Sento dei passi avvicinarsi velocemente e spero solo che non sia di nuovo Cody perché ho veramente bisogno di essere lasciata in pace se voglio calmare la rabbia che si è impadronita di me.
«Vai a sederti sulla panchina del parcheggio della scuola?»
Mi giro alla voce che conosco. «William?» aggrotto la fronte confusa, «Cosa ci fai qu?»
Scrolla le spalle. «Sto con te,» dice semplicemente camminando accanto a me. «Non sono qui per farti la predica. Se vuoi posso anche camminare in silenzio ma poi ti perderesti le mie battute.» Ha un sorriso malizioso sulle sue labbra.
Sospiro e cerco di calmare la furia che regna il mio cervello.
«Perché sei arrabbiata?»
«Non sono arrabbiata. Sono solo... esausta.»
Ecco sono esausta per tutto ciò che sto attraversando.
Vedo William annuire accanto a me, con le mani nelle tasche dei pantaloni. «Perché sei qui?»
«Ho sentito del funerale e ho pensato che forse avresti avuto bisogno di un amico.» Si stringe nelle spalle quasi con scuse.
«Grazie ma vedi,» indico me stessa, «anche con l'amore di persone che ci tengono così tanto a me, sono ridotta così.»
«Intendi il tuo fidanzato?» mi guarda sotto il ciuffo che gli cade sulla fronte.
Subito penso alle parole velenose che ho detto a Cody qualche minuto prima e il senso di colpa mi pervade la mente.
Vai via e lasciami da sola. Non ho bisogno di te.
Sono una stupida. Come ho potuto dire certe cose al ragazzo che amo? Se io mi sento così male solo a ripensarci, cosa avrà provato lui quando le ha sentite. «Sono una fidanzata terribile.» Continuo a camminare.
«Tutti fanno degli errori.»
«Certo, ma io li faccio di continuo.» Espiro e chiudo gli occhi per ricacciare le lacrime che spuntano nei miei occhi.
«Dovresti medicare questa mano.» Appena mi ricorda che ho una mano ferita sento, come per magia, il senso di bruciore di nuovo. Scuramente si sono aperti i punti perché le garze bianche ora sono completamente rosse. Scuto la testa delusa da me stessa: non ho fatto niente di giusto oggi e mentre sto rimuginando sulle mie azoni sicuramente mia madre verrà sepolta.
Come farò a vivere da sola? Ho ancora un'intera vita di fronte a me e sono sola: nessuna madre, nessun padre...nessuno. Non ho nessuno.
«Lo sai che lui ti ama?»
Mi giro di scatto verso William che cammina accanto ame, ormai avremo camminato per almeno dieci minuti. Lo guardo confusa. «Cody Bates, ti ama. Lo puoi leggere nei suoi occhi.»
«Lo so e io gli ho detto tutte quelle cose.» Voglio solo urlare dalla rabbia ma non faccio altro che stare zitta e ripetermi la stessa cosa: sono un'idiota.
«Sei sicura che vuoi camminare fino alla scuola?»
«Se non riesci a camminare puoi sempre tornare indietro.» Ride e lo guardo storta.
«A questo punto sarebbe meglio proseguire avanti che tronare indietro.»
Guardo introno e mi accorgo che avremmo camminato per diversi chilometri perché siamo nella zona centrale di Belling e la scuola dista circa due chilometri da qui.
«Ma da quanto stiamo camminando?» chiedo avendo perso la cognizione del tempo.
Lui tira fuori il cellulare e mi informa: «Da circa un'ora.»
Sicuramente avranno finito il funerale e io non ci sono. Voglio urlare dalla rabbia che provo per me. «Voglio urlare.»
Al silenzio di William mi giro per guardarlo e noto un'espressione seria sulla sua faccia. Guarda di fronte a sé. «Tuto bene?» chiedo un po' preoccupata.
Finalmente mi guarda. «Seguimi.» Non dice altro e gira verso sinistra. «Dove stiamo andando?» chiedo dopo che l'ho seguito per almeno un quarto d'ora passando per vie di cui non ne sapevo né anche l'esistenza.
Lui non risponde e procede con il suo passo, in silenzio mentre io continuo ad osservare la sua espressione seria e pensierosa. Facciamo un tratto in salita e sento il cuore battermi nelle tempie per lo sforzo ma finalmente ci fermiamo e quello che vedo è magico.
Siamo su uno scoglio, lontano dal chiasso della città e sotto di noi, fino in lontananza c'è solo acqua. Il vento soffia leggermente tra i miei capelli e mi sfiora la faccia.
«Non sapevo di questo posto.»
«L'ho scoperto per caso e vengo qui ogni volta che sono turbato. Qui puoi urlare quanto vuoi e nessuno ti sentirà.»
Annuisco. «Credo che la voglia di urlare sia passata da quanto abbiamo camminato. Per ora voglio solo sentire la tranquillità di questo momento.»
Apro le braccia, chiudo gli occhi e mi lascio accarezzare dall'aria respirando il profumo fresco dell'acqua. Spengo la mia mente e cerco di concentrarmi sul suono dell'acqua che batte forte sui sassi.
L'acqua arriva lenta e unita e poi d'un tratto si frantuma in minuscole gocce proprio come il cancro che è arrivato lento e silenzioso e poi come in un secondo mi ha frantumato la vita in pezzetti.
Mi ha preso tutto ciò che avevo. Tutto. Mi ha preso mia madre. Apro gli occhi e urlo con tutta le mie forze lasciando che il dolore scivoli via dal mio corpo per sempre perché non voglio vivere per sempre con questo sentimento. Urlo finché non sento le corde vocali bruciarmi.
Quando smetto mi sento come leggera, liberata da qualcosa. Ancora non so cosa ma so che qualcosa mi ha lasciato. Forse il dolore, la rabbia, la preoccupazione o forse mi sono liberata del passato. Non so cosa sia ma m sento leggera.
«Devi andare avanti.»
«Devo andare avanti,» William sorride, «Grazie.»
«Prego. Adesso hai un tuo posto segreto,» dice con divertimento nei suoi occhi.
«In realtà è un nostro posto segreto.» Incrocio le braccia di fronte a me con un sorriso onesto. Mi sento sollevata quasi mi sia liberata di un peso che portavo con me.
«Come ti senti?» Ritorna ad essere serio.
Penso un secondo a cosa dire. «Mi sento pronta per affrontare la vita da oggi in poi. Ormai è un fatto che ho perso la madre e non posso fermarmi in questo momento perché la vita va avanti, vero?»
Lui mi guarda con un'intensità che mi mette leggermente a disagio. «Vero.»
Cerco di mettere ordine nella mia testa e la prima cosa sulla lista è: chiamare Cody.
Eccomi! Quindi, Emma ha elaborato il lutto in un suo modo e tutto ciò con William ma non vi sembra strano questo ragazzo?
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...