto, si avvicinò con una bottiglia contenente un liquido verdastro.
«Non osare avvicinarti, mostro.» Mi strinsi saldamente alla coperta profumata di cannella e mi rannicchiai sul divano di lino grezzo, notai di non aver indosso più i miei vestiti fradici, ma una sua maglietta bianca con il logo dei KISS, una risata divertita scivolò fuori dalla sua bocca carnosa, appena accennata, ma sufficiente da giungere alle mie orecchie.
«Non ho intenzione di morderti, non hai nulla di cui temere.» Ironizzò alzando gli occhi al cielo sarcasticamente, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia, un tuono squarciò il silenzio facendomi sussultare, piccola distrazione che gli permise di avvinarsi di soppiatto non essendo più sotto la mia attenzione. Svitò il tappo velocemente appoggiandoci sopra un dischetto di cotone che si impregnò all'istante del liquido, mi afferrò il polso con delicatezza ma al suo tocco strillai impaurita e spaventata di cosa volesse farmi.
«Non costringermi ad ammanettarti.» Mi fulminò con una delle sue solite espressioni omicide ammutolendomi all'istante, si inginocchiò sul parquet grezzo della casa e si allungò scostandomi una ciocca di capelli ancora leggermente umettati di pioggia. Mi tamponò quella che supposi fosse una ferita della mia precedente caduta provocandomi un sussulto a causa del bruciore derivante dal disinfettante. La sua vicinanza mi portò ad arrossire notevolmente, ricordandomi ciò che era successo il giorno prima, nel bosco.
«Ti metto in soggezione, bambina?» Il suo commento non fece altro che imbarazzarmi in maniera maggiore, sentivo il calore salirmi ed estendersi per tutto il viso, le guance a fuoco.
«Perchè sono a casa tua?» Fu sorpreso nell'udire quelle parole, quasi sussurrate, tanto che fu costretto ad avvicinarsi di più. Lo guardavo timorosa e spaventata, l'unico scenario che si affacciava nella mia mente era la mia prossima morte a causa delle mani di questo assassino a sangue freddo. I suoi occhi erano assottigliati a due piccole fessure, quasi avessi detto qualcosa di poco carino o di maleducato, pentendomi subito di avergli posto quella domanda che da quando avevo aperto gli occhi mi ronzava in testa assiduamente.
«Sei svenuta per strada, preferivi ti lasciassi sotto la pioggia scrosciante?» Alzò un sopracciglio, azione che trovai maledettamente sexy, e poi proseguì con la sua solita aria da supponente. «Mi fa sempre piacere constatare che il tuo modo per ringraziarmi sia piuttosto singolare.» Si alzò torreggiandomi con la sua altezza intimidatoria, lasciai che un piccolo sbuffo uscisse dalla mia bocca piegata in una smorfia sarcastica.
«Hai ragione, dove ho lasciato le buone maniere,» ridacchiai divertita per poi proseguire subito dopo essermi schiarita la gola. «ti ringrazio, mio salvatore, per aver posticipato la mia morte, ironico a dirlo, per cui hai intenzione di prenderti il merito!» Uno sbuffo identificabile come una risata sarcastica scivolò fuori dalla mia bocca, mentre un sopracciglio si incurvò per accentuare la presa in giro nei suoi confronti.
«Possiamo ancora anticiparla,» sussurrò afferrandomi per il collo e alzandomi dalla mia piccola cuccia, un improvviso sbalzo termico dovuto alla lontananza dalla coperta e soprattutto al terrore mi fece tremare. «non ti hanno insegnato le buone maniere, bambina?» Ringhiai a quel nomignolo fastidioso, gli afferrai il polso con entrambe le mani e cercai di graffiarlo, in risposta mi attaccò al muro, ma senza soffocarmi, applicando solo una lieve pressione per immobilizzarmi il volto e per intimidirmi.
Cosa che sarebbe stato in grado di fare anche solo con la sua presenza, mi ricordò la mia vocina interiore che ultimamente si divertiva nello sbeffeggiarmi più di quanto gli fosse consentito.
«Sta iniziando ad innervosirmi il tuo modo di fare, sai?» Soffiò ad un centimetro dalle mie labbra rosse, il suo respiro caldo e al sapore di menta con tabacco mi fece venire i brividi e strani pensieri, che non sarebbero dovuti nemmeno nascere, esplosero nel mio cervello. «Ho avuto molta pazienza con te, cosa che non mi si addice alquanto, per questo voglio dirti una cosa,» continuò il mio monologo non aspettandosi una risposta, che se anche ne avessi avuta una non mi sarei mai permessa di esporgliela, da parte mia. « a giocare con il fuoco, piccola stronza, ci si scotta, prima o poi.» Mi alzò maggiormente il collo, un gemito strozzato uscì dalle mie labbra facendo comparire un ghigno divertito sul suo viso candido, non potei evitare di guardare i suoi occhi meravigliosi da così vicino, fui sul punto di perdermici dentro quando mi lasciò un casto bacio, quasi derisorio, sul naso, per poi allentare la presa sulla mia trachea, fino a permettermi di spostarmi. Presi a massaggiarmi il punto dolente cercando di lenire la lieve fitta che mi aveva causato mentre piccoli colpo di tosse mi scossero il petto.
«Sei così indifesa,» mi girò attorno come un predatore famelico e feroce accerchia la sua preda succulente. «così debole,» mi sentivo un piccolo cerbiatto spaventato nella tana del lupo, mi strinsi le braccia al petto come per proteggermi maggiormente dalla sua figura imponente. «così inutile.» I suoi occhi vagano bramosi lungo tutto il mio corpo mezzo nudo, quasi volesse memorizzare ogni minimo dettaglio.
«Ti stanno divinamente i miei vestiti, sai?» Deglutii alle sue parole, riuscivo a percepire la sua malizia e la sua lussuria attraverso il solo tono di voce, ora più roco e profondo.
«Sei così spaventata, riesco a vederlo,» si avvicinò sbarrandomi la strada e bloccandomi al muro tortora di casa sua. «a sentirlo.» Poggiò entrambe le mani ai lati della mia testa, quasi volesse invadere ogni mio spazio vitale, e supposi fosse proprio così.
«Non ho paura di te.» Ciò che mi sforzai di far sembrare sicuro e freddo, assomigliava più ad un sussurro tremolante e gracchiante, lasciando trasparire quanto in realtà la sua persona riuscisse a condizionarmi. Una risata divertita e subdola gli fece vibrare il petto caldo e a pochi centimetri dal mio.
«Ti ho già detto quanto io odi i bugiardi?» Afferrò una ciocca della coda scompigliata e prese a rigirarsela sul dito senza distogliere lo sguardo beffeggiatorio dal mio impaurito. La sua altezza imponeva sulla mia piccola ed indifesa, costringendomi in trappola, lo odiavo con ogni fibra del mio corpo, eppure una parte non più così tanto remota dalla mia testa mi ricordava quanto in realtà io ne fossi attratta e quanto avrei desiderato nuovamente le sue labbra sulle mie.
A|N
Buona sera a tutti, come va la vita? Sapete chi va a sciare questa settimana? La sottoscrittaaa e non vedo l'ora.. qualcuna di voi sa sciare?
Cosa ne pensate del capitolo, prevedete qualche svolgimento oppure non avete nessuna idea di quello che possa succedere prossimamente?
Lasciatemi una stellina e un commento come feedback!
Love you all, Carolina.
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Emerald Eyes
Fiksi Penggemar"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno. #1 in mistero/thriller on 23.12.2016 #4 in fanfiction on 18...