Capitolo 56

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"Nicolas io.
Mi dispiace avrei dovuto darvi retta"
In macchina non faccio altro che scusarmi.

La cosa che mi preoccupa è il suo sguardo dritto davanti a se, fisso.
Non sbatte ciglio.

"Questa non gliela lascio passare liscia"
Sbatte le mani nel volante, in tre secondi, scende dalla macchina.

Dopo aver capito tutto provo ad aprire lo sportello.
Non si apre.
Provo con quello di Nicolas, anche il suo è chiuso.

Mi ha chiusa dentro!

Sono preoccupata, adesso lui è li dentro da solo.

Per mia fortuna ci sta solo dieci minuti, esce da casa più furioso che mai.

"Nicolas, aspetta"
Accelera talmente tanto che allaccio subito la cintura.

"Mi vuoi spiegare!"
Gli chiedo, sull'orlo di una crisi di pianto.

"Non ti preoccupare, staranno fuori dalle nostre vite per sempre"
Si limita a dire.

Fermo, loro si non sono dei veri genitori.
Ma dichiararli fuori dalla propria vita è orribile.

"Ascolta questa è una cosa grossa, sei sicuro?"
Gli chiedo in allarme.

"Si Giulia.
Tu lo sai quello che hanno fatto a Ingrid e come hanno parlati del bambino.
Ma da che parte stai?"
Domanda infine infastidito.

Crede davvero che io possa appoggiare quelle persone?
È fuori?!

"Va bene, ma adesso calmati"
Gli chiedo.

Guardo fuori dal finestrino per distrarmi, tutta questa ansia addosso non mi piace.

Tiro in silenzio un sospiro di sollievo, anche Nicolas sembra rilassarsi.

In contemporanea scendo dalla macchina.
Solo entrati in casa riesco a rilassarmi veramente.

"Com'è andata?"
Domanda subito ansiosa Ingrid.
Con suo figlio in braccio.

"Una vera merda"
Ridacchio io.

Forze è meglio così prenderla a ridere.
Sempre meglio che piangerci sopra.

Non risolverebbe nulla, inoltre mi rovinerei solo la vita.

Se ci rido sopra almeno la vedrò con occhi differenti.

"Immaginavo"
Commenta dispiaciuta la ragazza, va subito da suo fratello, sparito al piano superiore.

"Ma ciao piccolino"
Gioco con il bambino.

Subito dopo mi arriva un messaggio si Facebook.
Di solito non ci entro mai inoltre metto solo foto mie e delle mie compagne.

Al massimo sono solo una o due mie.

Ma chi è questo demente?
Aspetta, ho un'idea.

Vediamo se così inizia a ridere, anche se ben poco.

"Nicolas, Nicolas"
Entro in camera sua.
Sua sorella ci lascia da soli.

Inoltre sembra molto triste e dispiaciuta.
"Ti devo fare vedere una cosa"
Mi corico accanto a lui.

Gli passo il telefono.

"Ma chi cazzo è questo?"
Inizia ad urlare.

Io rido perché vedere un maschio, più grande sclerare.
"Apposto"
Dice con tono stanco e vittorioso.

Lanciando il telefono lontano da noi.

Lo lancio anche io quindi fa niente.
"Posso stare con te?"
Gli chiedo.

Annuisce, mi accuccio sotto il suo braccio.

"Mi dispiace così tanto.
È colpa mia"
Piagnucolo sul suo petto.

"No.
Davvero, dovevo immaginarmi come sarebbe andata a finire"
Le sue morbide labbra e calde, toccano la mia piccola e fredda fronte.

"Vedrai che le cose cambieranno"
O almeno lo spero.

"Loro mai"
Sussurra.

Forse quello che dice lui è la verità.

Prima di addormentarmi alzo il busto e lo bacio.

"Una fortuna che io me ne vada"
Dico ironica, ma dentro di me seria.

"Scema"
Commenta e ci addormentiamo.

Spero vi piaccia!

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora