Capitolo 57

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"Tre, due, uno.
Auguri!"
Urliamo a squarcia gola io e la mia nuova famiglia.

Con i bicchieri di prosecco in mano, alzati verso la tv.
Senza dubbio io ho un diti di prosecco e loro tutto il bicchiere.

Ma è anche giusto così.

Ci facciamo gli auguri a vicenda.

Stasera con noi c'è anche Finn, sembra che le cose vadano bene.
E questo può solo farci piacere, soprattutto se lei è felice.

"Bene, noi ora usciamo"
Si, io e Nicolas stasera usciamo.

Tra qualche giorno dovrò ritornare a casa ed abbiamo organizzato quante più uscire possibili ed immaginabili.
Anche giornate con Ingrid ed il bambino.

Con la scusa lasciamo anche la famigliola felice.

"Ora ti porto in una piazza, dove andavo tempo fa e vedrai che spettacolo"
È contentissimo di portarmi con se.

A me i fuochi piacciono, non vedo l'ora.

"Sarà piena di ragazzi"
Commenta mentre giuda.

"Perché tu sei vecchio vero?"
Domando, sperando che non pensa davvero di essere grande.

Ha solo vent'anni.

"Non come te"
Ridacchia.

"Divertente"
Dico con una smorfia.

"Signorina siamo arrivati"
Annuncia prima di scendere dalla macchina.

Inizia a farmi vedere tutte le bancarelle della fiera, si una fiera qui.

"Che belle!"
Indico delle collane esclamando.
Sembrano delle vere pietre.

"Te la regalo"
Sussurra al mio orecchio, circondando i miei fianchi e baciandomi la guancia.

"Non devi"
Non voglio essere quel tipo di ragazza che si fa comprare mezzo mondo dal proprio ragazzo.

Sembrando delle oche.

"È un regalo"
Alla fine mi convince.
Prende anche i soldi.

E li porge alla signora.

Io prendo quella azzurra sopra e bianca sotto.
Nicolas quello bianco.

"Vieni ora ci sono i fuochi"
Dopo avermi sistemato la collana, prende il mio braccio e mi trascina nel cuore della piazza.

Ragazzi più grandi o della mia età urlano oppure saltano in braccio agli altri per vedere meglio.

Attimi di silenzio e poi un insieme di fuochi squarcia il cielo.
Ce ne sono di ogni colore.

Blu, verde, giallo, rosso.

"Sono bellissimi"
Parlo estasiata.

Li fisso con stupore.
Qualche minuto dopo vedo Nicolas toccarsi la fronte, strizzare gli occhi, mugulare di fastidio.

Gli stringo la mano e lo porto verso una panchina.
Barcolla.

Sono preoccupata.

"Ti ho resa felice, va bene così"
Risponde dopo aver risposto in pochi secondi a delle mie domande, durate ore.

"Aspettiamo un poco e poi torniamo a casa"
E stavolta sono seria, prova solo a ribattere e lo uccido qui.
Lo faccio fuori.

"Mi mancherai"
Nicolas così mi fai male.

"Anche tu"
Confesso con gli occhi lucidi.


Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora