Capitolo 18

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Mi ripete quello che ho detto a mia madre, nella stanza, perché cercava di dimostrarsi forte anche se ormai non lo è più. Anch'io sto facendo lo stesso? Sto anch'io cercando di essere forte quando non lo sono?

«Adesso hai me con te,» apro gli occhi e lui mi guarda intensamente, «Se cadrai ci sarò io ad aiutarti a rialzarti.»

Mi pulisce la lacrima che silenziosamente lascia i miei occhi e scorre sulla guancia.

Ha ragione, io non volevo dimostrare la mia debolezza a nessuno perché non c'era nessuno a darmi coraggio una volta perso ma adesso c'è lui che mi trasmette coraggio e speranza. Lui è qui, con me, per me.

Mi sembra di aver trovato il pilastro mancante della mia vita.

Le lacrime continuano ad uscire mentre i miei occhi sono fermi nei suoi. «Mi concedi di essere debole?» chiedo con voce rotta.

Lui annuisce mentre un sorriso triste si forma sulle sue labbra. Mi nascondo tra le sue braccia mentre sento il battito del suo cuore così vicino. Lo stringo forte come se fosse la mia salvezza, la mia ancora.

Avevo paura di affrontare tutto da sola ma adesso ho qualcuno vicino. Non sono sola. Non più ma perché lui è qui per me? Cosa sono io per lui?

«Cody?» mi scosto da lui a malincuore per guardarlo in faccia. Lui mi osserva dubbioso e sorpreso allo stesso tempo. «Cosa vuol dire ciò che c'è tra di noi?»

Lui si passa la mano tra i capelli stropicciandoli dolcemente. Mi guarda e poi sorride, leggermente. Mi prende entrambe le mani e le guarda un po' per poi guardare me. «I tuoi occhiali hanno un certo fascino su di me.» La sua voce è dolce e bassa. Mi porto, quasi fosse spontaneo, le mani agli occhiali per metterli a posto e mi mordo l'interno della guancia mentre un'ombra di sorriso si aleggia sul mio volto.

Le sue mani mi accarezzano il collo mentre le sue labbra si posano dolcemente sulla mia fronte. Quasi non respiro dalle varie emozioni che percorrono il mio corpo.

«Riportiamo tua mamma a casa.»

Annuisco e mano nella mano attraversiamo per le prossime due ore tutto il procedimento burocratico che possa permettermi di realizzare l'ultimo desiderio di mia madre. Mentre aspettiamo seduti nella sala d'attesa che arrivi l'ambulanza per mia madre, scrivo sul piccolo foglio che ho preso dalle infermiere tutto ciò che posso fare in questi tre giorni. Per ora ho elencato: finire The Vampire Diaries, mettermi il vestito che mamma mi ha regalato per il ballo, fare delle foto insieme, mangiare Red Velvet.

«Se vuoi le foto le posso fare io.» Cody è seduto accanto a me mentre la mia testa è appoggiata sulla sua spalla. La sala d'attesa è vuota con questi sedili lu di plastica che fanno rumore ad ogni movimento.

Mi ricordo ancora le foto sul suo profilo facebook. «Allora le foto su Facebook erano tue?» chiedo anche se conosco la risposta.

Lo sento sorridere. «Allora sei andata sbirciare sul mio profilo?» dice in tono scherzoso.

«Sì.» Non immaginavo che anche in questo momento così difficile sarei riuscita a sorridere.

«Sì erano mie e avrai notato che sono un ottimo fotografo.» La sua mano scorre lungo il mio braccio. Annuisco.

«Mia madre ha da sempre voluto andare in aereo solo per vedere California dall'alto ma ho paura che questo suo desiderio non si concretizzerà mai.»

Si stacca da me e mi guarda con occhi brillanti e un sorriso che raggiunge le sue pupille scure. «Da casa mia puoi vedere la città e non è lontana in macchina quindi potremmo portarla da me.»

Sorrido all'entusiasmo che mostra nella sua voce e annuisco. «Grazie.»

«Qualsiasi cosa per te.» La sua mano mi accarezza la guancia mentre i suoi occhi seguono il suo pollice che delinea le mie labbra. Il desiderio di baciarlo prende il sopravvento su di me facendomi dimenticare tutto. I suoi occhi ardono di passione mentre cercano i miei. Ci avviciniamo sempre di più finché le nostre labbra sono a distanzi di un respiro.

Veniamo interrotti da qualcuno che tossisce. «Miss Rhodes l'ambulanza è arrivata.» La voce dell'infermiera ci porta con i piedi per terra e ci allontaniamo subito cercando di prendere il controllo di sé stessi.

«Grazie. Avviso mia madre,» rispondo con un sorriso cordiale.

Mentre ci alziamo sento Cody sussurrare: «Cosa mi stai facendo?» Cerco di trattenere la risata mentre lui sembra frustrato e confuso allo stesso tempo. È divertente vederlo senza il controllo e la calma con cui si veste sempre.

Appena siamo vicini alla stanza di mia madre noto Cody rallentare per poi fermarsi. Mi giro con un'espressione confusa.

«Dovrei rimanere qui, credo che voglia privacy.»

«No, non se ne parla.» Gli prendo la mano. Mentre con quella libera mi sposta le ciocche ribelli dietro l'orecchio.

«Tua madre non mi conosce e questo sarebbe il peggior momento per presentarmi.» sbuffo contraria ma cedo alla sua serietà.

«Va bene.» Sorride e mi bacia i capelli.

«La incontrerò quando sarà nel comodo della casa, a suo agio.» Annuisco.

«Quindi, adesso te ne vai?» chiedo speranzosa che dica di no.

«Sì ho un paio di cose da sbrigare ma se mi mandi l'indirizzo di casa tua vengo lì dopo.»

Respiro, finalmente. Non mi ero accorta che stavo trattenendo il fiato. Sapere che potrò rivederlo mi rende gioiosa.

Non mi sono mai sentita così prima. Credevo di non avere bisogno di nessuno ma adesso che so come mi sento con lui accanto, non voglio ritornare al vuoto di prima.

«Emma, è ora che regali a tua madre gli attimi di felicità che hai pianificato,» dice, con una voce confortante.

Annuisco e respiro a fondo. «Ci vediamo dopo.» Lo abbraccio in mezzo al corridoio dalle mura bianca e dall'odore di clinica. Pur essendo nella calda California sento il freddo nelle ossa.

«A dopo.» Mi guarda per un istante dopo essersi allontanato da me e si avvia verso l'ascensore per uscire da questo posto.

Adesso devo comunicare a mia madre che possiamo andare a casa. Quando entro nella stanza vedo Emily parlare piano alla sua amica. Mi avvicino a passi lenti ma la mamma si accorge della mia presenza e apre gli occhi, dimostrandomi le sue pupille nere. Mi sorride e io rispondo sorridendo a mia volta. «Mamma siamo pronti per andare a casa.»

La stanchezza sembra sparire dalla sua faccia appena pronuncio quelle parole. «Che felicità.» La sua voce rivela la sua gioia.

Un momento di felicità regalato.

Ciao! Come state? Come va il weekend. Io sto facendo la trota alle mele come è tradizione a casa mia il Sabato sera e voi? 


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