"Molti di noi sono angeli caduti, ma alcuni sono nati all'inferno." Pronunciò la sua voce profonda, un piccolo ghigno comparse sulle sue labbra; e io sapevo che lui proveniva dall'inferno.
#1 in mistero/thriller on 23.12.2016
#4 in fanfiction on 18...
Camminavo dietro ad Harry, terrorizzata che qualche guardia o qualche scagnozzo di Tom sbucasse da qualche corridoio segreto, per riportarmi allo scantinato, dove mi avrebbero sicuramente giustiziata.
Un lieve tremolio mi faceva oscillare le mani fredde e coperte di sangue ormai rappreso e secco, dandomi il voltastomaco solo alla vista; Harry sembrava quasi essersi dimenticato di me, poichè il suo sguardo fisso ed indagatore non lasciava mai la porzione di corridoio davanti a noi.
«Dove stiamo andando?» Sussurrai non volendo attirare l'attenzione, con una rapida occhiata si avvicinò afferrandomi per l'avambraccio; le sue dita erano calde e mi trasmisero una sensazione di sicurezza in cui avrei tanto voluto rifugiarmi, senza vergogna. Mi portò più vicino al suo corpo teso, con delicatezza, e, nonostante la situazione, sentii delle piccole farfalle svolazzarmi nello stomaco.
«Ti porto fuori di qui,» strinse maggiormente la presa facendomi trasalire lievemente, ma senza farmi male. «ma sei troppo lenta, muovi quel culetto.» Riprese a camminare letteralmente trascinandomi, tant'è che per stargli dietro dovetti praticamente correre. Improvvisamente udimmo uno sparo, troppo vicino a noi, mi girai in preda al panico, sapendo che nulla ora avrebbe potuto salvarmi.
«Merda.» Harry disse a denti stretti, notavo l'ira montare dentro il suo corpo, la piccola vena sul collo divenne prorompente e pulsante, ciò non fece altro che spaventarmi maggiormente.
Se persino Harry stava perdendo le staffe, la situazione doveva essere decisamente critica.
«Pensavi davvero che qualche pugno mi avrebbe messo fuori dai giochi? Mi sottovaluti Styles.» Peter uscì dall'oscurità alle nostre spalle, una pistola stretta in mano e un ghigno macabro che contornava il suo viso scarno e stanco.
«Sei peggio di un parassita.» Harry ghignò portandomi alle sue spalle con fare protettivo, mi avvinghiai al suo lupetto nero, percependo la sua tensione dai muscoli contratti, nonostante il suo viso, ora, apparisse più calmo che mai. Amai la sua capacità di saper mascherare perfettamente i suoi sentimenti in questo momento.
«Lo dovrei prendere come un complimento?» Peter scherzò mentre una risata di gola riempiva il corridoio sotterraneo. «Ho già avvisato i piani alti, non uscirete vivi da qui, siete fottuti.» Tremai leggermente alle sue parole, ma una piccola speranze nel mio cervello mi impediva di credere a ciò che disse, sapevo, che, come al solito, Harry ci avrebbe tirato fuori di qui, mi fidavo di lui.
«Allora lasciami togliere un piccolo sfizio che ho da quando sono qui,» si girò repentinamente verso di me, i miei occhi trasudavano la confusione che stava crescendo esponenzialmente nella mia mente. Con foga fece scorrere la mano fino al retro del mio collo, che afferrò prontamente per avvicinarmi il viso al suo, un lieve gemito scappò dalle mie labbra arrossate. Poggiò rudemente le sue labbra carnose sulle mie, baciandomi con rabbia ma al contempo passione; tempestivamente si staccò, ancora prima che potessi realizzare cosa avesse fatto, ancora prima che potessi assaporare quel gesto dolce. «Corri.» Mi sussurrò all'orecchio prima di spingermi via facendomi barcollare all'indietro, quasi caddi sullo sporco pavimento di cemento grezzo.
In pochi secondi il corpo del riccio si trovava imponentemente su quello di Peter, lo colpiva ripetutamente al viso, ma questo non sembrava soffrirne più di tanto, anzi, incassava piuttosto bene.
«Ho detto corri!» Mi riscossi dai miei pensieri e cominciai ad indietreggiare con le lacrime agli occhi, come poteva chiedermi una cosa simile? Volevo obbedire ai suoi ordini, ma i miei piedi erano fissati a terra come delle radici, ma nonostante questo, presi ad allontanarmi, fino a quando non mi girai un'ultima volta.
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Improvvisamente la situazione si capovolse, Peter sovrastava l'altro giovane cominciando a colpirlo con tanta rabbia che iniziai a provare il dolore stesso del riccio, quasi fossi una sua estensione corporea, così mi fermai, incapace di poterlo lasciare in balia di quel vile e meschino essere.
«Non questa volta Styles,» estrasse la pistola dal retro dei suoi pantaloni e la puntò alla nuca del riccio, senza esitazione, bensì con una luce macabra e malata nello sguardo oscuro e tenebroso, che tanto in passato pensai simile a quel del mio caro Harry, sbagliando. Forse in passato era paragonabili, ma non ora, non più. «di le tue ultime parole, bastardo.»
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Feci vagare disperatamente lo sguardo lungo tutto il perimetro del corridoio tetro e poco illuminato, fino a quando non notai a terra, tra la sporcizia, una pistola. Dedussi fosse quella di Harry, caduta durante la lotta corpo a corpo con il mio aguzzino.
«Succhiami il cazzo, testa di merda.» Harry buttò indietro la testa scossa da una risata talmente tanto profonda che mi fece gelare il sangue nelle vene, mi fece paura.
Mi buttai a terra per recuperare la pistola, attirando l'attenzione di entrambi su di me, Harry strinse i denti consapevole che gli avessi disubbidito e sapevo benissimo quanto odiasse non essere ascoltato, tant'è che il suo muscolo prese a guizzare velocemente. Peter venne preso alla sprovvista, non capendo quali fossero le mie reali intenzioni, non avendo notato l'arma da fuoco sfuggita dalla caviglia del riccio dagli occhi smeraldo.
«Lascialo o ti buco quella testa di cazzo che ti ritrovi.» Il mio tono era freddo e scostante, ma le mie mani, entrambe saldate sulla superficie ferrea dell'arma da fuoco, tremavano vigorosamente, lasciando trasparire quanto in realtà fossi agitata.
«Rischi la tua vita per un pezzente come lui?» Peter si apprestò ad avvicinarsi maggiormente al riccio premendo con forza la canna della pistola lucida contro la sua tempia leggermente deformata. «È più marcio di me, povera illusa. Pensi che gli importi di te? Ti sta solo usando come ha sempre fatto nella sua misera vita.» Il riccio ringhiò furibondo cercando di scrollarsi di dosso Peter, ma con scarsi risultati.
«Non mi ripeterò una seconda volta, lascialo!» Urlai minacciandolo, volevo incutergli paura, senza arrivare a sparagli, ma mi resi conto più tardi, di star sbagliando.
«Sappiamo entrambi che non lo farai, principessa.» Ghignò macabramente guadagnandosi uno sguardo carico di cattiveria da parte di Harry, un brivido freddo percorse la mia spina dorsale, indicandomi cosa da lì a poco sarebbe dovuto succedere. Il giovane assassino caricò la pistola e improvvisamente un grosso boato, seguito da un tonfo sordo, si propagò tra le mura spesse e ricoperte di muffa di questo posto infernale.
A|N
Buongiorno! Sono tornata! Vi sono mancata?
So di essere sparita per molto tempo ma ero in una sorta di blocco mentale da cui non riuscivo ad uscire che mi impediva di scrivere il nuovo capitolo, spero vi piaccia e spero siate ancora attivi.
Intanto non perdo tempo per ricordavi nella nova storia che troverete sul mio profilo e spero davvero che ci facciate un salto per esprimere il vostro parere, per ora vi saluto al prossimo capitolo!