Ultima lezione e poi ritorno a casa, da mia madre. Sta mattina l'ho vista debole, più pallida del solito anche se cercava di sorridermi con gli occhi. Generalmente si alza velocemente dal letto ma solo dopo un giorno di tregua dalle medicine, ho notato stanchezza in ogni suo movimento.
Emily è con lei quindi sono tranquilla che ha quello che le serva ma ho paura che non ho due settimane. Ho paura che il tempo divori tutto prima del dovuto.
Entro nell'aula e mi siedo al mio posto, immersa nei miei pensieri.
Mi sembra di lottare senza alcuno spiraglio di vincita. Sono stanca ma non posso arrendermi, non ancora. Devo essere il coraggio di mia madre. Non posso frantumarmi di fronte a lei.
«Emma,» la voce di Cody mi chiama nel presente spazio-temporale. È in piedi di fonte al mio banco. «Stai bene?» mi chiede nel suo modo premuroso, ormai famigliare.
Annuisco. «Sì, credo di sì,» cerco di convincere me stessa.
Mi guarda, con quegli occhi scuri e intensi, senza dire nulla. Li distoglie e si gira per andare a sedersi al suo posto.
Prendo il cellulare e lo metto sul banco. Oggi lo voglio vicino a me più che mai.
Sento un vuoto dentro di me. Ho un groppo in gola. Ho paura. Ho ansia. Le mie mani stanno tremando e il mio respiro si sta facendo più affannoso anche se sono seduta nel comodo di una classe. Sto sudando. Tremo di freddo. Passo le mani sui jeans. Prendo la bottiglietta dell'acqua e bevo un sorso. Ho lo stomaco chiuso. La mia mente si sta offuscando. Troppe immagini stanno scorrendo come un filmato: la mamma che ride, il mio compleanno, la volta in cui si è dovuta tagliare tutti i capelli, gli spasmi di dolore durante le chemioterapie e l'incubo di sta notte.
Giaceva bianca nella tomba: l'ho sognata morta.
«Emma, cosa succede?» Vedo Cody avvicinarsi.
«Sto bene» rispondo mentre cerco di riconquistare il controllo del mio corpo. Non ci riesco. Nulla. Non ci riesco. Cosa faccio quando ho questi momenti. Cosa faccio? Non mi viene in mente. Non mi ricordo. Cosa ripeto? Qualcosa con la speranza.
«Speranza è...» non so come continua. Batto il piede continuamente.
«Emma stai avendo un attacco di panico.» Guardo Cody seduto sulle ginocchia vicino a me. «Guardami negli occhi.»
Faccio quel che dice. Mi prende la mano nella sua. «Emma, va tutto bene. Respira con me.» Seguo il suo ritmo mentre lo fisso. Inspiro. Espiro. Inspiro. Espiro. Piano a piano mentre guardo nei suoi occhi il mio cuore torna al suo battito normale.
«Ripetimi la poesia,» gli dico mentre cerco di raccogliere tutto l'ossigeno possibile.
«La speranza è quella cosa piumata...»
Ripeto con lui «La speranza è quella cosa piumata che si viene a posare sull'anima. Canta melodie senza parole e non smette mai.»
«Mai» ripeto a me stessa. «No, non è vero io non ho più speranze. Le ho perse tutte.» Le lacrime cominciano a rigarmi il volto mentre la gola mi va a fuoco.
Cody si alza, mi copre con le sue braccia. Il suo mento appoggiato alla mia testa. «Emma, abbi coraggio.»
«Io sono coraggiosa ma so che non ho più speranze.» Sinnghiozzo contro il suo corpo mentre lui mi conforta. Mi stringe forte a sé e io lascio che il vuoto nel mio petto mi divori. Piango incessantemente, senza tregua.
«Andrà tutto bene,» sussurra e mi accarezza i capelli.
Il cellulare suona e io sobbalzo. No, per favore, fa che non sia ciò che penso. Mi stacco da lui e lo prendo subito in mano. È Emily.
«Emily, che c'è?» chiedo piano, tremante.
«Emma, sto portando Carmen all'ospedale. Ha avuto un collasso. Vieni al Belling Hospital.»
No, non così presto. No, non può andarsene adesso. Non ancora. Non le ho ancora fatto vedere il vestito bianco su di me. Mancano ancora gli episodi da finire dell'ultima stagione della sua serie tv. Ho ancora così tanto da fare. No, per favore, ho bisogno di più tempo.
"No!"
Ormai è arrivato il momento che Emma dica addio a sua madre. Mi scuso in anticipo se causo lacrime. Spero vi sia piaciuto il capitolo.
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Il nome del ship è finalmente EmOdy. Grazie a tutti voi che mi motivate sempre di più, non saprei cosa fare senza di voi. Un abbraccio forte a tutti voi!!!!
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...