Un amore impossibile 2.

Capitolo 58

Vi chiedo, sul serio, umilmente perdono.
Ieri ero distrutta, stiamo ristrutturando casa, a me queste cose piacciono perciò mi sono messa all'opera e sono tornata tardi, verso le tre perché ero fuori.

Oggi doppia pubblicazione.

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Rimane seduto lì per quasi un quarto d'ora prima che si senta meglio, o anche solo in grado di potersi alzare.

Ho pensato subito a qualche malattia, positiva come sempre io.
Ma ho pensato che farsi prendere dal panico davanti a lui, non era il caso e non lo avrebbe aiutato.

Così, sempre nel silenzio più assoluto ho provato a far girare le rotelline del mio cervello.
Ho tratto varie conclusioni.

Può essere stressato perché ora deve pensare non solo a sua sorella, ma anche al suo bambino, deve occuparsi pure di me e giusto qualche giorno fa ha chiuso per sempre con i suoi genitori con qualche sua sfuriata.
Forse anche questa sua agitazione nel farmi divertire per questi ultimi giorni, prima della mia partenza, ha dato la sua parte.

Ma voglio vederci chiaro, mi farà comodo pensare subito ad un po' di stress accumulato, ho promesso a me stessa di dover sapere sempre tutto e di non illudermi più, dopo aver scoperto di essere figlia di nessuno.

"Va meglio?"
Mi abbasso al suo livello per incrociare i nostri sguardi.

"Si, è stato un calo di pressione tranquilla"
Bacia la mia guancia, credendo che possa essere una garanzia nei miei confronti.

Faccio finta di credergli, prendo posto accanto a lui.

Decide di fare un altro giro prima di tornare a casa.

Non so il perché, forse per non innervosirlo annuisco.

"Ora però andiamo"
Si è fatto tardi, anche se lui sembra bello sveglio e pimpante.

Inizio a tirarlo per la mano fino in macchina.

"Aspetta"
Dice bloccandomi di colpo, tirandomi a se.

"Ti sei spaventata prima?"
Domanda, incrociando il mio viso tra le sue mani.

Nego, era così evidente, ma continuo a negare tutto.

"Dammi un bacio"
Ordina col sorriso in bocca.

Mi metto in punta di piedi e faccio come dice.

E finalmente torniamo a casa.

A dopo!