Libro 2 - Capitolo 7

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Le sue parole mi prendono alla sprovvista. Smetto di passare inutilmente il panno nei bicchieri e lo guardo. I suo occhi sull'orlo di un pianto di gioia, il sorriso innocente proprio quello di cui mi sono innamorata.

«Non sapevo avessi una sorella biologica.»

Ma in realtà non so niente di te. Non so neanche se tu sia veramente ciò che una volta ho amato follemente.

«Sì, un anno fa credevo di aver perso le speranze ma poi qualcosa è cambiato magicamente e adesso Jay mi ha detto che vive a Redwood City...» la sua voce trema per le emozioni e senza pensarci gli prendo la mano e gliela stringo.

«Andrà tutto bene,» dico, con tutta la convinzione nei miei occhi. Annuisce, sorride e i suoi occhi sono fermi nei miei. Sento un fuoco accendersi in me, il cuore batte all'impazzata nel mio petto, facendomi sapere che esiste ancora.

Una lacrima solitaria gli scende lungo la guancia ma prima che possa toccare terra, asciugo il simbolo della sua vulnerabilità.

«Sei felice.»

Prende la mia mano dalla guancia e la bacia, sebbene a dividerci ci sia un pezzo di legno alto e spesso. Non dice niente, continua a guardarmi con occhi rossi, pieni di emozioni. Sento il calore del suo respiro sulla mia pelle ma non è niente in confronto a ciò che il mio copro sta provando in questo momento. Il sangue sembra scorrere più velocemente, le gambe fatte di gelatina e il cervello mi si offusca di fronte a quest'immagine.

Il suo cellulare emette un bip, portandomi con i piedi per terra. Non dovrei provare queste cose. No, non posso. Non voglio essere calpestata di nuovo.

Subito libero le mie mani dalle sue e cerco di riprendere il controllo del mio corpo mentre lui controlla il suo cellulare.

Dannazione, Emma! Che diavolo pensavi di fare?!

Sono una stupida. Tutti questi mesi a controllare le mie emozioni per poi cedere così, senza alcun motivo.

Vorrei prendere a pugni me stessa.

Stupida! Stupida! Stupida!

«Emma, se ti chiedessi di venire con me per incontrare mia sorella, verresti?»

Le sue parole sono come una supplica. Negli occhi riesco a leggere la sua richiesta di aiuto. Forse anch'io ero così quando la mamma stava respirando gli ultimi attimi. C'era un disperato bisogno di aiuto in me. Qualcuno che mi prendesse per mano e mi portasse via, verso la deriva, salvandomi dalle onde selvagge dell'oceano. Lui l'ha fatto. Lui è stato accanto a me, questo non glielo posso togliere.

Nonostante tutto ciò che abbia fatto dopo, in quei momenti è stato tutto ciò di cui avevo bisogno e adesso posso ricambiargli il favore.

Giusto.

Farò quel che lui ha fatto per me, così saremo pari e dopo potremo andare ognuno per le proprie strade.

«Sì. Vengo con te.»

La sua espressione si addolcisce e vedo gratitudine. «Emma, non sai quanto questo significhi per me.»

Annuisco e sento i muri che avevo costruito introno a me avere delle crepe.

«Quando finisci qui?»

«Tra venti minuti.»

I miei occhi si spostano da lui verso Meddy, che si avvicina proprio verso di noi. Il passo lento e gli occhi che sembrano sputare fuoco.

«Meddy.» Sorrido.

Lei mi ignora e si punta come una freccia verso Cody che stranamente sorride.

«Maddalena, ci rivediamo.»

«Vi conoscete?»

Lei mi indica di stare zitta.

«Tu, ti avevo mica detto di starle lontano?» Gli punta l'indice contro e quasi non mi rimbalzano le pupille fuori dagli occhi.

Al silenzio di lui, Meddy perde le staffe. «Figlio di un porco. Adesso ti faccio nero.» Si rimbocca le maniche e prima che possa continuare, corro dall'altra parte e la fermo mentre Cody sorride come uno stupido.

Idiota!

«Dannazione, Emma. L'ho visto fare il cucciolotto di nuovo con te.»

Roteo gli occhi.

«Meddy, stavamo solo parlando.»

Meddy, la mia amica protettiva. Ci siamo incontrate il primo giorno di università e da quel giorno è parte della mia vita come Sindy. Meddy sembra fragile con quei capelli biondi e la corporatura gracile ma onestamente è la ragazza più forte che io conosca. Non si fa controllare da nessuno. Vive la vita secondo le sue regole ma nonostante la sua apparente freddezza c'è qualcosa di materno in lei. Mi sono accorta quando si è presa cura di me nel momento in cui si è accorta che ero a pezzi, dentro. Li ha raccolto uno alla volta e li ha incollati senza lasciare crepe.

«Emma, non di nuovo.»

«Meddy, sto bene.»

Mi guarda, quasi cercando di capire se dico la verità.

Annuisce e dopo aver guardato in cagnesco Cody ritorna al suo posto alla reception.

«Hai un'amica preziosa.»

«Vero.»

«Jay,» si alza dal suo posto, «il mio amico mi ha inviato l'indirizzo di casa. Dovrebbero essere qualche ora in macchina.»

Qualche ora, in macchina, in uno spazio così piccolo, con Cody, di nuovo. Ma cosa sto combinando?

«Ti aspetto, fuori.»

Annuisco e lui si allontana dopo avermi ringraziata.

Ciao a tutti!!!!!

Come state? che ve ne pare di come continua la storia?!


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