«Hai fame?»
Scuoto la testa. «No, è meglio se non ci fermiamo. Faremmo troppo tardi.»
Lui annuisce e continua a guidare ormai nel buio della sera. Sono seduta accanto ad un uomo che sta per incontrare sua sorella, l'unica relazione di sangue che gli è rimasta.
«Lo sai? Mi ricorda molto mia madre.»
Sorrido guardando di nuovo Emily. «Forse oggi riuscirai a recuperare due persone dal passato.»
«Ho paura,» dice dopo una pausa con occhi persi seppure attenti.
«Sarebbe strano se non lo fossi,» lo rassicuro facendolo sorridere leggermente.
Dovrei odiarlo per quello che mi ha fatto passare ma onestamente qualcosa di strano mi attrae a lui, quasi fosse un filo di emozioni che non riesco a vedere.
«Emma, ti posso chiedere una cosa?» Ritorna serio.
Annuisco, all'oscuro da ciò che mi aspetta.
«Sei andata alla tomba di tua madre?»
Sospiro e mi giro per guardare fuori dal finestrino la strada che lasciamo dietro mentre percorriamo verso la meta. «No.» La mia voce è solida, ferma e sicura. Non trema. Non più.
«Posso chiederti il perché?»
«In realtà non hai più il diritto di chiedermelo.»
Non risponde e io mi godo il silenzio chiudendo le palpebre che si appesantiscono per la fatica.
«Emma.» Sento una mano accarezzarmi dolcemente i capelli. Apro gli occhi alla consapevolezza che sono in macchina con Cody.
«Mi sono addormentata.»
«Come sempre.» Aggrotto la fronte alle sue parole. «L'hai sempre trovata comoda per dormire.»
Annuisco, un po' persa. «Siamo arrivati?»
Espira e sento la tensione in ogni suo movimento. «Sembra proprio di sì.» Guarda teso la casa di fronte a noi.
«Hai informato la famiglia con cui vive?» Scuote la testa con gli occhi puntati di fronte a sé. « Vuoi presentarti così dal nulla?» chiedo incredula.
«Emma, non ho avuto il tempo di mandare una lettera per informare chiunque viva con lei.»
«Potevi almeno chiamare,» lo sgrido.
«Non l'ho fatto ma adesso che siamo qui ci presentiamo almeno o no?» Vedo terrore nei suoi occhi, per la prima volta. L'ho sempre visto forte, invincibile e adesso sembra quasi un'altra persona.
«Va bene, presentiamoci anche se è una pessima idea.»
«Cosa può succedere?» Scrolla le spalle.
«Fammi pensare. Potrebbero farci arrestare per invasione di privacy.»
«Non stiamo invadendo la loro privacy.» Si difende.
Sbuffo, «Andiamo.» Esco e guardo la casa immensa che si presenta di fronte a noi. Sembra essere uscita da una rivista di design. «Sbaglio o sono ricchi?»
«A quanto pare...» dice nervoso.
Lo raggiungo dall'altra parte e mi metto davanti a lui, guardandolo diritto negli occhi. «Andrà tutto bene.» Sorrido.
Annuisce, sospirando. «Andrà tutto bene.» La sua voce rivela la sua poca convinzione riguardo a ciò che dice.
«Andiamo.» Intreccio le mie dita tra le sue. «Affrontiamolo insieme.» Gli stringo la mano per fargli capire che sono lì, accanto a lui.
«Grazie, Emma.»
«Ringraziami solo quando usciremo da qui senza essere denunciati.»
Ride, leggermente.
Procediamo verso la porta principale, di un marrone sbiadito. Vicino al campanello, leggo la scritta «Wallace.»
«Emily Wallace,» Cody ripete accanto a me.
Suono il campanello e sento la mano di Cody stringere la mia, forte, mentre anch'io mi mordo il labbro, nervosa. Stringo i denti mentre sentiamo dei passi avvicinarsi.
Mi giro per guardarlo e anche i suoi sentimenti riflettono i miei: siamo nervosi e eccitati allo stesso tempo.
La porta finalmente si apre e un uomo alto, sulla cinquantina appare di fronte a noi vestito in giacca e cravatta.
«Buonasera.» I suoi occhi passano da me a Cody. «Come posso aiutarvi?»
«Ehm... Noi...» Guardo Cody e lo imploro di dire qualcosa.
«Piacere, mi chiamo Cody Bates,» gli porge la mano che il signore stringe sebbene confuso. «e lei è...» si schiarisce la gola, «la mia...»
«Sono la sua amica Emma Rhodes.»
Il signore annuisce. «Jhonathan Wallace,» l'uomo afferma mentre studia attentamente Cody.
«La conosco?»
«No, in realtà non ci siamo mai incontrati però io vorrei chiederle qualcosa.»
L'uomo fa un passo avanti e noi indietreggiamo lasciando che chiuda la porta dietro di sé.
«Certo, chieda pure.»
Cody mi guarda e io gli faccio un cenno di incoraggiamento. «Lei ha una figlia di sedici anni?»
L'uomo aggrotta la fronte ma poi sorride, con calore. «Lei è il fratello di Emily.»
TA-DA! Non odiatemi ma adoro i momenti di mistero. Quindi vi aspetto domani con un bel capitolo!!!!!!
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...