Libro 2 - Capitolo 8

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«Emma, stai commettendo un errore.» Mi fermo dal cambiarmi e guardo Meddy, seduta di fronte a me, nella stanza dello staff. «Hai già sofferto.»

Espiro, esausta e mi siedo accanto a lei con la maglietta in mano.

Non so cosa dirle perché quello che sto per fare è una stupidaggine e lo so. Lui si è presentato dal nulla, mi ha fatto una richiesta e io ho accettato.

«Meddy, è per sua sorella,» cerco di giustificare le mie azioni.

«Emma, sei sicura che stia dicendo la verità?»

Guarda l'armadio per lo staff di fronte a me. «Lui non è mai stato un bugiardo. Ha nascosto diverse cose da me quando stavamo insieme, mi ha lasciato senza alcuna spiegazione ma non mi ha mai mentita.»

Mi giro per guardare la mia migliore amica. «Se sei sicura allora non insisterò,» mi prende entrambe le mani, «ricordati che io ci sarò se avrai bisogno.»

Sorrido e annuisco. «Lo so,» la abbraccio con tutto il calore possibile, «grazie.»

«Prego, adesso vestiti.»

Si allontana da me ed esce dalla stanza lasciandomi da sola, immersa nei miei ricordi. Ogni momento che ho passato con lui è vivido nella mia mente come se potessi riviverlo dal primo all'ultimo. Non mi ricordo molto di ciò che è accaduto prima di lui. Ho delle immagini sbiadite ma con lui è tutto chiaro, ben visibile.

Devo solo frenare le mie emozioni e ragionare. Lui non è qui per me. Lui non può più essere parte della mia vita. Mai più.

Mi vesto e mi incammino verso il parcheggio, dove mi aspetta appoggiato alla macchina, perso nei proprio pensieri. Non è cambiato. È sempre il Cody silenzioso, chiuso che però riesce a regalare un sorriso.

«Eccomi.»

«Andiamo allora!» Fuori la luce è d un arancione sbiadito. Metto la mia borsa sui sedili posteriori e cercando di rimanere immune al profumo di Cody che porta  a galla tanti ricordi, mi siedo davanti. Lui mette in moto la macchina e nel silenzio che ci circonda si immerge nel traffico della California.

«Cosa studi?» mi chiedo dopo circa dieci minuti di quiete.

«Biologia.»

«Mi ricordo che avevi Biologia a scuola.»

Ecco di cosa avevo paura: una conversazione normale.

«Già.»

«Ti trovo bene.»

Sorrido, sarcastica. «Perché pensavi di trovarmi con occhi rossi, viso bagnato dalle lacrime, in pigiama, capelli in disordine come le ragazze che soffrono di "cuore infranto"?»

«Emma, non credo esista il modo di dire "cuore infranto".»

«Puoi fare l'insegnate di Letteratura a scuola e comunque hai capito quello che intendo.» Continuo a guardare fuori dal finestrino.

«Sì, credo proprio di sì.»

Non dice altro e continuiamo a il nostro percorso in macchina mentre il sole tramonta. Questa volta però sono io a chiedergli qualcosa.

«Parlami di questa sorella di cui non so niente.» Mi giro per guardarlo concentrato.

«Quando mio padre e mia madre sono morti lei era molto piccola e lo ero anch'io. Siamo stati separati durante il processo dell'adozione e io mi sono dimenticato di lei. Sai con la nuova famiglia e tutto... poi però un giorno, dal nulla mi sono ricordato della sua esistenza.»

«Quando?»

«Due anni fa.» Rimango a bocca aperta da quanto tempo gli ci sia voluto per ricordarsi di sua sorella.

«Mi ricordavo solo il suo nome. Emily. Così ho contattato un amico che lavora come Detective e fino a qualche giorno fa non risultava niente in nessun registro poi ad un certo punto l'abbiamo trovata.» Mentre racconta il tutto la sua espressione è un alternarsi di tristezza e gioia.

«Hai una sua foto?»

Annuisce, sornione e mi passa il suo cellulare mentre guarda di fronte a sé e guida con attenzione.

Lo accendo e quello che vedo sul display mi lascia confusa. Sono io, che sorrido all'obiettivo. È la foto che aveva scattato a casa mia, quando era venuto per cena.

«E.»

Lo guardo confusa.

«E. Il codice.»

«Sì ma perché hai la mia foto come sfondo?» gli domando mentre continuo a guardare incredula il display.

Non risponde.

«Allora?»

Scrolla le spalle e senza incontrare i miei occhi, afferma: «Perché non sono riuscito a cambiarla.»

Impazzirò. Giuro che impazzirò prima della fine di questo tragitto. Nella mia mente ci sono mille pensieri che vogliono essere espressi ma fatico a trovare le parole giuste. Formo la "E" sul display.

"E" come Emma.

«Cody, perché sembra che sia stata io a lasciarti?» Mi guarda confuso per un secondo per poi ritornare a guidare. «Hai la mia foto come blocco schermo, la E del mio nome come Password. Sembra che sia stato io a spezzarti il cuore e tu non ne sei ancora guarito.»

Continua a non guadarmi. «Allora?!» urlo, arrabbiata.

Espira violentemente e accosta la macchina per poi guardarmi. «Cosa vuoi che ti dica?»

«Cosa vuol dire "Cosa vuoi che ti dica?". Spiegami il perché.»

«Emma, non posso.»

«Ecco ci risiamo. "Emma non posso", "Emma, non sono pronto"...» lo imito, «Non sei cambiato per niente.»

«Tu invece sì.»

Aggrotto la fronte. «Cosa vorresti dire con questo?»

«Solo che sei cambiata. Non riconosco quasi più la Emma che ho amato.»

«Veramente? Volgiamo affrontare questo discorso adesso?»

Voglio qualcosa da prendere a pugni. Forse la sua faccia. «Lo sapevo che sarebbe stato un errore.»

«Allora ti porto a casa tua.» Immette la retro e lo fermo subito.

«Ma sei impazzito?! Abbiamo fatto più di metà strada, ora voglio portare a fine questa cosa. Non sono come te che lascia tutto incompleto.»

L'ho ferito. Lo vedo nei suoi occhi che l'ho ferito. Perfetto. Adesso mi sentirò in colpa. Vorrei urlare per la frustrazione.

«Ho bisogno di aria fresca.» Senza aspettare una sua risposta scendo dalla macchina sulla erba e respiro l'aria calda. Inspiro ed espiro. Ispiro ed espiro con le mani appoggiate ai fianchi mentre cammino avanti e dietro.

Cerco di riportare la calma nel mio sangue e lasciare che la furia evapori in questa sera calda.

Quando mi siedo senza dire un parola Cody riprende a guidare. I miei occhi si posano sul cellulare. Lo prendo e lo accendo. Vado in galleria e subito capisco qual è la foto di sua sorella.

Gli stessi occhi, lo stesso colore di capelli, gli stessi lineamenti soffici del volto. «È bellissima,» sussurro, guardando rapita la ragazza che sorride all'obbiettivo, timidamente. «Quanti anni ha?»

«Sedici.»

«Sa di te?»

«Non so.»

Ciao!!! Lo so è tardi ma la mia vita in questi giorni è tutta sotto sopra quindi trovo tempo solo verso sera tardi.

Allora cosa ne pensate? Vorrei tanto sapere come pensate andrà avanti la storia.

Se volete potete sempre VOTARE, COMMENTARE e CONDIVIDERE!!!



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