Capitolo 27

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Ci troviamo in un bar, molto affollato direi.

Il barista o come dice qualcuno bar-man arriva.
Nicolas ordina un dolce che qui in Norvegia è molto famoso.

Ovviamente neanche provo a dire come si chiama... ha un nome strano.

"Salve vorrei due skillingsboller"
Ordina in norvegese.
Devo dire che stavolta una o due parole le ho tradotte per intuito.

Il mio ragazzo si gira verso di me e sorride, ricambio.
"Come sono questi dolci?"
Per favore, capitemi, non si che dire!
Sono ancora scossa, ma voglio divertirmi e non risultare quella in depressione che rovina tutto.

"Sono buonissimi, c'è qualcosa di simile in Italia, ma io preferisco di gran lunga questi.
E ci sono vari gusti, miele, semplice, e cioccolato, non ricordo l'esistenza di altri gusti, evito prima di dire una cavolata"
Ridacchia.

Lo ascolto e guardo attenta, arrivano le nostre ordinazioni.

"Alla hilse!"
Dice euforico, prima di uccidere in un solo colpo quel delizioso dolcetto.
Assassino.

"Alla salute"
Io lo dico in italiano.
Addento anche io il mio ordine,  ma delicatamente, non uccido nessuno, o quasi.

"Avevi proprio ragione!
È buono"
Parlo con la bocca piena borbottando.

Felici come bambini e senza pensieri, mangiamo con gusto, dopo secondo ordine di Nicolas, ordiniamo due cioccolate calde.

Ancora una volta, aveva ragione, accoppiamento tra i due è strabiliante.

"Vuoi fare un po' di shopping ora?"
Domanda mentre pulisco le labbra, imbrattate di cioccolato.

Se non mi sporco non c'è gusto.
"Solo un'occhiata!"
Chiarisco subito le mie intenzioni, non voglio comprare nulla.

Mi porta nel centro della città.
I miei occhi non riescono a staccarsi da una felpa con scritto Oslo.

Ok, forse la mia occhiata si sta trasformando in qualcosa di diverso.
Penso di essere un poco stupida in queste occasioni.

"Qual è la tua misura?"
Domanda Nicolas, svegliandomi.
Intontita rispondo.

"M, perché?"
Vederlo entrare nel negozio e sparirvi all'interno, rende le mie idee più chiare.
Compra la felpa ed esce con una busta.

"Grazie ma non dovevi disturbarti"
Bacio la sua guancia, con i talloni in aria e le punte dei piedi piantate al pavimento.
Devo allungare, non posso fare la parte di pollicina.

Facciamo un lungo giro della città.

"Nicolas!"
Una voce femminile ci disturba, mi volto senza ascoltare le avvertenze del mio ragazzo.

Diceva tutto il tempo 'non ti girare' , 'non farlo' .

La ragazza che ha baciato Nicolas, ecco chi è.
La sua ex.

Ora capisco tutto questi terrore con le ex.
Mi aggrego a tutte quelle donne.

Sorride come Heidi, la picchierei.

Lo faccio, sul serio.
Nicolas in silenzio prega che vada tutto bene.

"Ciao, chi è?"
Col fiatone parla e mi indica.

Sono consapevole a chi fa la domanda, ma fatemi godere il momento.

"La sua ragazza"
Fingo di essere buona e calma.

Quel suo sorriso svanisce e guarda Nicolas che pensa al peggio.

Spero vi piaccia!

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora