Capitolo 21

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«Dovrebbe essere qui a momenti.» Sto provando un arcobaleno di emozioni tutte insieme. Questa situazione è così strana. Io conosco Cody da tre giorni, è il mio insegnante, abbiamo condiviso dei momenti speciali, adesso verrà a casa mia a cena, mia madre pensa che sia il mio fidanzato ma io non so né anche cosa siano i miei sentimenti per lui.

Tutte questi pensieri ed emozioni mi stanno facendo scoppiare il cervello. Vorrei urlare, piangere, buttare contro il muro la ciotola di insalata che tengo in mano.

«Emma, non vai a vestirti?»

«Mamma, sto bene così.» Non voglio farmi bella per una persona che magari non prova niente per me.

«Sicuramente non ti siedi a tavola con dei pantaloni da tuta e la maglietta di cinque anni fa.» Anche se la sua voce è bassa, il suo tono è autoritario. Mi sta sgridando e questa potrebbe essere forse l'ultima volta.

"La speranza è quella cosa piumata che si viene a posare sull'anima. Canta melodie senza parole e non smette mai."

Il mio subconscio automaticamente comincia a citare la poesia.

«Emma, ascolta tua madre.» Certo, mi ero dimenticata che anche Emily ha il diritto di sgridarmi.

Alzo gli occhi al cielo e a passo pesante salgo le scale per raggiungere la mia stanza. Apro l'armadio e comincio a frugare tra i miei vestiti. Decido di mettermi quello giallo, lungo, di cotone con il cinturino blu alla vite. I capelli li lascio sciolti ma pettinati e mi metto un po' di mascara. Mi guardo un secondo allo specchio. C'è qualcosa che manca? Ovvio, il profumo che è giusto di fronte a me. Prendo Poison e lo spruzzo un po' sui polsi e sul collo.

Adesso sono bella e profumata.

Scendo e raggiungo Emily e l'infermiera, Heidi, che sono intente in una conversazione animata con mia madre, vestita nel suo vestito rosso che mette in risalto la sua bellezza. La testa è coperta in una sciarpa nera, avvolta come un turbante. Ha deciso di dare un po' di colore alla sua pelle con il trucco. Sicuramente è stanca e fa fatica anche a sedersi ma sapere che è ancora qui, mi rende gioiosa.

Faccio un bel respiro e scendo i gradini rimanenti attirando l'attenzione delle tre donne. Muovono gli occhi da testa a piede quasi mi stessero facendo una radiografia.

«Allora?» chiedo timida mentre mi sento osservata fin troppo.

«Sei una favola.» La voce di Emily è dolce.

Guardo verso mia madre che mi sorride con affetto. «Se alla fine della serata non ti bacia allora lascialo.» Sorride maliziosamente lasciandomi a bocca aperta.

«Comunque giusto per chiarire non stiamo insieme.» Tutte e tre mi guardano poco convinte.

«È vero!» cerco di riaffermare la mia posizione ma in vano. Mi arrendo e sbuffo. «Meglio che veda a che punto sono i ravioli.» Senza guardarle mi dirigo verso la pentola sui fuochi e comincio e controllare la consistenza dei ravioli con la forchetta. Servono ancora altri cinque minuti.

Emily intanto sta apparecchiando il tavolo e Heidi la aiuta. Ormai, in soli poche ore sembra essere parte della famiglia. Mentre sono intenta nel mio lavoro sento il mio cellulare suonare. Lo prendo e vedo che è Sindy. Solo adesso mi rendo conto che non le ho detto niente e oggi a scuola non l'ho vista. In più ho lasciato la mia macchina nel parcheggio della suola.

«Pronto»

«Emma, diavolo mi hai fatta spaventare. Non ti ho vista a scuola, non mi hai scritto tutto il giorno. Tua madre sta bene?» dice tutto d'un fiato.

Mi allontano dalla cucina verso il soggiorno. «No ma adesso non posso parlare. Ti scrivo dopo.»

La sento sbuffare. «Va bene ma scrivimi. Devo saperlo.»

«Va bene, ciao.»

«Ciao.»

Ritorno in cucina, anche se il soggiorno e la cucina non sono separati l'uno dall'altra. «Emma, puoi portare questa spazzatura fuori?»

«Sì.» Prendo il sacchetto nero e lo porto fuori per buttarlo nella pattumiera. Ormai il sole sta tramontando dipingendo il cielo di colori caldi. Si comincia a sentire l'aria meno calda di Ottobre.

«Ciao.» Sento una voce maschile profonda e famigliare. Quando mi giro lo trovo lì, nei suoi jeans neri e la maglietta a maniche corte bianca. I capelli tirati in un codino e gli occhi putati su di me.

«Ciao, William,» dico con un sorriso lieto mentre butto la spazzatura nel apposito contenitore lontano dalla porta. Si avvicina in un passo lento mentre mi scruta da sotto quelle ciocche ribelli.

«Ho visto l'ambulanza oggi, tutto bene?» mi chiede con voce preoccupata. Guardo dappertutto tranne lui.

Non so cosa dire. Non mi piace rivelare la condizione in cui mi trovo ad altri. Mentre i miei occhi passano da una casa all'altra noto il famigliare pick up rosso che ho visto diverse volte nel parcheggio della scuola fino a tardi. È parcheggiato accanto alla casa di William.

«Quel pick up di chi è?» Scruto la vettura con curiosità.

«Quello? È mio perché?»

«L'ho visto diverse volte a scuola fino a tardi. Non sapevo fosse il tuo.»

Quado lo guardo la sua espressione si incupisce e la sua voce sembra meno decisa quando parla: «Sì gioco nella squadra di basketball quindi rimango fino a tardi per gli allenamenti.»

Annuisco mentre lui si stringe nelle spalle con le mani nelle tasche dei pantaloni.

«Capisco. Comunque adesso torno dentro.»

«Non hai risposto alla mia domanda,» afferma mentre sto per girarmi per entrare, «Emma, va tutto bene a casa tua?»

«Lo saprai presto.» Si acciglia. «Ciao, William.»

«Ciao, Emma.»

Un altro capitolo!!!!! William sembra essere particolarmente misterioso? Secondo voi che ruolo ha nella storia? 

Se vi è piaciuto il capitolo VOTATE;COMMENTATE E CONDIVIDETE!!!!!

Grazie di cuore per l'amore che mostrate per questa storia.

Spoiler: prossimo capitolo pieno di amore!!!!!

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