Libro 2 - Capitolo 13

1.6K 83 2
                                    

Emma

Ad ogni passo sento i raggi del sole riscaldare ogni cellula del mio corpo ma il cuore si riscalda come una volta solo quando vedo lui. Seduto con la calma che solo lui sa emettere. Una gamba appoggiata sull'altra, il libro in una mano e gli occhi che scorrono su ogni parola. Mi ero dimenticata quanto fosse affascinante. Ricordo ancora la morbidezza dei suoi capelli tra le mie dita. Il profumo inebriante che mi faceva dimenticare tutto. Quelle braccia che mi hanno stratta forte e mi hanno protetta dai demoni. Le mie labbra sentono ancora la carezza delle sue.

Respiro profondamente e mi armo di tutto il coraggio possibile.

Lui intanto alza lo sguardo dal suo libro e lo rivolge verso la mia direzione come se avesse sentito il mio cuore che batte come impazzito.

Ultimo sforzo cuore mio e poi sarà tutto finito.

«Ciao,» mi saluta con un'espressione che non gli appartiene: è deluso, scoraggiato. Quasi avesse perso le speranze. Gli occhi sono come spenti. I miei come se non volessero separarsi dai suoi, mentre lui è in piedi di fronte a me. Sono spenti, stanchi come se non avesse dormito per anni.

«La speranza è quella cosa piumata che si viene a posare sull'anima. Canta melodie senza parole e non smette»

Finalmente gli occhi gli si illuminano mentre sulle labbra si posa un sorriso. «Fa ancora parte della tua vita questa citazione?» Mi chiede mentre i miei occhi sono incatenati nella profondità dei suoi.

Speranza. Solo una parola per molte persone ma per me è stata la ragione della mia vita per diversi mesi. Ho sperato giorno e notte per la vita di mia madre ma poi tutto è finito. La speranza è svanita. Come se non fosse mai esistita. Come se non esistesse ma il colpo finale è stata quella notte. La notte in cui ho capito che niente e nessuno apparteneva a me. Ero sola

contro il mondo.

«No, cito questa frase per te.»

I suoi occhi mi studiano mentre io cerco di tenere saldi i muri che stanno cominciando a crepare, piano piano, un pezzo alla volta.

La sua mano libera prende la mia e con una voce profonda dice: «grazie.»

Nei suoi occhi c'è un'onesta gratitudine. «Riconosco che sia difficile per te, tutto questo,» indica lo spazio tra di noi, «ma tu, in questo momento, sei tutto ciò che avrei desiderato.»

Annuisco con un leggero sorriso alle sue parole e una dolce sensazione nel cuore.

«Andiamo ad incontrare tua sorella.» Stringo forte la sua mano.

Ripercorriamo la stessa strada di ieri con sguardi che esprimono tensione ma speranza allo stesso tempo.

«Suoni ancora?» La voce di Cody interrompe il silenzio che regna tra noi due.

«No,» rispondo, secca.

«Perché?»

Sospiro. «Perché mi ricorda tutto ciò che non voglio ricordare.»

Aggrotta la fronte e lo sguardo che mi rivolge rivela la sua curiosità. «Tua madre?» chiede dubbioso mentre altera la vista tra me e la strada.

«No, mia madre è tutto ciò che voglio ricordare.»

La mia paura più grande è proprio dimenticarmi di lei, dei suoi lineamenti soffici, della sua voce melodiosa. Quel sorriso luminoso nelle giornate più buie.

Il corpo mi trema al pensiero.

«Emma, guardami.»

La voce intensa dell'uomo seduto accanto a me mi riporta lontano dai demoni, al presente. La macchina è ferma al lato della strada. La mano calda di Cody mi costringe a guardarlo mentre mi accarezza il volto delicatamente.

«Non ti scorderai mai di lei. Lei rimarrà sempre nei tuoi occhi, nel tuo cuore, nella tua vita.»

Ogni sua parola sembra avere un effetto calmante sulla mia anima. Sembra che un uragano di cui non sapevo l'esistenza si sia calmato, dopo anni.

«Come fai?» Mi guarda confuso. «Come fai a sapere come mi sento? Come fai a sapere sempre cosa dire?»

Sorride e appoggia la propria fronte alla mia. «Perché ti conosco come nessun altro può,» sussurra. Sento il suo respiro pericolosamente vicino al mio. «E so che quando cadi ti rialzi, sempre.»

Rimaniamo così, immobili, vicini, presenti. Dopo ciò che mi sembra il momento più rassicurante vissuto in questi ultimi mesi, le sue parole mi lasciano sorpresa.

«Ti amerò, per sempre.»

Mi allontano per guardarlo negli occhi e vedo uno sguardo ferito, debole. Sembra quasi stia lottando contro qualcosa.

Mi ha lasciata ma è come se non lo abbia accettato. Sembra che lui sia rimasto ancora lì, imprigionato.

«Cody, mi hai lasciata.»

Non dice niente. Continua a guardarmi, con quegli occhi intensi. «Ti ho lasciata.» Ricorda a se stesso. Sul volto gli si dipinge furia e rabbia e senza perdere alcun tempo immette la macchina in marcia. Per tutto il tragitto tiene gli occhi fissi sulla strada mentre di tanto in tanto stringe forte il volante fino ad avere le nocche bianche.

Qualcosa lo sta torturando e non si tratta di sua sorella ma di noi. Quasi d'istinto le mie domande prendono voce. «Perché te ne sei andato?»

Eccomi di nuovo a scrivere e pubblicare! Presti vi racconterò il motivo per cui sono stata assente ma intanto godetevi i capitoli che cercherò di pubblicare con la regolarità di una volta.

Come vi immaginate la storia procedere? Fatemi sapere cosa ne pensate!!!!!!

Se vi è piaciuto il capitolo potete sempre VOTARE, COMMENTARE e CONDIVIDERE!!!!

Vorrei farvi sapere che leggo tutti i vostri commenti e messaggi e vi adoro tutti, uno per uno anche se non riesco a rispondere molte volte!!!!!


ShelterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora