Capitolo 30

3.3K 146 10
                                    

Prima di iniziare, so che vi rompo un poco, ma devo.

Volevo ringraziarvi tanto perché, siamo arrivati in poco tempo al #13 posto in classifica.

Per qualcuno sarà niente, per me è tantissimo.
Sono passata da qualcuno che veniva messa da parte, perché non aveva nulla di speciale ed ora quelle persone si sono ricredute, ed ora sono io a non aver bisogno di loro.

Non ha senso che tu mi vuoi bene a convenzione.
Ritornando a noi, ho scoperto anche io le mie doti, ed i miei doni, spero solo di farne buon uso.

Grazie e buona lettura!

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

INGRID'S POV.

Sono con Finn, all'inizio preferivo rimanere a casa, ma ha insistito ed ho ceduto.

Ancora in macchina, con la sua mano sul mio ventre, che ogni tanto fa vedere una sporgenza, Jørgen sarà molto vivace come bambino ed è meglio così.

"Nostro figlio sarà una furia eh"
Ridacchia, guardandomi un attimo per poi ritornare attento alla strada.

Abbasso la testa, nascondo le lacrime ed il mio sorriso.
Sentirgli dire 'nostro figlio' quando io credevo che neanche avrebbe mai visto la mia pancia crescere, è fantastico.

Ma ho paura adesso, sento quei sentimenti, sotterrati dopo i primi giorni di gravidanza per il dolore stanno ritornando ed ho paura di sbagliare.

Voglio stare bene, ma sono anche una mamma.
Jørgen crescerà in una famiglia stupenda, con suo zio e Giulia, che spero rimanga per sempre, mi sono legata molto a lei.

Ma vedo i ragazzi con i genitori divorziati, quelli che ho visto sono tutti tristi, ricordo un ragazzo era in macchina del padre per i suoi giorni a disposizione e lui voleva sprofondare e sparire mentre i genitori litigavano.

Io non voglio questo per il mio bambino, non l'ho mai voluto.
Sono stata cacciata di casa, me ne sono fregata convinta del mio ragazzo, della nostra stabilità e delle sue parole piene di promesse.

Invece, dopo un giorno, un solo giorno mi ritrovo in un aereo con mio fratello.

"Ingrid tutto bene?"
Domanda poco dopo.

Tolgo i segni delle lacrime, prima dolci per la causa della loro nascita, ed ora amare.

"Si"
Alzo il viso e distolgo subito lo sguardo.

"Perché piangi?"
Non rispondo.

Ferma la macchina in una zona desolata, con la vegetazione accanto a noi ed un panorama mozzafiato.

Qui vicino ci siamo baciati per la prima volta.

"Mi rispondi per favore"
Continua a parlare con un tono pacato, tempo fa avrebbe già ordinato.

Forse non mentiva quando diceva di essere diverso.

"Sono confusa, io voglio il meglio per Jørgen, ma non voglio soffrire ancora.
Tempo fa mi sono fidata di me, un giorno dopo ero su un aereo.
Oggi devo pensare pure per nostro figlio, strano per me sentirtelo dire neanche pensavo di vederti toccare il mio ventre.
Ora invece dici 'nostro figlio' è la cosa più bella di tutte, io voglio una famiglia per il bambino, ma come faccio a fidarmi di te"
Piagnucolo, continuando a guardarlo.

A tratti poso lo sguardo sul mio Jørgen, siamo uniti, ma solo la mia pelle impedisce la mia vista, di ammirarlo.

Viene verso di me.
"Mi dispiace, sono stato uno stupido, un bambino.
Però voglio rimediare, siete stati con me per tutto il tempo, ho provato a divertirmi a continuare con la mia vita, ma ricordo come ho reagito?
Ero felice, ero sincero, sono stato influenzato dai miei genitori.
Hai tutte le ragioni di questo mondo per non fidarti di me, e se ci provassimo?
Ti giuro che non te ne pentirai, non mi aspetto nulla.
Per favore, proviamoci"
Nel frattempo si è avvicinato sempre di più, ora siamo abbracciati.

Chissà, magari dovrei?
Forse è la soluzione migliore.

Contro il suo petto, muovo il mio viso in un si.

Alza il mio viso e ci baciamo.

Sono a casa.

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora