Riaprii gli occhi dopo secondi che sembrarono interminabili, erano appiccicati a causa delle lacrime, ma riuscii comunque nel mio intento.
Harry non aveva smesso di accarezzarmi dolcemente la schiena, mentre con le dita disegnava dei piccoli cerchi invisibili.
Quando alzai lo sguardo verso l'orizzonte che si stagliava proprio davanti a noi due soli, vidi come il cielo scuro si colorava ininterrottamente di rosso e blu acceso, ci misi qualche secondo, ancora sotto shock, a capire che fosse la polizia.
Il suono delle sirene penetrò le mie orecchie distruggendo quel trance che fungeva da barriera.«Dobbiamo andarcene,» si alzò di colpo porgendomi la mano per darmi un sostengo, in caso fossi caduta. «subito.»
Mi fissai sui piedi incapace di fare un altro movimento verso la sua macchina.«E lui? Cosa ne facciamo di lui?» Tartagliai, cercai di attirare l'attenzione del riccio ma questo continuò per la sua strada.
«Sta arrivando la polizia, se ne occuperà lei.» Improvvisamente si voltò facendo un passo nella mia direzione, puntando i suoi occhi vitrei nei miei ancora lucidi e impauriti.
Poi qualcosa si smosse dentro di lui, o almeno così mi sembrò, il suo sguardo duro e impassibile prese delle pieghe morbide e addolcite, quasi compassionevoli.
Come dovevo sembrargli?«Gwen, probabilmente era un ricercato, dobbiamo andare ora.» Mi afferrò la mano e mi tirò con delicatezza verso di lui, cercando di spronarmi ad andarmene da quel luogo testimone del mio omicidio.
Con il pollice prese a disegnare ancora piccoli cerchi, provando a darmi quel conforto che mi serviva in quel momento.
Salimmo in macchina e in un battere d'occhio fummo di nuovo sulla strada principale, lasciandoci alle spalle ciò che era successo facendolo rimanere solo un brutto ricordo che avrebbe continuato a logorarmi.
Significava che ero un'assassina?«Non la sei.» Mi voltai verso di lui che mi rivolse un'occhiata preoccupata.
«Scusa?» La mia voce uscì più stupita di quanto volessi.
«Riconosco quello sguardo,» sospirò prendendosi un momento di pausa prima di continuare. «ti senti in colpa, come se avessi potuto fare in un altro modo, ma non c'era.»
«C'è sempre un altro modo.» Strinsi i denti cercando di non ricominciare a piangere.
«No, non questa volta.» La presa sul volante si fece più forte, rispose senza guardarmi in faccia, facendo calare nuovamente quel velo di oscurità sul suo viso.
***
Non appena scesi dalla macchina non feci in tempo a voltarmi per salutare Harry, che era già sfrecciato via sulla strada, illuminata solo dalla luce dei lampioni e il riflesso della luna che colorava le pozzanghere di argento.Non lo capirò mai.
Alzai la mano per suonare ma la porta venne aperta di scatto facendomi incontrare gli occhi preoccupati di Lucinda.«Eravamo in pensiero, dove sei stata? Non ci avevi detto che saresti tornata così tardi.»
Mi sporsi verso l'orologio appeso in salotto e notai che fosse quasi ora di cena.Volevo scappare da Jackson? Sembrava che ci fossi riuscita bene.
«Perdonami, sono rimasta a studiare fuori.» Risposi alzando le spalle, provando ad assumere un atteggiamento il più possibile credibile.
«Certo, che sciocca, la prossima volta avvisami per favore, ero davvero spaventata.» Annuii senza vitalità trascinando i piedi sulle scale, verso la mia stanza.
Ma Lucinda, se solo sapessi, avresti tutte le ragioni per esserla.

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Emerald Eyes
Fanfiction"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno. #1 in mistero/thriller on 23.12.2016 #4 in fanfiction on 18...