Dedico il capitolo a @GabryCampo @eteros; @Hugs_me_Horan; @Anlucia9103; @ElahGre
Cody
Sindy mi saluta con un cenno della mano mentre il ragazzo continua a scrutarmi.
«Non sapevo William fosse qui,» affermo a bassa voce.
«A scuola mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto e poi poverino si è appena traferito da Los Angeles, non ha molti amici.»
«Los Angeles?» chiedo, sorpreso, ricordandomi quello che ho letto sul fascicolo.
«Sì, si è trasferito da Los Angeles. Perchè?»
Scuoto la testa. «Così.»
Non capisco, perchè dovrebbe mentire? Ci incamminiamo verso il piccolo gruppetto e Sindy mi accoglie con grande gioia. «Benvenuto a casa nostra, Cody, voglio dire Mr. Bates.»
«Tranquilla, Cody va bene.»
«William lo conosci già.»
«Certo.»
Accenno un sorriso e lui fa lo stesso. I suoi occhi si fermano da me alla mia mano stretta a quella di Emma.
Mi siedo attorno al tavolo accanto ad Emma.
«Emma mi stava dicendo che ti sei trasferito da Los Angeles,» indirizzo la mia curiosità verso William.
«Sì.»
Bugiardo.
«Non ti piace la città?» Cerco di capire cosa ha in mente questo ragazzo, seduto di fronte a me.
Scrolla le spalle. «Volevo cambiare un po' d'aria.» Mi fissa e anch'io non distolgo lo sguardo.
«Hai avuto problemi con la scuola?»
Aggrotta la fronte. «Problemi con la scuola?»
«Sì, sai cambiare la scuola all'ultimo anno non è il massimo.»
«No, non ho avuti problemi.»
Annuisco, poco convinto.
«Quanti anni hai?» chiedo senza esitazione guardandolo diritto negli occhi.
«Ha la nostra età,» interviene Emma, ridendo leggermente, «quanti anni pensi che abbia?»
Continuiamo a fissarci. «A volte le apparenze ingannano. Ecco perché lo chiedo.»
Vedo un sorrisetto sulla sua faccia e capisco subito che c'è qualcosa che questo ragazzo nasconde. Potrei sempre chiedere a Jay di fare un'indagine su di lui ma per ora preferisco continuare a scavare per informazioni da solo.
«Allora, dove vivi, William Blake?»
Strizza gli occhi, quasi non si aspettasse che sapessi il suo cognome. «Vivo nella casa accanto a quella di Emma,» risponde con audace tranquillità.
«Con la propria famiglia suppongo,» continuo.
«William, adesso che ci penso non ho mai visti i tuoi famigliari,» Emma aggiunge con voce innocente.
«I miei genitori non rimangono molto in casa a causa del loro lavoro.»
«E che lavoro fanno?»
Sorride. Uno di quei sorriso falsi. «Sono medici militari.»
«Che bello,» Sindy afferma.
Non ci credo. Non credo né anche ad una sua parola. Sta mentendo spudoratamente. Chi a ventidue anni vive con i genitori?
«Adesso vado, ragazze,» si alza, «ci vediamo domani a scuola.»
«Stavo per andarmene anch'io, usciamo insieme,» dico con l'intenzione di voler parlare con lui in privato. Lui annuisce e io saluto la mia ragazza e la sua amica.
Finalmente, quando siamo soli, sotto il cielo ormai scuro con qualche stella che brilla gli parlo senza filtri.
«So che stai mentendo.»
Lui si ferma sugli scalini e si gira verso di me. I suoi occhi guardano dapprima la porta chiusa e poi me. Sale e a bassa voce afferma: «Non qui. Se hai qualcosa da dire andiamo lontano da qui.»
Adesso sono più confuso che mai ma annuisco. «Andiamo al Bar in fondo alla strada.»
«Va bene, ci vediamo lì.»
Vedo una certa preoccupazione sulla sua faccia che aumenti i miei sospetti verso la sua identità.
Metto in moto la macchina e lo raggiungo al Bar, quasi vuoto.
«Allora, parliamo,» dico sedendomi accanto a lui.
Sospira e si guarda intorno. «Allora, cosa sai?»
«Non molto oltre al fatto che hai ventidue anni, sei di Chicago e ti chiami William Blake.»
Guarda la bottiglia di birra che ha in mano e ride e scuote la testa. Sospira.
«Quindi, chi sei e perché menti?»
«Per Emma.»
La sua risposta mi lascia senza parole.
«Cosa vuoi dire per Emma?» La mia voce non nasconde la mia sorpresa.
Espira, violentemente. «Mi chiamo William Blake e lavoro pe il Dipartimento di Polizia di Chicago. Sono qui sotto copertura per proteggere Emma.»
«Da cosa?»
«Da suo padre. »
«Batley Rhodes,» aggiungo.
«Come fai a saperlo?»
«Lo so e basta ma perché Emma dovrebbe essere protetta da lui?» insisto.
Sorseggia la sua birra. «Il padre vorrebbe mettersi in contatto con la figlia ma la madre, che era amica del mio capo, prima di morire ha chiesto una speciale protezione per la figlia perché non vuole che il padre possa avvicinarsi ad Emma.»
«Non capisco perché non dirglielo?»
«Perché la verità la distruggerebbe»
Aggrotto la fronte. «Che verità?»
Ogni suo muscolo facciale è teso. «Il padre ha cercato di vendere la figlia in cambio della protezione di uno dei più grandi narcotrafficanti della nostra epoca.»
Cosa? Ma che razza di padre fa questo?
Tra di noi cala un silenzio assordante.
«Promettimi che nasconderai tutto da lei,» William dice con voce severa.
«Io la amo non so se riuscirò a nascondere questo da lei per tanto tempo. È una verità così grande che non posso nascondergliela. Vorrei ma non so se ci riuscirei.»
«Allora allontanati da lei,» rimango sorpreso dalla tranquillità con cui lo dice, « so che non sei riuscito a salvare tua madre, tua sorella ma adesso puoi salvare la ragazza che ami. Se la ami così tanto allora puoi fare questo per lei.»
Avevo solo letto nei libri che per amore si può sacrificare l'amore stesso ma adesso... Ha ragione non sono riuscito a salvare mia madre, né mia sorella ma Emma, posso fare questo per lei?
«Esci dalla sua vita affinchè ne abbia una migliore.»
Non sono mai stato molto bravo a nascondere le cose e non potrei mai fare finta di nulla avendola di fronte a me ma la verità la manderebbe in mille pezzi. Non ha bisogno di questo. Non ha bisogno di me.
«Posso fare questo per lei perché la amo fin troppo.»
Tanti di voi hanno azzeccato l'identità di William e dedico a tutti voi questo capitolo cruciale nella storia.
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...