«Contro chi avete giocato oggi?» Rientrai dalla porta permettendo ad una folata di vento di entrare nel piccolo pub. Mi sedetti al mio posto senza distogliere lo sguardo da quello dei due giocatori di Lacrosse che mi guardavano indispettiti e senza capire il motivo della mia domanda così secca e perentoria.
«Contro la Longhill, perchè?» Domandò curiosamente Edward mentre finiva di masticare i suoi nachos piccanti cosparsi di formaggio fuso.
«Quel ragazzo, ricciolino, alto,» cercai di farmi venire in mente altre informazioni utili per riuscire a farlo identificare con maggior facilità. «quello che ti ha spinto Jackson, chi è?» Lo vedi corrucciarsi con espressione pensosa, mentre cercava di ripercorrere a ritroso la partita.
«Non ne ho idea, non abbiamo tanto a che fare con quella scuola, non è molto raccomandabile,» la sua faccia mi fece capire che neanche i ragazzi frequentanti quella scuola lo erano. «perchè, Gwendalyn?» Chiese sapendo esattamente che questa conversazione non sarebbe stata piacevole.
«Dopo averti spintonato a terra, senza motivo, mi ha fatto un occhiolino, non ci ho dato tanto peso ma quando l'ho rincontrato prima, in bagno-» Non feci in tempo a terminare la frase che mio fratello mi sovrastò con la sua voce profonda.
«E' entrato in bagno delle donne?» Strinse la mascella alzando leggermente il tono di voce, attirando l'attenzione di qualche ragazzo presente all'interno del locale.
«No, ho sbagliato io porta, ma questo non è importante.» Tagliai l'argomento e continuai la mia conversazione con i ragazzi, che mi osservavano, Harry sembrava il più incuriosito di tutti e mi domandai come fosse possibile dato che quasi nulla suscitava il suo interesse.
O almeno apparentemente.
«Non appena mi ha vista ha avuto una strana reazione, quasi mi conoscesse, quasi si aspettasse di trovarmi qui, aveva un ghigno strano, soprattutto dopo che ha capito che l'avevo identificato con il ragazzo di stasera,» mi grattai il collo iniziando a congiungere ora a mente fredda tutti i pezzi del puzzle. «penso che stasera lui ti abbia spintonato perchè voleva farsi notare da me, per poi farsi riconoscere dentro al pub, dopo la partita.»
Notai, con la coda dell'occhio, come il riccio passasse da smanettare freneticamente sul suo smartphone a guardarmi con curiosità come per non perdersi neppure un dettaglio della narrazione.
«Non può essersi trattato di una casualità? Voglio dire, non stiamo correndo un po' troppo?» Bethany proferì parola dopo il suo lungo silenzio.
Non volevo attaccare quel ragazzo accusandolo di una cosa così grossa senza avere una prova valida, ma per una volta sentivo che il mio sesto senso aveva ragione.
«Behtany ha ragione, non dobbiamo essere paranoici ora.» Edward sostenne la mia amica senza neanche provare a darmi ragione, Jackson fissava me e poi il suo amico, indeciso su cosa dire.
«Seppure non possiamo accusare un ragazzo che non conosciamo, non possiamo neppure permetterci di parlare di casualità, come abbiamo detto poco fa, non stiamo trattando con un piccolo moccioso in calore, ma con qualcuno che lavora in questo campo, un professionista. »
Sorrisi di rimando all'unica persona che credeva avessi trovato qualcosa di importante, Harry aveva tutte le ragioni del mondo per alzarsi da questa seggiola e sparire dal locale, senza più avvicinarsi ad un gruppo di pazzi immischiati in un affare pericoloso, eppure, nonostante il suo caratteraccio e il suo menefreghismo, sbucava sempre al momento opportuno e continuava ad aiutarci con le ricerche.
Se da un lato apprezzavo questa sua premura, dall'altro temevo che ci fosse lui a capo di tutta questa storia e che stesse solo fingendo per trovarsi un alibi plausibile per non essere incolpato.

STAI LEGGENDO
Emerald Eyes
Fiksi Penggemar"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno. #1 in mistero/thriller on 23.12.2016 #4 in fanfiction on 18...