Capitolo 2

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Ci sciogliamo da questo abbraccio, era l'ultima cosa che volevo.
Lo sento sospirare.

"Che hai?"
Domando con la testa rivolta verso l'alto, per vedere il suo sguardo rivolto a me.

"Sono un disastro, guarda in che casino ti ho portata"
Pensa di essermi di peso, magari perché lui è un uomo, più grande di me, ma comunque con la capacità di sostenere e mantenere questa piccola famiglia, crede di esserne capace e di non saper fare il suo dovere.

"Non mi hai portato in nessun casino.
Secondo te sarei mai venuta qui in Norvegia senza di te?
Credi che potrei mai essere più felice di così?"
Alzo gli occhi al cielo per quello che sto per dire, ma devo.

"Senza di te avrei mai conosciuto la gelosia?
Io non sono mai stata gelosa!"
Dico più a me stessa stupita dei cambiamenti che sono avvenuti in me e nella mia vita.

Mugula infastidito, quando per errore ho appoggiato la mano sul gesso.

"Per quanto lo devi tenere?"
Cambio argomento, indico il gesso, facendo un cenno.

"Per altre due settimane.
Se va bene, altrimenti, devo tenerlo ancora un po' "
Fantastico, è fuori gioco per due settimane.
Posso fargli tutti gli scherzi che voglio.

Diavoletto in azione.

"Invece Ingrid, entra all'ottavo mese di gravidanza, e mi sento abbastanza impreparato.
Anche perché mia mamma ha avuto sempre parti prematuri, tipo una o due settimane prima, secondo i calcoli ed ho molta paura che possa succedere lo stesso"
Sorrido vedendo tanta dolcezza, di solito i maschi si nascondo dietro una corazza.
Fanno tutti i maci e poi piangono dentro, logorandosi dentro.

Nicolas invece con me è sincero, con Ingrid invece un po' meno, preferisce lasciarla tranquilla.
Lo adoro, voglio un uomo che faccia vedere anche tutte le sue sfaccettature.
Casini, dolori, pianti anche se è raro, gioie, soddisfazioni tutto!
Non quello che gli conviene.

"Vedrai che andrà tutto bene"
Sussurro contro le sue labbra, fredde ma rosee.

Con gli occhi che luccicano mi lascia un casto bacio.
"Vado a vedere cosa combina mia sorella"

Rimango da sola in camera e decido di approfittarne per chiamare Riccardo.

Inizia a squillare.
'Ehi'
Riccardo finalmente.

'Riccardo ascolta, sono a casa di Nicolas.
Tu..."
Voglio ucciderlo, anche se siamo a chilometri di distanza lo uccido tramite il pensiero.

'Sono Riccardo al momento non ci sono o mi secco.
Se ci tieni lascia un messaggio dopo il bip, vedrò di richiamarti'
Chiudo la chiamata col fumo che esce dalle orecchie.

Come ho fatto a cascarci?!
Solo i bambini ci cascano ed io non sopporto quando mi chiamano, ragazzina o bambina.

"Vaffanculo!"
Sbotto, quando non riesco più a trattenere la rabbia.
Sbatto anche la mani contro il materasso, almeno non mi sono fatta male, come le altre volte.

"Giulia tutto bene?"
Ingrid urla dalla sua camera, accanto alla mia.

"Si"
Mi butto sul letto all'indietro, vado su musica e faccio partire in riproduzione ' Time'.
È fantastica, è come se mi prendesse e mi trascinasse in un altro mondo, solo io e la pace interiore.

E di quella ne ho poca.

Di colpo cambia la canzone, è ' La Mordidita' .
Questa è la mia suoneria per le chiamate.

Con pigrizia accendo lo schermo del telefono, con delusione capisco dal nome che non è Riccardo a chiamarmi.

Ma sono contenta che almeno questa persona si sia ricordata di me.

Ehi!
Com'è andata?
Io tutto bene, il compito bene, domani ne ho un altro.
Ansia!
Panico!

Spero vi piaccia e vi auguro una buona giornata!😘😘😘😘

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora