Capitolo 13

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NICOLAS POV.

Entro in camera e la trovo col telefono in mano.
Sono sconvolto, io ero super preoccupato e lei ride a crepapelle davanti a quello stra maledettissimo telefono.

"Ciao!"
Mi vede, agita la mano come se niente fosse.

"No, ciao un corno!"
La ammonisco.
Pensavo di vederla stupida, invece ride.

"Stronza!
Lo hai fatto apposta a non chiamarmi!"
Rido a mia volta, la mia però è una risata nervosa.

"Si, anche perché sto meglio adesso"
Almeno riesce a parlare che sollievo.

Mi avvicino a lei, provo a mettermi accanto a Giulia.

"No, prima che ti attacco i batteri"
Continua a scansarmi, anche se ha la febbre continua ad avere quella sua grinta.

Dio, dove la trovo una così.

"Stai ferma un attimo, voglio stare così"
Mi lamento.
Dopo un po' mi scoccio, blocco le sue  mani tra quelle mie.
Sono di fianco a lei, la sua piccola schiena è appoggiata sul mio petto.

"Vediamo se ti è scesa la febbre, anche se penso di si"
La intrappolato dalla vita, col mio braccio.
Continua a dimenarsi.

"Nicolas guarda che non sono una bambina piccola!"
Sbuffa.

"Invece si!
Sei la mia piccola!"
Affermo, con enfasi.
A questa affermazione Giulia si ferma, però con le braccia conserte.

Le porgo il termometro, lo afferra con rabbia e lo mette tra l'ascella ed il braccio.

Ritorno come ero seduto prima.
Con la mano, faccio dei piccoli segni sulla schiena, delle lunghe righe, dei cerchi, spero solo di farla rilassare.

Perché tu non hai bisogno di una camomilla.
Vabbè son dettagli questi.

"38"
Annuncia la mia ragazza.

Wow, sembra così bella la parola 'la mia ragazza' con Giulia.
Le altre volte non mi andava dire a tutti di essere impegnato, ho sempre amato la mia libertà.

Quando ero fidanzato con altre ragazze, le chiamavo per nome.
Inutile dire che dava molto fastidio questa cosa, si litigava spesso per questo motivo.

Tranne con una: Frida.
L'ultima ragazza che ho avuto, l'ho lasciata io, come sempre del resto.

Non solo perché volevo andare via, anche per la nostra relazione.
Praticamente era il mio zerbino.
Aveva un diario dove scriveva le cose che mi piacevano.

Ricordo cosa mi disse 'così faccio quello che ti piace, perché io ti amo tanto' .
Ok, non iniziate a pensare alla solita ragazza super innamorata o un poco tonta.
No, soprattutto tonta.

Frida era una grandissima manipolatrice, riusciva a farti credere cose impossibili, con i maschi riusciva in due secondi a tenerci in pugno, ed anche a me, purtroppo.

Come?
Col suo carattere, finto da bambola ed anche col suo corpo.
Sinceramente con le ragazza da quel che mi ha detto la mia migliore amica, Ellen, dice di fingersi tua amica, fa uscire qualche lacrimuccia e tutte la credono.

Aspetta come chiamate voi questo genere di donna?

Ah, si!
Gatta morta.

"Giulia, io dovrei andare dal medico per la fisioterapia.
Rimane Ingrid con te"
Non che ne sia contento, le donne incinte dovrebbero stare alla larga da tutto ciò che può trasmettere anche solo una semplice influenza.

La mia piccola mi guarda truce.
Ecco.

"Senti non posso lasciarti con nessun'altra"
Dico messo alle strette.

"Io rimango qua, mentre tu ed Ingrid uscite fuori e vi fate anche una bella passeggiata"
Sembra quasi un ordine.

E pensare che il militare tra i due sarei io, fantastico.

"Ce la fai da sola?"
Domando.
Io mi rassegno con lei, non c'è niente da fare.

"Si tranquillo"
Mi rivolge un tenero sorriso.

"Se ne sei sicura allora noi andiamo.
Qui c'è la colazione e se hai bisogno ci chiami"
Torno in piedi.
Le lascio un bacio sulla fronte.

GIULIA'S POV.

Quant'è carino!
Si preoccupa per me.

Si lo ammetto, però è troppo ossessivo.

Finalmente va dal dottore, così da levarci questo pensiero.

Leggo la scatola del farmaco, a stomaco pieno.
Lo dice lui, non io.

Mi ingozzo e con l'acqua mando giù la pillola.

Inizia a vibrare il mio telefono, lo guardo.
Non è lui ad avere gli attacchi epilettici.

Seguo il rumore, Nicolas ha lasciato il telefono qui.
Che stupido.

Fa tanto il premuroso con me e poi lascia il telefono qui.
Un sorriso involontario si forma sul mio viso.

Penso che sia Ingrid, forse mi vuole dire di aver lasciato il telefono qui.

Potrei leggere le sue chat, non ho nulla da fare.
No!
È fuori discussione, non mi piacciono quel genere di persone che non si fidano del loro compagno, ma del loro telefono si.

Leggo il nome, rimango di sasso.
Frida.

Scusatemi!
Ieri sono stata molto male, oggi sono rimasta pure a casa.
Spero di essermi fatta perdonare.

Baci Fede.

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora