«Pronto.»
«Ciao, sono Emma» dico dolcemente e lo sento sospirare dall'altro lato. «Scusami.»
«No, piccola, dimmi solo dove sei.» C'è un momento di silenzio. «Posso venire a prenderti?»
Annuisco. «Sì, sono di fronte alla scuola.»
«Arrivo.» Riattacca. Riconsegno il cellulare a William che è seduto accanto a me da quando siamo venuti qui.
«Cody Bates è l'insegnate di Letteratura, vero?»
Annuisco guardandomi il palmo sanguinante.
«Sei sicura che sia un'idea buona andare a letto con il proprio insegnante?»
Rimango a bocca aperta mentre pronuncia quelle parole: «Io non ci vado a letto!» urlo in mia difesa. Lui invece a tutta risposta ridacchia. «La smetti di ridere!» dico irritata dal suo comportamento. Lo guardo con espressione severa e alla fine smette di ridere di me.
«Sono serio. Lo sai che se qualcuno ne venisse a sapere sarebbe la fine per la sua carriera?»
Sospiro sentendomi in colpa. «Certo che lo so ma se tu tiene la bocca chiusa nessuno lo saprà.»
Alza le mani come se fosse sotto tiro. «Io non dico niente.»
«Bene.»
Mentre stiamo parlando vedo la macchina di Cody avvicinarsi a noi. Appena esce, i suoi occhi passano dai miei alla mia mano con le bende. Cammina verso di me, con un passo spedito, e comincia a controllarmi la mano.
«Stai bene?» mi chiede dopo aver ispezionato la mia ferita coperta dalle bende ma so che non si riferisce alla ferita alla mano ma a quelle che segnano la mia anima.
«Sto benissimo. Andiamo a casa?» chiedo vogliosa di passare del tempo con lui, da sola nella sua casa.
Le sue labbra si piegano in un sorriso mozzafiato e annuisce. «Andiamo.» Guarda William. «Grazie, per esserti preso cura di lei.»
William si alza dalla panchina e stringe la mano che Cody gli offre in modo gentile. «È un'amica per cui vale la pena impegnarsi.» Sorride in modo gentile e io mi sento gioiosa per avere delle persone che mi vogliono bene come loro due.
«Grazie, William.» Lo abbraccio forte perché oggi ho trovato un amico. «Hai bisogno di un passaggio?»
«No, ho già inviato un messaggio ad un amico. Mi viene a prendere lui. Quindi ci vediamo domani a scuola?»
Annuisco e dopo avergli regalato un enorme sorriso mi siedo in macchina, con Cody che mette in moto la vettura ed esce dal parcheggio della scuola.
«Non sapevo foste amici.» Lo guardo un po' confusa. «Tu e William. Non vi ho mai visti insieme.»
«Sì, in realtà lo conosco da poco,» ammetto.
«Stai bene?» mi domanda, chiaramente preoccupato.
Annuisco. «Sì, sto bene. Ho avuto tempo di...» cerco di trovare le parole giuste mentre guardo fuori dal finestrino, «... lasciare indietro certe cose.»
Aggrotta la fronte mentre continua a guidare ma non chiede chiarimenti. «Va bene. Adesso andiamo a casa e chiamo Dottor Sheperd così può controllarti la mano e siccome sono solo le quattro del pomeriggio possiamo inventarci qualcosa da fare.»
«In realtà voglio solo dormire,» affermo appoggiano la fronte al finestrino freddo.
«Allora, puoi solo dormire.»
Vorrei chiedergli del funerale ma non credo di avere le energie per affrontare l'argomento quindi sto zitta e chiudo gli occhi. Domani devo ritornare a scuola quindi mi serviranno dei libri da casa mia e inoltre devo cominciare anche a preoccuparmi per la borsa di studio per Standford University. So che la preside ha già parlato con dei Talent Scout delle mie capacità musicali il che mi permette di essere notata da loro. Inoltre ho anche il massimo dei voti in tutte le materie che ho scelto, specialmente in quelle che mi servano per fare Biologia e Chimica che mi permetteranno di entrare nel programma di ricerca per il Cancro.
Fino a quattro mesi fa non sapevo cosa scegliere ma poi quado il cancro ha bussato alla porta ho saputo sin da subito che non volevo che ci fossero altre Emma o Carmen.
Voglio trovare una cura per il cancro e ce la farò perchè la figlia di Carmen Rhodes non si arrende al primo ostacolo.
«Siamo arrivati.»
Apro gli occhi e vedo di nuovo il familiare parcheggio. Scendo e sento le gambe cedermi per la camminata di oltre tre ore. Cody mi raggiunge e prendiamo l'ascensore per raggiungere il suo appartamento. Rimaniamo in silenzio, mano nella mano l'uno accanto all'atro. Mentre lui chiama il medico, io metto la mia testa sulla sua spalla e lui subito mi circonda con le sue braccia.
Appena entriamo in casa sua la prima cosa che faccio è buttarmi sul suo divano che sembra la cosa più comoda al mondo.
«Stanca?» mi chiede accarezzandomi i capelli.
«Molto. Non ho le energie per cambiarmi.» Lo sento allontanarsi ma non apro gli occhi perché sembra uno sforzo fatale. Ritorna e mi accarezza la schiena, lentamente. «Ho portato dei vestiti puliti. Ti vuoi cambiare qui se vuoi.»
Apro un occhio e lo vedo in piedi di fronte a me con una sua T-Shirt e dei pantaloni in mano. Espiro e mi alzo dal divano con grande fatica. Guardo Cody che sorride alla vista e subito un'idea mi passa per la mente.
«Mi cambierai tu i vestiti!» Punto l'indice contro il suo petto.
Ciao!!!! Vorrei ringraziare ognuno di voi per aver reso un anno che fino a due mesi fa sarebbe stato il peggior anno della mia vita in uno che posso ritenere il migliore. Grazie per aver amato questa storia e per avermi motivata a scrivere ancora e ancora, ogni giorno.
Quindi, sappiate che quest'anno, ognuno di voi che sta leggendo questa frase mi ha regalato un motivo per essere felice! GRAZIE MILLE
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...