Libro 2 - Capitolo 12

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«Che è successo ieri? Sei ritornata tardi.» Meddy è in piedi, accanto a me, mentre friggo le uova.

«Sì, ci è voluto un po' per raggiungere la casa della sorella di Cody.»

«L'hai incontrata.»

Sospiro, ripensando a quanto accaduto ieri: io che accompagno Cody ad incontrare una sorella che lui non ha mai visto da quando ha coscienza di se stesso.

«Emma, le uova.» Meddy mi scuote facendo mi notare che la mia colazione sarà più fumata del solito. Alzo subito la padella dal fuoco e metto il tutto in un piatto.

«Quindi?» Meddy continua con le sue domande.

«No, la vediamo oggi.»

«Vediamo? Intendi di nuovo, tu e lui, insieme.» La sorpresa è come un fiume in piena nei suoi occhi, pronto a straripare.

Appoggio con forza la forchetta sul piano di fronte a me e rispondo con tutta audacia. «Basta! Sono stufa! Sono stanca di tutti voi che mi rimproverate perché sto supportando moralmente la persona che una volta ha aiutato me a non cadere a pezzi per terra, per sempre,» con ogni parola la mia voce si fa sempre più acuta.

Meddy guarda per terra e sospira. Annuisce. «Hai ragione. Non dovrei intromettermi di troppo.»

L'ho ferita. Lo vedo nei suoi occhi ma ho anche ragione. Per quanto lei sia vicina a me credo che questa volta io debba decidere da sola.

È vero. Cody mi ha ferita. Profondamente. Ma è anche stato l'unico che ha raccolto i pezzi di una ragazza frantumata dal tempo. Li ha incollati, insieme, uno alla volta, con amore, delicatezza.

Io farò lo stesso se tutto questa storia della sorella lo lascerà distrutto. Io ci sarò, per lui.

«Emma, vai in palestra?» William entra in cucina mentre mi godo la colazione, in pace.

«No, io...» prima di continuare rivelandogli il motivo per cui non lo raggiungerei in palestra come ogni giorno, l'immagine di lui che mi fa un milione di domanda su Cody mi incoraggia a non continuare.

«Tu?»

«Io, ho una cosa da fare.» Sono una pessima bugiarda. Una persona che mente guarda bene negli occhi ed è proprio ciò che faccio. Sorrido leggermente mentre lui mi guarda, un po' sorpreso.

Dopo una pausa che sembra eterna i suoi pensieri prendono voce. «Emma, sei caduta una volta. Non commettere lo stesso errore di nuovo.»

Corrugo la fronte. «Cosa vuoi dire.»

Sogghigna e si avvicina fino a sedersi accanto a me. «Credi che non lo sappia che questa cosa che devi fare in realtà riguarda Cody?» Ha di nuovo quell'aria da uno che sa tutto. Un'aria superiore.

«Se sei preoccupato per me, non esserlo. Se vuoi solo farmi notare che sto sbagliando, non osare.»

Avendo detto ciò mi alzo dalla sedia e a passo pesante vado nella mia stanza. Mi cambio subito e in meno di dieci minuti sono fuori di casa. Cody mi ha chiesto di incontrarlo al parco se volevo andare con lui.

Cammino, con le cuffie che pompano note musicali una dopo l'altra, alienata da tutto ciò che mi circonda. Nascosta in me stessa. Forse è proprio questo quello che faccio: nascondermi.

Nascondermi dai problemi. Nascondermi dagli affetti. Nascondermi dalle complessità. Nascondermi dalle perdite. Nascondermi da ciò che ho e ciò che posso avere.

Devo imparare ad affrontare. Affrontare la vita, così come si presenta ogni secondo e rimodellarla come piace a me.

Sembra che tutti odino Cody e tutto questo perché hanno visto una Emma distrutta. Se solo avessero visto la Emma di Cody lo avrebbero amato. Ma io sono la Emma senza Cody perché una volta ero la Emma di Cody. 

Lo so! Cpaitolo corto e forse con errori ma cerco di fare il possibile per tenere in vita questa storia e questo libro. Lo adoro tanto quanto voi e mi piace Emma, mi piace Meddy, Cody e tutti quanti uno più dell'altro. 



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