Capitolo 41

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Non riesco a ricordarmi le note del brano che devo suonare oggi. No, non posso dimenticarmele, le ho avute in mente per così tanto tempo, non posso dimenticarmele proprio adesso.

«È Do, Re, Do...» sento un bruciore al petto. «Do, Re, Do...»

"Dannazione non ci riesco!"

Mi manca il respiro mentre cammino verso il letto. Mi riempio il bicchiere che sta sul comodino di acqua e provo a mandare giù un sorso mentre mi siedo sul pavimento con la speranza che mi ricordi le note successive alle prime tre.

Ripeto e ripeto ma non riesco ad andare oltre. Il cuore mi batte forte nel petto e il mio fiato si fa corto.

Urlo per la frustrazione e senza accorgermene rompo il bicchiere tra le mie mani. Le gocce di sangue scendono lentamente dalla mia mano che brucia in ogni puto in cui mi sono tagliata.

«Emma!» sento Cody alla porta e prima che possa girare la testa per vederlo lui è già accanto a me e mi esamina, terrorizzato, la mano. La gira lentamente per vedere ogni punto dove sono penetrati i pezzetti di vetro.

«Cos'è successo?» chiede guardandosi intorno.

Mi posso solo immaginare a cosa starà pensando di me. «Penserai che sono un caso psichiatrico.»

Aggrotta la fronte, guardandomi intensamente con quegli occhi color caffè. Mi accarezza la guancia dolcemente. «Ehi, non penso questo di te. Dimmi cos'è successo.»

Scuoto la testa mentre espiro tutto il fiato trattenuto. «Stavo ripassando le note per oggi e senza accorgermene ho rotto il bicchiere,» dico senza guardarlo.

Annuisce. «Questa ferita ha bisogno di essere medicata per bene quindi adesso chiamo un medico mentre tu ti siedi sul letto.» Annuisco e mi alzo dal pavimento, mentre guardo la mano ferita. C'è solo un taglio sul palmo destro. Mentre cerco di capire come potrò suonare oggi alla cerimonia con questa mano sento Cody chiamare qualcuno per chiedergli di venire a casa sua.

«Dottor Sheperd arriverà tra poco. Intanto mi ha chiesto di pulirti la ferita per evitare infezioni.» Annuisco e lui va in bagno e ritorna con un kit di emergenza. Si siede di fronte a me sul letto e dopo aver versato dell'alcol sul cotton fioc mi prende la mano ferita.

«Questo brucerà.» Annuisco e appena il liquido tocca le mie ferite, sussulto per il dolore. «Mi dispiace,» sussurra.

Scuoto la testa mentre cerco di non piangere quindi mi concentro su di lui. La sua espressione non lascia trapelare emozioni. No riesco a capire cosa stia pensando in questo momento: non noto disagio, disprezzo, preoccupazione... nessun tipo di emozione.

«Vorrei sapere cosa stai pensando in questo momento.»

Continua a medicare la mia ferita, concentrato. «Per ora sto cercando di non fare errori e curare questa mano,» dice senza guardarmi. Alza lo sguardo e dopo un respiro profondo continua: «e poi vorrei proporti di andare a New York per qualche giorno.»

Rimango a bocca aperta. «New York? Perché vuoi portarmi a New York?»

«Penso che un po' di cambiamenti ti farebbe bene.»

Certo, il cambiamento fa bene a tutti. «Ma la scuola?» chiedo.

Lui scrolla le spalle. «Tu hai il diritto di prenderti qualche giorno di assenza e io posso prendere qualche giorno di ferie,» mi informa con il sorriso più bello al mondo.

«Va bene.»

«Veramente?» cerca conferme nei miei occhi e io annuisco timidamente. Senza rendermene conto mi ritrovo le sue labbra sulle mie ma prima che possa rispondere al bacio lui si stacca da me. Mi è mancato sentirlo così vicino. «Grazie.»

Intanto qualcuno suona alla porta. «Sarà Dottor Sheperd.» Si alza e ritorna con un uomo illegalmente affascinante. Non sapevo i medici potessero essere così belli, ne sono colpita.

Il medico mi guarda la mano e mette qualche punto per poi coprire il palmo con delle bende e tutto ciò accade sotto gli occhi attenti del mio fidanzato.

«Non muova la mano, potrebbe rischiare di aprire i punti.»

«Ma io devo suonare oggi,» dico, il panico che vela la mia voce mentre guardo verso Cody. Lo imploro con gli occhi e lui a sua volta guarda il medico nella stanza.

«Mi dispiace ma non può. Potrebbe causare un'infezione.»

«È l'ultimo desiderio di mia madre,» urlo continuando a guardare Cody che sta in piedi accanto al Dottor Affascinante.

Passa la mano tra i capelli mentre sospira. «Dottor Sheperd, la accompagno fuori.»

«Si prenda cura di quella mano.»

Annuisco e lo saluto cordialmente anche se vorrei strozzarlo.

«Non posso non suonare oggi, non se ne parla, costi quel che costi,» dico appena Cody rientra nella stanza.

È preoccupato, lo vedo sulla faccia e lo leggo nei suoi occhi. «Farò io la tua mano destra.»

«Cosa?»

Annuisce. «Ho suonato il painoforte per sei anni, sono un po' arrugginito ma potremmo suonare in due.»

Lo guardo e posso rendermi conto di quanto si siano allargati i miei occhi dalla sorpresa.

«Se vuoi possiamo allenarci prima della cerimonia.»

«Certo ma tu non hai un pianoforte qui.»

«Mia sorella ce l'ha. Possiamo andare da lei.»

Annuisco lentamente e mi guardo intorno per cercare il mio quaderno con tutti i brani musicali.

«Il tuo quaderno è fuori sul tavolino.»

Noi stiamo andando da tua sorella questo significa che... «Tua sorella sa di me?»

Si stringe nelle spalle. «Sì,» risponde timido.

«Oh!» Quindi sua sorella sa di me.

«Andiamo alla cerimonia direttamente da casa sua quindi dovresti portarti tutto ciò che ti serve.»

«Va bene,» rispondo ancora un po' sopraffatta dalla situazione.

«Comunque la colazione ti attende.»

Sorrido e annuisco. «Mi cambio e vengo però prima pulisco il pavimento.» Guardo il pavimento macchiato di alcune gocce di sangue.

«Tranquilla lo faccio io.» Prima che possa ribattere lui è sparito e ritorna con un robot da pulizia. «In realtà fa tutto lui.» Infatti il piccolo oggetto comincia a muoversi e in meno di un minuto tutto è pulito. «Ti lascio cambiarti.»

«Grazie.»

Esce e chiude la porta alle sue spalle. Mi butto sul letto e rifletto su come la mia vita sia stata travolta in pochi giorni: sono orfana, oggi è il funerale di mia madre, la mano che mi serviva per suonare è fuori uso e il ragazzo che è anche il mio insegnate e che amo mi aiuterà a suonare e io sto per andare a casa di sua sorella e molto probabilmente andrò a New York

Può la vita cambiare così velocemente?

Ciao a tutti Buon Santo Stefano!!!! Questo capitolo è più lungo come chiesto da molti di voi!!!! :D

Domanda: preferite capitoli lunghi (1000-1200 parole) o brevi (800-900 parole)? 

Inoltre se volete potete sempre VOTARE, COMMENTARE e CONDIVIDERE questa storia! <3

Inoltre se volete potete seguirmi e io vi seguirò a mia volta ;D



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