Uscii velocemente dal bagno cercando di togliermi quella strana e minacciosa sensazione di essere seguita.
Il corridoio, siccome la campanella era suonata già qualche minuto, ero vuoto, segno che i ragazzi si fossero già precipitati in mensa per mettere qualcosa sotto i denti e lasciar riposare il loro cervello.
Camminavo trascinandomi leggermente i piedi ancora lievemente scossa per ciò che avevo sentito in bagno, seppure fosse stato solo frutto della mia fantasia.O così speravo.
Improvvisamente un rumore acuto si propagò lungo il corridoio, sembrava che qualcuno avesse sbattuto violentemente una porta, con rabbia e frustrazione.
Il ticchettio di un tacco di cuoio, probabilmente di una scarpa elegante, cominciò a risuonare rimbombando tra le pareti, si avvicinava, velocemente, diretto a passo spedito verso la sua destinazione.Nuovamente la sensazione di essere seguita e di essere osservata riaffiorò provocandomi una scarica di brividi lungo la spina dorsale; il cuore cominciò ad accelerare il suo battito facendomi aumentare la respirazione.
Calmati, probabilmente è solo una segretaria o una studentessa.
Presi un respiro profondo e cercai di calmarmi, mi sistemai la camicetta, togliendo qualche eventuale piega, e mi diressi, dopo aver rimesso i miei libri nell'armadietto, verso la mensa.
Nessun individuo incappucciato saltò fuori dall'angolo dietro di me, per mia fortuna, così raggiunsi più tranquillamente i miei amici.-C'è qualcosa che non va ragazzi?
Guardavo Jackson e Edward che si scambiavano occhiate fugaci, quasi a volermi nascondere qualcosa-Stasera, siccome non ci sono i nostri, avevo deciso di fare una festa a casa nostra, ed avrei bisogno del tuo aiuto per andare a comprare il necessario al supermercato, posso contare su di te, sorellina?
Stava seriamente facendo il leccaculo con me cercando di accaparrarsi la mia grazia e il mio appoggio?
Tralasciando il fatto che la casa non sia la mia e non abbia nessun diritto per negargli una festa, seppure fosse nella mie indole mettergli i bastoni fra le ruote, mi stava chiedendo di fargli la spesa per la sua mancanza di voglia.Imbarazzante, alquanto vergognoso.
-Ti prego, dimmi che non me lo stai seriamente chiedendo,- mi passai una mano sulla faccia. -non me lo sta seriamente chiedendo, vero Ed?-
Quest'ultimo congiunse le mani fingendo di pregare e cominciò a sbattere gli occhioni cercando di corrompermi.
Nel frattempo si stava avvicinando al nostro gruppo Bethany, così approfittai per chiederle se potesse accompagnarmi questo pomeriggio; non feci in tempo a porle la domanda che questa mi precedette con un sorrisetto sul volto.-Ho gli allentamenti di nuoto, non posso darti una mano.
Alzò e abbassò le sopracciglia con fare scherzoso accostandosi poi ad Ed.-Andiamo, non è giusto!
Sbuffai però senza smettere di sorridere, mi girai istintivamente verso il tavolo dei vip, ovvero quello del riccio e del maleducato di Zayn, quest'ultimo, seppure mi avesse ignorata durante le scorse settimane, mi schioccò un occhiolino che di amichevole e innocente aveva ben poco.
Lo guardai freddamente per poi rigirarmi verso i miei amici.-Ci vado, ma solo ad una condizione.
***
-Sei la sorellina più adorabile del mondo.
Jackson mi stampò un rumoroso bacio sulla guancia appena prima che io uscissi dalla porta principale e mi immergessi nelle stradine di Brighton.-Non fare il ruffiano con me, abbiamo un patto,- sorrisi cinicamente guardandolo da sotto le ciglia. -e per tua informazione, se non terrai fede a ciò che abbiamo stipulato, posso diventare la sorellina più insopportabile del mondo.
Accentuai la finta malvagità assottigliando leggermente le palpebre fino a ridurre gli occhi a due piccole fessure.
Jackson, reggendomi il gioco, finse di spaventarsi alle mie parole indietreggiando amareggiato.
Lo salutai calorosamente e poi mi addentrai lungo le vie del quartiere; la temperatura era calata rispetto alle giornate passate così mi strinsi nel cappotto nero di lana che indossavo.
Una volta entrata nel superstore mi recai agli scaffali dove poter trovare tutto il necessario per la festa, scritto su un piccolo foglietto da Jackson e Edward.
Notai quanto fosse già tardi così mi avviai verso la cassa per poter pagare con i contanti.
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Emerald Eyes
Fanfiction"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno. #1 in mistero/thriller on 23.12.2016 #4 in fanfiction on 18...