Capitolo 10

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Ha ragione: devo dare tempo ai noi due, il tempo che ci rimane. Devo trasformare ogni secondo nel migliore che abbia vissuto. Devo darle così tanta gioia che si dimenticherà della tristezza vissuta negli ultimi mesi.

«Io l'ho sentito nel paese più gelido e sui mari più alieni, eppure mai, nemmeno allo stremo, ha chiesto una briciola - di me.»

Cody ripete gli ultimi versi di Hope. È vero: mia madre non mi ha mai chiesto niente sino ad ora anche se ha visto tormenti e tempeste. Mi ha sempre dato qualcosa: felicità, speranza, coraggio e protezione. Adesso, tocca a me. Devo essere il suo coraggio quando la morte arriverà.

La sua mano accarezza la mia guancia mentre le sue labbra si piegano in un sorriso compassionevole. I miei occhi non voglio guardare altro che i suoi che trasmettono serenità.

«Emma devi essere coraggiosa per te e tua madre.»

Distolgo gli occhi dai suoi e lui elimina il contatto della sua mano dal mio viso. «Anche se ho paura di non averlo?»

«Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.» Le sue parole risuonano tra le mura della biblioteca silenziosa.

«Marthin Luther King?»

Lui sorride ed annuisce

Non posso più solo sperare. Adesso, devo anche essere coraggiosa. «Sarò coraggiosa.» Pulisco le lacrime, mi metto gli occhiali e faccio un respiro profondo. Sorrido, questa volta mi esce naturale, non è forzato perché voglio solo regalare felicità a mia madre.

«Emma, se hai bisogno di qualsiasi cosa, sappi che puoi contare su di me.» La sua voce è promettente.

«Grazie.»

«Non devi.» Si alza. «Adesso, vado. Ci vediamo a lezione.»

Annuisco e lo seguo con gli occhi mentre lui mi lascia nella quiete della biblioteca. Prendo un quaderno dalla cartella e nei cinque minuti rimasti prima del suono della campana faccio la lista di tutto ciò che posso fare in queste due settimana senza che le condizioni della mamma peggiorino. Mi è difficile ammettere ma ho bisogno che quando respiri per l'ultima volta, io sia vicina a lei e lei no senta dolore.

Forse posso prendere delle vacanze dalla scuola. Devo parlare con la preside. Lei capirà di sicuro la mia situazione.

Raccolgo velocemente le mie cose e mi precipito nel suo ufficio.

«Emma?» dice sorpresa.

«Mrs. Hastings ho bisogno del suo aiuto.»

Appoggia gli occhiali sulla scrivania di fronte e invita a sedermi. «Dimmi, Emma.»

«Mia madre non vuole più consumare medicine e il medico ha detto che se le vengono tolte quelle ha al massimo due settimane,» la informo, velocemente.

Lei sgrana gli occhi. «Io voglio rispettare questa sua decisione e voglio passare il più possibile gli ultimi momenti con lei.»

Lei annuisce lentamente, pensosa. «Emma, cara, per me potresti prenderti tutto il tempo che ti serve ma la scuola è cominciata solo da tre settimane e i talent scout universitari stano facendo i loro giri tra le scuole per vedere i giusti candidati per le borse di studio. So quanto sia importante per te averne una per Standford.» Fa una pausa e mi guarda, preoccupata. «Possiamo fare così: passi tre ore a scuola la mattina. So quali lezioni sono più importante da avere nel curriculum quindi attenderai solo quelle mentre le altre...»

«Le recupererò dopo,» concludo per lei, decisa.

«Oggi, però ho bisogno che tu rimanga. Informo i tuoi insegnanti e ti faccio preparare un nuovo calendario di lezioni.»

Non posso ringraziarla abbastanza. Si alza quando si accorge che ho gli occhi peni di lacrime. Mi abbraccia nel suo calore. «Sappi che io ci sono.»

«Grazie.»

Eccomi! Come state?! 

Cody si sta avvicinando sempre di più ad Emma. Non credo siamo lontani dalla realizzazione dei sentimenti per lei ;D

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