Capitolo 31

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Appena finisce di leggere, la campana suona, indicandoci di cambiare aule. Mentre raccolgo le mie cose, noto la Barbie della classe fermarsi alla cattedra.

«Mr. Bates, posso sapere che libro è questo?» La sento parlare come una vipera.

Adesso la prendo e la spacco in due.

Attendo la risposta di Cody mentre metto in cartella il quaderno. «Miss Grace, lo dirò all'intera classe la prossima lezione quindi sarebbe ottimo se aspettasse.» Sorrido di gusto.

«Certo.» Dalla coda dell'occhio la vedo lasciare la classe. Alzo gli occhi e noto Cody guardarmi, sorridente.

Sorrido a mia volta e lui scuote la testa divertito. Metto la cartella sulle spalle e mi dirigo verso di lui.

«Mr. Bates, ho competizione,» sussurro anche se l'aula è vuota.

«Miss Rhodes, mi sorprende.»

Alzo le sopracciglia. «Niente in confronto a Elle Grace che legge Jane Austen.» Scoppia a ridere, buttando indietro la testa in una modo adorabile. Potrei stare qui a guardarlo per anni.

«Credo che tu debba andare.»

Sbuffo, «Lo so. Ciao.»

«Ciao.»

La giornata finisce per me alla terza ora mentre gli altri hanno ancora quattro ore. Esco dall'edificio e mi siedo nella mia adorata macchina e subito il pensiero di ritornare a casa causa un uragano di emozioni in me: non so cosa mi attende.

«L'unico modo per saperlo è andarci,» dico a me stessa. Faccio un respiro profondo e avvio la macchina sulla strada per casa. Guido in silenzio, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Sta mattina, dopo che Cody se ne è andato da Starbucks, Sindy mi ha fatto capire che non devo avere paura di innamorarmi. Secondo lei se voglio la relazione con Cody dovrò lottare per tenerla.

Ma io sono pronta? Certo che sono pronta. Ormai non mi ricordo l'immagine di me che non combatte per tenersi al cuore le persone che ama ma non sembra che ne esca vincitrice. Infatti, sto perdendo mia madre, lentamente.

Parcheggio di fronte a casa nostra e cammino lentamente verso la porta. Mi sembra di sprofondare con ogni passo. È come se il mio corpo stia attraversando una barriera gravitazionale invisibile, quasi qualcuno mi stia tenendo con una corda e la stia tirando verso se stesso.

Sento il caldo toccarmi la pelle più del solito: è soffocante.

Faccio grandi respiri e ripeto la mia poesia mentre respiro ritmicamente. Sento la paura scorrermi nel sangue.

"Emma, tu sei coraggiosa."

Finalmente, salgo i gradini e tenendo il manubrio della porta in mano, respiro portando tutto l'ossigeno possibile ai polmoni.

"Lei è ancora qui. Non può essersene andata."

Apro la porta e la voce melodiosa di mia mamma, mi accoglie. Vado verso la cucina e la vedo impegnata in una conversazione leggera con Emily. Vederla lì, seduta, che respira è l'immagine più armoniosa che possa desiderare.

Corro e l'abbraccio forte. «Bambina mia, sei già qui.»

«Sì.» Continuo a stingerla nelle mie braccia. Dopo essere soddisfatta del suo calore materno mi stacco da lei mentre lei è seduta nella sua sedia.

«Sembri felice.»

Annuisco. «Lo sono.»

«Cody?» chiede.

Scuoto la testa. «No, sono felice perché sono qui con te.» Mi sorride nel suo modo materno. «Parlando di Cody, ci ha invitate tutte verso le Sei.» Mi giro verso Heidi che è seduta proprio lì accanto. «Hai contattato l'ambulanza?» chiedo in modo cordiale. Lei annuisce.

«Cosa indossi?» riporto gli occhi verso mia madre. So già cosa mi metterò, l'ho deciso oggi a scuola. Voglio che mia madre mi veda nel vestito bianco che mi ha regalato.

Mi siedo sulle ginocchia, accanto a lei. «Se mi mettessi il vestito bianco che tu e Emily mi avete regalato?»

I suoi occhi brillano. «Adorerei vederti in quel vestito.»

«Vado a cambiarmi subito, allora.»

«Adesso? Ma mancano così tante ore,» dice meravigliata.

Le facci l'occhiolino mentre mi alzo. «Carpe diem.» Scuote la testa, sorridente. «Vengo subito.»

Sto per girarmi e correre verso la stanza quado la mamma mi ferma, tenendomi la mano. «Prima, accompagnami nella stanza, ti devo dare delle cose.» Aggrotto la fronte ma seguo il suo ordine e la accompagno nella stanza.

Si alza e si sdraia, faticando un po'. Una volta che è sul letto, respira profondamente ad occhi chiusi. «Nell'armadio c'è una scatola di velluto rossa. Prendila.»

Annuisco e vado verso l'armadio a due ante, bianco, di fronte al letto. Apro la parte destra dove ci sono gli oggetti e prendo la scatola rossa. «Mamma ma ci hai messo i sassi dentro?»

Porto la scatola da lei e la metto sul letto. «Siediti.» Mi indica di sedermi accanto a lei. Lo faccio.

«Amore voglio che apri questa scatola dopo il mio funerale.»

«Mamma, cosa stai dicendo?» la mia voce è più sottile del filo di seta.

«Amore, non possiamo negare i fatti,» cerco di spingere le lacrime indietro, «Morirò ma voglio che tu sappia che ti ho voluta più della mia vita. Quando ti ho vista per la prima volta, ho avuto solo un pensiero nella mia testa: come proteggerti.»

«Come proteggermi?» chiedo un po' confusa.

Ciao a tutti!!!! Come state? 

Questo capitolo è corto ma il capitolo di domani sarà una bomba ;D

Se vi va potete VOTARE, COMMENTARE e CONDIVIDERE!!!!

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