Un amore impossibile 2.

Capitolo 62

Lo seguo, voglio solo vedere se ha dei fogli come dice lui.

Anche se sono titubante, è un militare mi dovrebbe scoprire in cinque secondi senza neanche guardarmi.

Ci provo ugualmente, lo seguo.
Lascia la porta aperta ignaro di tutto.

Tira fuori falla busta dei fogli, aveva detto il vero.

Ora posso andarmene.

"Si gioca a nascondino qui?"
Ero messa a gattoni, adesso ho il culo rivolto alla porta e gli occhi strizzati.

Merda, muovo solo le labbra.

Faccio una risata nervosa, mi giro.
Aspettavo di vederlo a braccia conserte verso di me con un ghigno di soddisfazione sul viso.

Invece è girato e si sta togliendo la maglietta.
Ok, non arrossire e non fare altre figure di merda.

"Si, stavo giocando con Jørgen"
Pessima, però credibile, per certi versi.

Insomma ha solo qualche giorno, poi cosa metto in mezzo un bambino.

"Già, dev'essere allora un prodigio.
L'ho visto da poco con sua madre"
Doppiamente sgamata, fantastico.

Forse questa figura di merda cambierebbe se mi alzassi.

"Perché mi spiavi?"
Domanda dopo essersi messo la maglietta che utilizza per stare a casa.

"Mi andava"
Mento ancora, ma che cazzo sto dicendo?

"Già certo, volevi vedere se mentivo vero?"
Ma come diamine fa?

"Si ok?
Volevo vedere se dicevi la verità, anche perché tu di solito non sei così misterioso e così ho pensato a questa cagata.
Già sapevo mi avresti vista anche ad occhi chiusi, ma ho comunque sperato in qualcosa di completamente diverso"
Dico tutto d'un fiato, gesticolando.

Come sua reazione lo vedo ridere.

"Accidenti, sei molto meglio di quei rapper.
Quando parli veloce puoi sterminare una persona, gli manderesti il cervello in fonduta"
Ride ancora.

Almeno ho scoperto cosa fare quando non voglio qualcuno tra i piedi.
Gli mando il cervello in pappa.

"Senti mi dispiace"
Provo a rimediare abbdacciandolo.

"Non te la cavi così"
È serio, anche se continua ad avere quel sorrisetto tra le labbra.

Adesso mi tocca rimediare, vediamo cosa vuole da me.