Cody
«Ora vorrei invitare Emma Rhodes a suonare qualcosa.»
Guardo Emma che non reagisce alle parole. Continua a guardare sua madre. Le tocco la mano per catturare la sua attenzione ma senza esito positivo.
Il silenzio cala intorno a noi, infatti, le uniche persone che ci sono oltre a me ed Emma sono Serena, Emily e un ragazzo che ho visto qualche volta a scuola, in giro per i corridoi e tutti loro attendono una risposta da parte di Emma.
Lo vedo nei suoi occhi: è distrutta, di nuovo.
«Emma,» si gira verso di me, «sei pronta?»
È distante da noi, da tutti noi. «È morta.» Ripete le stesse parole più volte e vedo che le ferite che sembravano essere guarite si sono riaperte, di nuovo, ma so anche che si pentirebbe per tutta la sua vita per non aver avverato l'ultimo desiderio di sua madre.
«Emma, andiamo.» Mi guarda di nuovo e annuisce e subito dopo si alza. Si incammina verso il paino forte senza aspettarmi. La seguo ma prima che abbia il tempo di sedermi, lei comincia a suonare con entrambi le mani. Riproduce una melodia dopo l'altra ad occhi chiusi e osservo che la sua mano sta cominciando a sanguinare ma non la fermo: lascio semplicemente che si svuoti del dolore che prova attraverso la musica. Suona l'ultima nota di una melodia agonica, triste e violenta come la rabbia.
Appena finisce apre gli occhi, si alza e sotto lo sguardo meravigliato di tutti lascia la sala. Sindy cerca di fermarla, così come Emily ma lei non ascolta nessuno. Cammina, ignorando tutti e tutto ed esce.
"Ma dove sta andando?"
«Emma, fermati,» urlo mentre corro per raggiungerla sotto il cielo nuvoloso e grigio. Lei invece continua con il suo passo guardando di fronte a sé stessa. Non gira né a destra né a sinistra, cammina diritta.
«Emma, dove stai andando?» chiedo.
Non risponde. Le prendo un gomito cercando di fermarla. «Fermati!» la mia voce è più alta di quanto volessi. Si ferma di scatto, mi guarda con espressione furiosa e si libera dalla mia presa.
«Mi vuoi lasciare in pace? Sono per caso una bambina che devi farmi da balia? Vai via e lasciami da sola. Non ho bisogno di te. Non ho bisogno di nessuno!»
Rimango a bocca aperta di fronte alla sua rabbia. Sembra una bomba pronta a scoppiare. «Emma, non posso lasciarti sola in queste condizioni.»
Espira violentemente con espressione bruciante. «Sto bene,» urla, frustrata.
Mi guarda per un secondo e poi riprede a camminare costringendomi a seguirla. «Non ti lascio.»
«Allora io lascio te! Quindi adesso tu non sei nessuno per me e se mi segui saranno guai.» Mi lascia senza parole e la guardo andarsene.
"No, questa non è lei. Non voleva dire queste parole è solo arrabbiata."
«Vuoi che la segua io?» il ragazzo di prima appare alle mie spalle. Lo guardo e cerco di ricordarmi se so il suo nome. «Mi chiamo William. Vuoi che stia con lei, per un po'?»
Forse Emma ha bisogno di un amico invece che di me in questo momento. «Sì, corri.» Lui annuisce e corre verso di lei, raggiungendola e da lontano noto che le parla e lei piano piano rallenta la sua camminata.
Sospiro, sollevato. Almeno sono sicuro che non è sola. «Se ne è andata?» chiede Emily raggiungendomi fuori dal cimitero.
Annuisco dispiaciuto.
«La capisco però non possiamo rimandare il funerale.»
«Certo.»
Ciao! So che il capitolo è corto ma questo perchè in serbo c'è un capitolo da urlo domani! ;D
Se vi è piaciuto potete sempre VOTARE, CONDIVIDERE E COMMENTARE.
STAI LEGGENDO
Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...