Chapter 10

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Jackson's pov

«Ti dà del filo da torcere quella ragazza.» Sghignazzò Edward indicandomi la maglia ormai da buttare.

«Non puoi immaginare quanto.» Sbuffai lasciandomi cadere a peso morto sul divano del salotto accogliente.

«Te l'avevo detto che non sarebbe stato facile metterla a tacere, seppure tu abbia esagerato oggi.» Alzai le spalle guardandolo torvo.

«Spero tu stia scherzando.» Una mia risata riempì la stanza illuminata dalla piccola abatjour panna vicino al divano su cui, sia io che Edward, ora, eravamo seduti.

«No Jackson, l'hai umiliata davanti a me.» Si avvicinò alla porta dopo aver guardato l'orologio al suo polso.

«Vado.» Mi guardò aspettando un saluto o una risposta per quello che aveva appena detto.

«Vuoi rimanere a mangiare? Sono da solo.» Lo invitai dirigendomi verso la cucina, dove lui mi seguì.

«C'è Gwendalyn.» Mi stuzzicò appoggiandosi al frigorifero bianco abbinato all'arrendo della cucina.

«Sono da solo.» Ribadii fulminandolo con lo sguardo, causando la sua risata.

«Comunque,» continuò «rimango, tanto anche i miei sono fuori, oggi è il loro anniversario di matrimonio.» Alzò gli occhi al cielo assumendo un'espressione disinteressata.

«Devi ancora spiegarmi il motivo per cui eri con Gwen.» Smisi di apparecchiare la tavola e rivolsi a lui tutta la mia attenzione.

«Stava tornando a casa a piedi-» Non fece in tempo a finire la frase che lo interruppi.

«Da sola, a piedi? Io giuro che ammazzo quel coglione.» Fumavo di rabbia nel sapere che Styles non l'avesse accompagnata a casa.

«Jackson datti una calmata.» Mi spintonò intimandomi di tacere, riluttante ubbidii e continuai ad apparecchiare, aggiungendo i tovaglioli grigi e i bicchieri di cristallo.

«Stava andando nella direzione sbagliata.» Proferì sedendosi sullo sgabello, davanti a dove avevo messo il suo piatto.

«Io domani gli apro il culo.» Ringhiai tirandomi leggermente le punte dei capelli, per la frustrazione.

«La devo andare ad avvisare che è pronta la cena?» Annuii e gli lanciai la chiave che prese al volo.

Misi in forno le tre pizze che mia mamma aveva appositamente comprato il giorno precedente e selezionai la temperatura adeguata.

Passarono cinque minuti buoni prima che Edward scese al piano inferiore, lievemente alterato e scocciato.

«Dov'è lei?» Domandai mettendo una Coca-Cola e un succo alla frutta sulla penisola allestita per la cena.

«Non vuole scendere.» Sbuffò, ridacchiai vedendolo nella mia stessa situazione in cui mi ritrovavo ogni giorno.

«Lo trovi divertente?» Chiese alzando un sopracciglio.

«Ora capisci cosa intendevo per insopportabile?» Risi alla sua reazione.

«Ha carattere.» Continuai ripensando a tutti i dibattiti che affrontavamo ogni giorno, seppure fosse qui neanche da una settimana.

«Meglio così.» Disse Edward tirando fuori le pizze dal forno bollente.

«Se devo essere sincero mi diverte stuzzicarla.» Ammisi mentre tagliavo la pizza con i Wurstel e mettendola nel mio piatto.

«Bisogna ammettere che con lei non si rimane mai a corto di sorprese.» Proferì il mio amico accomodandosi sullo sgabello.

«C'è una pizza anche per me?» Sbucò Gwen in cucina con un piccolo sorrisetto divertito sul volto.

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