Prendo il vestito e lo appendo nel mio armadio, sperando che quando lo metterò mia madre potrà essere accanto a me.
«Emma, cara, la cena è pronta!» sento Emily urlare dal piano di sotto. Pulisco le lacrime che mi si sono spuntate in voce sicura e forte rispondo: «Sì, vengo!»
Vado in bagno, mi lavo le faccia con l'acqua fredda per eliminare il rossore che il pianto ha lasciato. «Dai, Emma su, sei forte.» Faccio un bel respiro e scendo per raggiungere mia madre a tavola.
Siede nella sedia a rotelle, le evita di fare sforzi inutili. Sforzi che per le persone non sono né anche oggetto di analisi. Camminare, parlare e respirare: cose banali della vita che per mia madre sono una lotta, ogni giorno.
Mentre sto per sedermi, qualcuno suona alla porta. Mamma e Emily si guardano e si sorridono, pensando che non me ne accorga. Qualcosa non mi quadra.
«Emma, non vai ad aprire?» Mamma dice, in tono apparentemente severo. Mi stanno nascondendo qualcosa. Magari hanno ordinato la pizza e mi vogliono fare la sorpresa. Non voglio rovinare il loro gioco e quindi procedo verso la porta mentre ho un sorriso stampato in faccia.
Giro la maniglia e apro la porta marrone. «Sorpresa!» Sindy urla, con in mano due sacchetti che agita di fronte a me.
«Ma che...» Prima che possa dire qualcosa lei getta le braccia attorno al mio collo mentre ha le mani ancora impegnata. «Non te l'aspettavi, vero?» mi chiede mentre mi stringe forte in un abbraccio.
«Come potevo dimenticarmi che Sindy festeggia ogni compleanno e non poteva digerire il fatto che quest'anno volessi stare in pace.» Alzo gli occhi al cielo ma sono lieta che sia qui, anche se volevo passare questo giorno più possibile con la mamma.
Sindy scioglie l'abbraccio ed entra mentre io chiudo la porta.
«Voi lo sapevate, vero?» guardo le due donne più importanti della mia vita. Rispondono con le spallucce e poi scoppiano in una risata. Sebbene mia madre faccia molta, moltissima fatica, è bello sentirla ridere.
Sindy si siede intorno al tavolo e comincia ad aprire i sacchetti. «Pizza e torta per la festeggiata!» urla alzando le braccia in aria come se fosse ad un concerto.
Mentre mi siedo accanto a lei mi dà una gomitata nello stomaco. Quasi non le prendo le treccine e gliele tiro. Odia quando le si toccano i capelli.
«Non te lo aspettavi eh?» me lo chiedo in tono sensuale. Scuoto la testa di fronte al suo atteggiamento.
«No.»
«Lo sapevo.» Cosa farei senza di lei.
La mamma non può mangiare tutto questo quindi di fronte a lei giace un piatto con molta verdura e del pollo. Prendo il pezzo di pizza con i funghi e me lo mangio mentre con la coda di un occhio, come sempre, vedo mia madre faticare a portarsi la forchetta alla bocca.
L'unica volta che l'ho aiutata a mangiare, mi ha sgridata, dicendomi che poteva farcela da sola e così non l'ho mai rifatto. Credo che non sia facile, per una madre, mostrarsi debole di fronte ai propri figli.
«Emma, com'era il nuovo insegnante di Letteratura?» Sindy fa la curiosona.
Mi ricordo i suoi occhi intensi inchiodati nei miei e il suo citare la poesia a memoria, non avevo mai sento nessun'altro citarla prima di oggi.
«Era normale.»
La sua mano con la pizza in mano rimane in aria mentre mi osserva con la bocca aperta, scioccata.
«Cosa?» mi difendo.
«Le ragazze non fanno altro che parlare di lui e tu dici che... ma sei impazzita?»
«Senti, non ho tempo per ste cavolate. Vado a scuola per imparare non a flirtare con i prof.»
Ma questa non l'ho capita, solo perché le altre ne parlano devo farlo anch'io!
Sindy sbuffa e riprende a mangiare. Se la vedo così mi immagino solo che colpo si prenderebbe l'intera scuola se la trovasse in maglietta e pantaloni vecchi che avevamo comprato insieme due anni fa, struccata e con le treccine a mangiare pizza.
Cambia, però solo lo stile quando è a scuola mentre rimane la stessa dolce e generosa Sindy delle elementari.
«Emma, però prima o poi il ragazzo dovrai trovartelo,» dice la mamma.
La guardo storta, «Ancora no. Prima Standford e dopo ragazzi.»
«E se lo trovassi prima?»
«Vedremo,» liquido con la mano la conversazione.
Dopo aver mangiato la pizza, tra una parola e l'altra, Sindy apre la scatola della torta. Mentre cantano Buon compleanno, la taglio.
«Mamma, un po' la puoi magiare.» Non voglio privarla della felicità che troverebbe nel mangiare la nostra torta preferita: Red Velvet.
Lei scuote la testa con un sorriso e mi fa l'occhiolino. Le passo il piattino e la forchetta.
Dopo circa un'ora, mi alzo dal tavolo.
«Devo andare al lavoro. Grazie mille Sindy, sei la migliore!» L'abbraccio forte.
«Vengo con te.» Salta giù dalla sedia, abbraccia Emily e mia madre e mi segue fino alla macchina.
«Grazie ancora, hai reso la giornata migliore.»
«Per te questo e altro e sappi che non sei sola. Ci sono io.» Le sue labbra si piegano in un sorriso confortante. Annuisco, l'abbraccio e ci lasciamo.
Devo essere al lavoro tra dieci minuti esatti e sapendo il traffico della California, accelero. Parcheggio al mio solito posto e prendo da sotto il sedile il mio quaderno magico.
Quando entro, noto Kevin impegnato ad organizzare i tavoli. Quando si accorge di me mi sorride, caldamente. «Ecco la nostra pianista.»
Lavoro come pianista al Street Point, un tipo di Starbucks dove le persone vengono generalmente per avere una serata tranquilla. Siccome offriamo intrattenimento e tranquillità allo stesso tempo, il locale è sempre pieno specialmente di giovani ragazzi e ragazze.
«Ciao, Kev. Com'è andata la visita?»
«Bene, è un maschietto.» Kevin e sua moglie sono in dolce attesa del loro primo bambino.
«Che bello! Salutami Jenna!» Lui annuisce mentre io lo lascio al suo lavoro e procedo verso il Piano in fono alla sala in un angolo, da non poter essere troppo esposta.
Mi siedo e comincio a controllar gli accordi. Oggi ho intenzione di suonare il mio brano preferito: Mariage d'amour di Paul de Senneville.
Adoro la melodia armoniosa e dolorosa allo stesso tempo. Adoro come le mie dite si devono muovere velocemente sui tasti: mi fa sentire viva.
Un po' alla volta il locale comincia a riempirsi di persone e alle otto e mezza, scocco la prima nota. Ne seguono le altre creando una melodia soave che tutti sembrano godere. Muovo le dita su questo oggetto inanimato che prende vita un po' alla volta.
Quando ho finito sento il corpo caldo e il respiro affannoso, quasi avessi corso una maratona. Appena alzo gli occhi dalle mie mani verso il libro dei brani, per girare la pagina, noto degli occhi famigliari che mi scrutano in maniera profonda.
«Cody,» sussurro.
Siamo al quinto capitolo!!! Non ci credo ancora all'amore che stato mostrando nei confronti di questa storia. Non poteri mai essere più grata.
Se vi è piaciuto il capitolo votate, commentate e condividete.
Se trovate degli errori fatemelo pure sapere. Procederò a correggerli!!!
Domanda del giorno: quale libro potreste leggere all'infinito?
Io AMO la serie una ragione per di Rebecca Donovan e potrei leggerla anche nella tomba ;D
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...